I cannoni a canna rigata


Nell’illustrazione in apertura dell’articolo di Igor Belansky un soldato della seconda metà dell’ ‘800 come disegnato dallo stesso Belansky.

A metà dell’Ottocento fecero la comparsa nelle battaglie dei fucili e dei cannoni a canna rigata.
Ai tempi delle guerre napoleoniche l’efficacia dei moschetti era di venti a quaranta metri di distanza.
Era facile che una forza di attacco inferiore o uguale di numero a una forza di difesa, riuscisse a prevalere.
Anche le cariche frontali di cavalleria potevano avere successo.
Solo schierandosi in quadrato una formazione di fanteria aveva la meglio contro la cavalleria.
Con l’avvento delle armi da fuoco a canna rigata tutto questo non fu più possibile.
L’efficacia dei fucili era a centinaia di metri di distanza dal nemico.
Per riuscire ad avere la meglio la forza attaccante doveva avere una superiorità di almeno il doppio rispetto al difensore.
Tutto questo lo si vide molto bene nella Guerra Civile americana.
I fanti avanzavano al passo, spalla a spalla, come ai tempi napoleonici e venivano falciati da chi si difendeva.
Fu gioco forza che si dovette cambiare tattica.
Dato che la difesa aveva la meglio sull’attacco, si cercava una posizione facilmente difendibile per primi rispetto al nemico, che, se non arrivava prima, era costretto ad attaccare venendo inevitabilmente sconfitto.
Con l’avanzare della tecnologia nella Prima Guerra Mondiale per chi andava all’attacco la situazione peggiorò sensibilmente.
Ho disegnato un fante scozzese e un fante generico della seconda metà dell’Ottocento, liberamente interpretati, perché furono i protagonisti di questo genere di combattimenti.

Igor Belansky – Un soldato scozzese