Il Barça: una montagna troppo alta da scalare


Il Napoli, reduce da una stagione in salita, per alcuni errori commessi nella prima parte del campionato, recuperando energie e punti per ricostruire e finire al 7 posto in classifica, è riuscito a salvare in bacheca una Coppa Italia e con essa il pass per l’accesso alla prossima Europa League. Sulla scia di questi buoni risultati e caricato a mille, ieri sera al Camp Nou il club azzurro ha tentato “l’impresa”.

Mai arrivato ai quarti di Champions, il Napoli si è giocato, con una delicata trasferta, la gara di ritorno degli ottavi di Champions League 2019-2020 contro il Barcellona di Leo Messi. All’andata, lo scorso 25 febbraio, la partita era terminata 1-1 al San Paolo, al gol di Mertens rispose Griezmann. Barcellona-Napoli, invece, finisce 3-1 e gli azzurri dicono addio alla Champions League.

“Come scalare l’Everest” – così aveva definito il match, alla vigilia, Mr Gattuso schierando gli 11 titolarissimi ed incitandoli alla partita perfetta. Recuperato anche Insigne, con la consapevolezza dei propri pregi e dei propri limiti, i partenopei con grinta, coraggio e determinazione hanno affrontato la sfida. Peccato che non sono bastati contro un avversario obiettivamente più forte.

La partita del sogno azzurro inizia bene per i partenopei. I primi 10 minuti sono ad appannaggio del Napoli con Mertens che colpisce un palo. Poi il restante primo tempo è un monologo blaugrana: segna Lenglet, ma il gol andava annullato per una spinta su Demme, ed il Napoli sembra sgretolarsi. Al 23’ raddoppia Messi con una magia e successivamente si procura anche il rigore del 3-0 trasformato da Suarez. Il Napoli è scosso e frastornato dalla supremazia dei catalani trascinati dal loro capitano ma, nel recupero del primo tempo, Insigne riesce ad accorciare sempre dal dischetto, per un fallo in area procurato da Mertens. Nella ripresa il Napoli scende in campo più deciso e ci prova ma il Barça si difende bene gestendo il vantaggio e negando ogni iniziativa azzurra. Sul finale a Milik viene annullata una rete per fuorigioco e Lozano prende l’ennesimo legno. Si poteva fare di più soprattutto si potevano evitare errori ed ingenuità, soprattutto in difesa, e si poteva giocare con maggiore lucidità e cattiveria ma alla fine sono gli spagnoli di Setien a portare a casa il risultato. Un 3-1 che li qualifica ai quarti di finale dove incontreranno il Bayern Monaco il 14 agosto.

Un esito che lascia più di un rimpianto al tecnico calabrese su quanto si poteva fare e che invece non è stato fatto nella mezz’ora di black-out.

Il Napoli ha lottato, ha giocato con il cuore ed è uscito a testa alta ma sono mancate continuità e personalità. Non dimentichiamo però che dall’altro lato del campo c’era il Barcellona: una squadra che ha vinto 5 Champions su 30 partecipazioni, che negli ultimi 7 anni, in Champions, non ha mai perso al Camp Nou, che ai quarti di finale ci arriva ininterrottamente da 13 anni e dove gioca, tra gli altri, col numero 10 la Pulce, ovvero il 6 volte Pallone d’Oro Leo Messi, ieri particolarmente ispirato.

Con l’esclusione dalla massima competizione europea anche della Juventus, evento che ha comportato l’esonero dell’allenatore Maurizio Sarri e l’ingaggio al suo posto di Andrea Pirlo in meno di 24 ore, non ci resta che augurare miglior sorte all’Atalanta, unica squadra italiana alle Final Eight di Lisbona. Intanto il Napoli da oggi pensa al futuro.