
I valori umani nelle aziende
Stare bene in azienda significa qualità della produzione, lavorare meglio e di più. Non è solamente il fatto di starci volentieri, l’ambiente ha la sua importanza determinante, ma non è tutto.
Stare bene in azienda vuol dire trovare nel lavoro una delle maniere utili alla propria realizzazione, alla propria crescita personale, culturale, umana e sociale.
Chi passi otto ore in ufficio o in officina senza apprezzare quanto fa, attendendo soltanto l’orario previsto per timbrare il cartellino, vive una vera e propria condanna. Ne può risentire il suo stato d’animo all’interno delle mura aziendali ma anche dopo, quando faccia rientro in famiglia o comunque nel proprio ambito di abituale vita privata.
Si può chiaramente intendere come una situazione di questo genere rappresenti fattore di scontento costante e di rapporti insoddisfacenti con gli altri. Chi riesca invece a trovare nel suo impegno quotidiano motivo di approfondimenti per ciò che sa e che costituisce il proprio bagaglio di esperienze e di conoscenze è un uomo indirizzato verso una vita appagante e mai monotona.
Il benessere in azienda è prima condizione perché il proprio lavoro realizzi al tempo stesso aspirazioni che sono dell’imprenditore come del lavoratore. In questi casi si può dire infatti che l’interesse dell’uno e dell’altro vadano di pari passo. Le due posizioni, dunque, non sono costantemente conflittuali, ma al contrario ci sono i presupporti per comuni punti d’intesa.
Da tempo poi si applica uno strumento, utilizzato oggi dalle grandi aziende piuttosto che da quelle di piccole dimensioni, che può dare un contributo assai significativo per queste finalità. Si tratta del coaching, che potremmo definire una sorta di formazione individuale che incide tanto sugli aspetti psicologici quanto su quelli professionali dei soggetti che vi si sottopongono.
Attraverso questa pratica, infatti, il coach (che è persona competente sia in materia umanistica che aziendale) mira a mettere in luce nel cochee i suoi aspetti migliori dal punto di vista psicologico e del lavoro. Con lo scopo di “tirar fuori” tutte quelle capacità che nel lavoratore potevano essere sommerse, facendolo crescere dal punto di vista umano.
Un risultato dagli aspetti grandemente significativi in un tempo, come quello di oggi, in cui le filosofie e la letteratura del lavoro danno grande importanza al fattore umano ed alla manifestazione di esso sui luoghi di lavoro. Non a caso il vecchio termine “Personale” è stato sostituito con il più appropriato “Risorse Umane”, che spalanca l’immaginazione a tante caratteristiche intrinseche del lavoratore.
Oggi si ritiene, da parte degli studiosi illuminati, che lasciare la propria umanità fuori dalla porta dell’ufficio o dai cancelli della fabbrica sia un errore da non commettere. Le stesse emozioni, che una volta erano bandite dall’azienda tanto che il manager doveva apparire necessariamente come un “freddo” hanno avuto rivalutazioni essenziali, dal momento in cui si sono riconosciuti i valori dell’entusiasmo come elemento trainante per chi li possegga e di motivazione indotta per chi nel lavoro sia a contatto con questi.
Concludendo, lo stare bene in azienda oggi si ritiene conduttore di migliore produzione passando attraverso lo stato d’animo sereno e la tensione alla propria realizzazione, nonché attraverso l’ingresso dei valori personali in ambito lavorativo, in modi diversi ma comunque tali da promuovere l’applicazione in termini totali della propria umanità positiva.