Intervista con Pasquino


Pasquino, per quei quattro ignoranti che – in quanto tali – lo ignorano, è la più antica statua parlante di Roma. Fin dal III secolo al collo o ai piedi della statua, collocata nell’omonima piazza, si appendevano nella notte fogli contenenti satire in versi, dirette a farsi beffe anonimamente dei personaggi pubblici più importanti.
Erano le cosiddette “pasquinate”, da cui emergeva il malumore popolare nei confronti del potere e l’avversione dei romani alla corruzione e all’arroganza dei potenti.
Abbiamo incontrato Pasquino una notte di queste. La statua ci ha sorriso e ci ha invitato a fare due chiacchere. Ne abbiamo approfittato e gli abbiamo chiesto di concederci un’intervista. Pasquino ha accettato con entusiasmo la nuova esperienza (evidentemente da un po’ di tempo si annoia), così gli abbiamo chiesto cosa pensa della situazione culturale della sua città, in particolare per quanto riguarda la scuola ai tempi del coronavirus.
Quella che leggete di seguito è la trascrizione dell’inarrestabile fiume di parole uscito da quel blocco di travertino consumato dal tempo, buttata giù in rapida stenografia (metodo Gabelsberg – Noe) e qui trascritta per i nostri lettori.

“La situazzione de la scuola pubblica? Boh, in questo momento, è più ignota del motivo per cui è andata di moda la Trap.
Alla guida di tutto, potemo dì, c’è la Azzolina, l’unica ministra che è riuscita a fà lei l’imitazione a Sabina Guzzanti e non viceversa.
A me un po’ me dispiace, perché una che arriva a utilizzà il termine “gaglioffo” sta a attraversà pe forza un momento difficile. È stata pure sfigata, c’è da dillo, a sta poraccia quando l’hanno messa là j’avranno detto:
– A Lucì, tranquilla, te devi fa esattamente quello che hanno fatto l’altri fino adesso.
– E cioè?
– Un cazzo.
(Scherzo, magari nun avessero fatto ‘n cazzo. Magari.)
E invece poverina s’è ritrovata un cetriolo de na dimensione che manco se lo coltivavi dentro ‘n orticello a Chernobyl.
Adesso sta nella stessa situazione de na protagonista de un film porno: qualsiasi cosa dice o fa, er finale del film ‘o conoscemo tutti.
Intanto er 14, FORSE, riaprono le scuole. Le voci che girano non sono confortanti, soprattutto su alcuni elementi. Quali? È presto detto.”

IL DISTANZIAMENTO
Co sta pandemia se so’ accorti che a scuola gli alunni stanno stretti. I loro padri e nonni in classe nun stavano stretti, bastava respirà uno si e uno no a turno e non c’era problema. L’ultimi banchi li disegnavano a penna direttamente sur muro. Er primo giorno de scuola media, pensavano d’esse saliti pe sbaglio sull’autobus.
Comunque col “PROGRAMMONE CHE HANNO INVENTATO APPOSTA CHE PRIMA NON
ESISTEVA” se so accorti che in confronto, i polli degli allevamenti intensivi riescono a ballà Jerusalema co la coreografia completa.
Per rimediare, si allestiranno le aule dove in fondo li regazzi so’ sempre stati: nei corridoi e nei bagni.

LA MISURAZIONE DELLA TEMPERATURA
Prima la temperatura la volevano misurà all’entrata, co’ li termometri a pistola. In certi licei, a Roma, ce stanno fino a 1200 studenti. Manco se come bidello c’hai Clint Eastwood te sbrighi prima de mezzogiorno.
Allora c’hanno ripensato. Forse perché se so ricordati che pe misurà la temperatura, i termometri laser li devono comprà, e la scuola pubblica sta in una situazione economica che se la carta igienica non te la porti te, er culo t’o pulisci
a casa, de pomeriggio, con calma.
I termometri classici invece non se possono usà. Uno perché ce vorrebbero tre giorni.
Due perché il bidello co la camicia a scacchi celeste e i pantaloni beige macchiati, legati co la cinta a metà panza, che prende a schiccherate er termometro pe fallo freddà, sarebbe un’immagine illegale in 1200 stati.

I BANCHI A ROTELLE
Forse non ci saranno per tutti. Forse non arriveranno in tempo. Forse non arriveranno mai. Forse, forse.
In ogni caso, io, ho visto le foto. Spero che le cose a scuola siano cambiate e che gli studenti di oggi siano dei modelli di compostezza ineguagliabili.
Perché se poco poco somigliano a com’erano i loro nonni… Con loro non hanno resistito nemmeno i termosifoni DE GHISA attaccati ar muro.
Già ho negli occhi le immagini dei tornei di go-kart nei corridoi della 2B contro la 2C, chi perde compra er fumo pe tutti.
Vedo già Luigi, Marco e Francesco della 5B a ricreazione, lanciati in tre senza casco sul banco battente bandiera liberiana.
Vedo già Michele der 4C buttato giù dalle scale co tutto er banco solo pe’r gusto de vedé se sopravvive.
Sono un visionario? Un vecchio romantico?
Può darsi.
L’unica cosa buona che vedo è che essendo banchi nuovi, le gomme e le caccole che ce stanno attaccate sotto, dovrebbero esse più o meno le tue.

LE MASCHERINE
Le mascherine sono secondo loro l’unico modo per evitare il contagio.
Tutti urlano allo scandalo, perché sono convinti che gli studenti soffriranno molto.
Stolti.
La mascherina, pe copià, È NA SVOLTA! Allora:
– Se stai a fà un interrogazione te possono suggerì tutti. Tutti. Tanto caa mascherina nun se vede. Poi vai a capì chi è che ha parlato.
– Nella mascherina ce poi nasconne li bigliettini pe’ li compiti in classe. Se poi usi quelle chirurgiche li poi scrive direttamente sulla mascherina.
Tanto er professore nun la po toccà… Se er professore s’avvicina troppo, te co uno scatto t’abbassi ‘a mascherina e quello improvvisamente te deve sta a un metro e ottanta. E in più dalla fronte in giù c’hai i brufoli coperti senza usà er fondotinta.
Ma che cazzo di mondo fantastico è?

SE S’AMMALA UNO, TUTTI IN QUARANTENA
Regà, regà… regà.
Voi lo sapete che questa è la più grande ingenuità che poteva esse pensata?
Solo delle persone anziane potevano pensà na cosa del genere.
Dare uno strumento del genere a una mandria de adolescenti è come da un the
in mano a Putin:
Prof: Ragazzi, domani compito di latino!
Fabrizio: EEEEETCIÙ!!!
14 giorni in quarantena.

Prof: Ragazzi, bentornati, oggi interrogo!
Giulia: EEEEETCIÙ!
14 giorni di quarantena

Prof: Ragazzi, è Marzo. Almeno un compito lo dobbiamo…
Tutti: EEEEETCIÙ!
Prof: E vabbè vaffanculo.
Tutti: Grazie Prssoré!

È già scritto.

Detto ciò, io credo che abbiano fatto MOLTO BENE a istituire gli sportelli di “Assistenza Psicologica” all’interno di ogni scuola.
Ma no pe’ gli studenti. Pe’ li professori, poveracci.

In ogni caso, non abbiate paura: LA SCUOLA IL 14 SETTEMBRE RIAPRIRÀ.

Di questo ne sono sicuro.

È il 15 che tocca vedé che cazzo succede”.

Grazie Pasquino, e buona notte.