I fondali di Alessandria ci restituiscono il suo passato


Alessandria, situata sulla costa mediterranea dell’Egitto, ha visto molti cambiamenti nei suoi 2.300 anni di storia. Come ricorderete la grande città fu fondata dal generale greco Alessandro Magno nel 331 a.C. e fu famosa per aver ospitato nell’antichità il sito del Pharos, il grande faro considerato una delle sette meraviglie del mondo antico, ed il Tempio di Serapis, il Serapion, che faceva parte della leggendaria biblioteca di Alessandria.
Con Alessandro Magno la piccola città crebbe rapidamente, trasformandosi da un modesto villaggio in riva al mare fino alla più grande e importante metropoli dell’antico Egitto. Una potente città che rivaleggiava con Roma per ricchezza. Con i Tolomei, discendenti del grande condottiero macedone, Alessandria divenne la sede della dinastia tolemaica, di fatto ellenizzando il mondo egizio.
Dopo aver conquistato la Siria nel 332 a.C., Alessandro Magno entrò in Egitto con il suo esercito e scelse proprio Alessandria, una piccola città portuale chiamata Rhakotis, per  trasformarla in una grande capitale. Strabone scrisse che progettò lui stesso il piano di sviluppo della città con ” … magnifici quartieri pubblici e palazzi reali che coprono un quarto o addirittura un terzo dell’intera area. Proprio come ognuno dei re, dall’amore per lo splendore, avrebbe aggiunto qualche ornamento ai monumenti pubblici, così si sarebbe provveduto a proprie spese con una residenza in aggiunta a quelle già esistenti “.
Sebbene Alessandro fosse molto ammirato dagli Egizi (persino dichiarato semidio dall’oracolo di Siwa), lasciò l’Egitto solo pochi mesi dopo il suo arrivo per marciare sulla potente città di Tiro in Fenicia. Fu lasciata la reggenza ad un suo generale, Cleomenes, con l’incarico di costruire una città che avrebbe dovuto celebrare la grandezza di Alessandro. La piena espansione di Alessandria avvenne sotto il dominio del generale Tolomeo dopo la morte di Alessandro, avvenuta nel 323 a.C.. Con Tolomeo ebbe inizio la dinastia tolemaica.
Dopo la morte di Alessandro, Tolomeo portò il suo corpo ad Alessandria per esservi tumulato. Alessandria divenne quindi la capitale delle terre di Egitto, soppiantando la vecchia capitale egizia di Menfi, sostituendosi, per il traffico marittimo, alla fenicia Tiro che era stata distrutta da Alessandro. Non c’e da meravigliarsi che Alessandria assunse in breve tempo la leadership dei traffici marittimi di tutta la ragione.
E veniamo ai giorni nostri: nel 1998, fu fatta una importante scoperta archeologica ad Alessandria che confermò la natura faraonica di Alessandria d’Egitto. Il leggendario palazzo reale di Cleopatra, in cui la regina aveva sedotto Giulio Cesare e poi Marco Antonio, fu riscoperto nei fondali fangosi della baia dove era rimasto per più di 1600 anni. Questa straordinaria scoperta fu effettuata dall’Istituto europeo di archeologia subacquea (IEASM) che aveva avuto il permesso, già dagli anni ’90, di effettuare delle ricerche nella parte orientale del porto orientale, dove era noto si trovasse il quartiere reale tolemaico. Dopo anni di dettagliate mappature e ricerche nella zona, Frank Goddio, il leader francese della squadra subacquea di archeologi, annunciò che aveva scoperto il palazzo reale di Cleopatra (51-30 a.C.), l’ultimo dei governanti tolemaici. I sommozzatori scientifici trovarono pavimenti di marmo e blocchi di granito rosso sull’isola sommersa di Antirhodos, che fornirono a Goddio ulteriori prove sulla posizione del palazzo della grande regina. I sommozzatori riferirono di aver visto colonne e capitelli, fornaci e bacini – alcuni dei quali erano descritti come i “Bagni di Cleopatra“; grandi blocchi di pietra calcarea, statue di divinità egiziane e persino dei resti di mura. Tra le scoperte ci sono statue colossali della dea egizia Iside, il dio Hapi, e un faraone egiziano non identificato – tutti conservati in condizioni immacolate dal loro sudario sepolcrale. Insieme a queste statue di sedici piedi ci sono centinaia di piccole statue di divinità egizie – tra le quali le figure che custodivano il tempio dove Cleopatra fu proclamata Regina del Nilo. Ma le sorprese non sono finite e Alessandria riserva ancora agli archeologi ed ai ricercatori nuove emozioni.
Recentemente, i relitti di tre navi risalenti all’epoca romana sono stati scoperti durante gli scavi svolti da una missione egiziana in collaborazione con l’Istituto europeo di archeologia subacquea nel porto orientale di Alessandria. L’annuncio è stato dato dal  segretario generale del Consiglio supremo egiziano delle antichità, Mostafa al-Waziry.
Al-Waziry ha rivelato che la missione, tra i tanti spettacolari ritrovamenti, ha scoperto un’importante testa di una statuetta in cristallo, probabilmente raffigurante il grande generale romano Marco Antonio, tre monete d’oro dell’epoca dell’imperatore Ottaviano Augusto ed una barca rituale in piombo del dio Osiride. I ritrovamenti sono avvenuti sui resti della città sommersa di Heraklion, situata nel Golfo di Abuquir, sempre nei pressi di Alessandria. Ossama al-Nahas, capo del Dipartimento centrale delle antichità subacquee, ha riferito che i relitti delle navi scoperte potrebbero ancora nascondere molti tesori. Il fasciame di una quarta nave, con grandi assi di legno, è stato identificato insieme a vasi di ceramica che potrebbero aver fatto parte del carico del relitto. Come sempre l’avventura archeologica negli abissi del mare continua ed Alessandria d’Egitto ha ancora molto da restituirci.


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Fonte:
www.ocean4future.org
https://djedmedu.wordpress.com/tag/ministero-delle-antichita/