Roma: Porta San Paolo e le giornate dell’8 settembre


Un luogo dove vestigia di antica bellezza rimangono sospese su fatti importanti della storia contemporanea nazionale.

Ilustrazione in basso di Igor Belansky.

Porta San Paolo: un angolo di Roma dove si può potuto percepire un legame stretto tra antico e recente, intrecciato tra passato e presente. Il nome originale della porta superstite era Porta Ostiensis, perché da lì iniziava, e tuttora inizia, la via Ostiense, la strada che collega Roma ad Ostia e, quindi, al suo antico porto. Essa è una delle meglio conservate del circuito delle Mura Aureliane. Con la perdita d’importanza del porto di Ostia anche il ruolo rilevante della porta venne meno finché, coinvolta in quel processo di cristianizzazione di tante altre porte romane, fu ribattezzata col nome attuale di Porta San Paolo, perché costituiva l’uscita per la Basilica di San Paolo fuori le mura, che aveva ormai ereditato l’importanza che fino a qualche secolo prima era del porto. Di conseguenza, non era più necessario conservare i due fornici che, anzi, in caso di pericolo esterno avrebbero comportato una notevole difficoltà difensiva. Quando pertanto, tra il 401 e il 403, l’imperatore Onorio ristrutturò buona parte delle mura e delle porte, provvide anche, come in quasi tutti gli altri interventi, a ridurre ad uno solo i fornici d’ingresso (ma non per la controporta), demolendo la parte centrale e ricostruendola con una sola arcata (ad un livello circa un metro più alto della precedente), ed a fornire la facciata di un attico con una fila di finestre ad arco per dar luce alla camera di manovra. Con l’occasione rinforzò le due torri rialzandole e munendole di merli e finestre. La solita lapide commemorativa dei lavori, che Onorio ha lasciato su ogni intervento effettuato sulle mura o sulle porte, sembra fosse presente almeno fino al 1430, ma alcuni studiosi ritengono che l’intervento possa essere di almeno un secolo posteriore. Nel 549 gli Ostrogoti di Totila riuscirono da qui a insinuarsi nella città a causa del tradimento della guarnigione, che lasciò la porta aperta. Questo luogo, che costituisce oggi una delle mete più gettonate dai turisti nella Città Eterna per la sue bellezze archeologiche ed architettoniche, fu anche teatro di un importante fatto d’arme durante il secondo conflitto mondiale. Il 10 settembre 1943, qui avvenne la cosiddetta “battaglia di Porta San Paolo”, in cui civili e militari italiani cercarono di opporsi all’occupazione tedesca in seguito all’armistizio dell’8 settembre.
Nei giorni precedenti si erano verificati nelle periferie della città scontri tra militari italiani e tedeschi, con la disfatta dei primi. A Porta San Paolo, però, oltre alla presenza dei soldati, vi fu una grande mobilitazione popolare, che portò, anche grazie alla spinta dei partiti antifascisti, un’importante partecipazione civile. Nonostante la superiorità delle forze tedesche, la linea italiana riuscì ad attestarsi lungo le mura di Porta San Paolo, innalzando barricate. Molte persone pagarono con la vita questo estremo tentativo: complessivamente ben 400 civili, tra cui 43 donne, morirono nel combattimento. Nonostante i tedeschi riuscissero già nel primo pomeriggio a superare le difese italiane questo evento segnò uno dei primi significativi passi della Resistenza.