Le vacanze in chiave umoristica


Il tema di oggi riguarda la scelta delle vacanze degli italiani, argomento più volte ripreso durante l’anno sia in famiglia che con gli amici e più volte portato alla ribalta da diversi film comici; spesso anche una semplice vacanza può nascondere delle sorprese, con danni economici e morali, in particolare le vacanze all’estero richiedono più attenzione. In primis: il nostro organismo non è una scheda magnetica, richiede tempo per elaborare i fusi orari, 12 ore in aereo, l’alta quota, navi da crociera immerse fra le onde degli oceani, battelli stracolmi di turisti circondati da coccodrilli, safari ai limiti della sicurezza ecc ecc.
Così ogni anno, puntualmente, al principio dell’estate, è tempo di vacanza e distensione per riprendere energia con spirito rinnovato: una volta stabiliti i tempi, i luoghi e i partecipanti ci affidiamo alle varie agenzie di viaggio, quelle che sul mercato italiano e estero vantano il primato della professionalità e serietà; è sempre più difficile accomunare sicurezza, economia e moda, ma in mezzo a tanta concorrenza ci siamo noi: turisti per caso, che da predatori, diventiamo prede.
La nostra speranza è ben oltre, perché esiste un’agenzia di viaggio o società che è neutrale ai mercati, si chiama la società degli apoti. ‘Apoti’ è una parola di origine greca che significa non bevitori, scopo di tale società è quello di non bere tutto quello che ci viene detto dai vari mezzi di comunicazione, ma di filtrare, dubitare, discutere e, scusate la franchezza, il così fan tutti è forse la punta più alta della stupidità umana. Non così fan tutti… ma… così faccio io, perché ho usato la mia testa e senza influenze esterne ho deciso la mia vacanza.
E dopo la scelta si è pronti a partire. Spesso queste partenze hanno molta affinità con quelle rappresentate nei film di Stanlio e Ollio, in cui i protagonisti, per una indisciplina collettiva, non riescono mai a partire, disintegrando persino l’auto. Infatti non è sufficiente un accurato programma esterno, i veri coccodrilli sono proprio dentro di noi, condizionati da una certa cultura su come attrezzarsi per una vacanza. E’ capitato anche a me che la mattina della partenza per le vacanza la mia auto abbia serie difficoltà ad uscire dal garage per il troppo carico di cose inutili, non certo inerenti ad una tranquilla vacanza; riguardo ai posti a sedere nell’abitacolo è un optional decidere persino chi lasciare a terra: la moglie, la suocera, oppure mandarle da sole! E dopo una solerte decisione “si parte”!!!!
Appena girato l’angolo del condominio una lunga coda dovuta al traffico ci attende, con porti, aeroporti, stazioni ferroviarie, caselli autostradali al collasso, così si dà inizio ad un puro esodo, l’amata destinazione si trasforma in un miraggio e quando si riesce a prendere la giusta direzione per quest’ultima, i moltissimi chilometri che ci attendono, ci fanno magari rimpiangere l’aria condizionata dell’ufficio e quel pranzo in mensa alle ore 12,30.
Vi risparmio il proseguo della vacanza, richiederebbe un altro capitolo. In quanto fra colpi di sole e colpi di fulmine, provocati dalla fioritura di nuovi amori, e non solo per i single, non siamo ancora al rientro che scattano già le prime delusioni, tra cui quella di aver sbagliato il programma dell’ambita vacanza… con la magra consolazione del… così fan tutti!
Faccio mia una frase dell’illustre Zarathuśtra: “L’importante non è quello che è vero, ma tutto quello che ti fa vivere meglio”.