La calunnia è un venticello


A quanto pare la questione dell’utilizzo dell’uranio impoverito in azioni di guerra ai tempi dell’intervento NATO in Bosnia sta parecchio scomoda a molte persone.
Nelle scorse settimane abbiamo pubblicato l’inchiesta riguardante il colonnello Carlo Calcagni, fulgido esempio di dedizione e di volontà, che ha riportato una invalidità permanente del 100% per cause e fatti di servizio e riconosciuto “vittima del dovere” proprio per le gravissime patologie generate da quell’uranio impoverito che per lungo tempo ha inalato, con altre sostanze, durante la missione internazionale nei Balcani, dove era l’unico pilota del primo Contingente Italiano della Forza Multinazionale di pace.
Nel 1996 il suo mestiere lo porto ad operare nei Balcani, nell’ambito delle operazioni di peacekeeping svolte dalla NATO, sotto l’egida delle Nazioni Unite.
In Bosnia-Erzegovina, tra le varie missioni di volo, ha effettuato attività MEDEVAC, cioè servizio di evacuazione medico-sanitaria, che era rivolto non solo al personale militare, ma anche alla popolazione civile, quindi il più nobile dei servizi alla collettività: cercare di salvare vite umane.
Per questa particolare attività è stato elogiato ed encomiato per aver dato “lustro” all’Esercito Italiano ed all’Italia intera in un contesto internazionale.
Dopo aver ottenuto il riconoscimento, d’ufficio, della causa di servizio, la sua battaglia continua, nonostante sono passati 18 lunghissimi anni: la sua richiesta di risarcimento del danno, in via bonaria, è ormai arrivata in tribunale, ma nel frattempo già 731 militari sono morti a causa di inadempienze di chi sapeva e non ha agito per impedire questa strage.
Ricordiamo che gli americani avevano avvertito dei pericoli, ma i comandi militari italiano e di altri Stati aderenti alla NATO non avevano dato peso a tali avvertimenti, mandando incontro ad una morte, subdola e lenta, molti uomini coraggiosi, che non sono stati, mai, informati riguardo la presenza di un nemico invisibile.
Si sa che i morti non sono dei buoni testimoni: parlano poco e spesso gli si può far dire ciò che si vuole. Per questo forse qualcuno avrà pensato di lasciare che il tempo curasse questa ferita e che i morti seppellissero i morti. Ma Carlo Calcagni non si è arreso a questo destino. Di morire non ne
vuole proprio sapere. Sta procedendo come un treno per la sua strada, lottando ogni giorno contro un male che lo sta divorando, ma lui continua a salire ogni giorno sulla sua bicicletta speciale, un triciclo, a macinare chilometri e a spurgare metalli tossici dal suo corpo. È proprio quello sta facendo anche il dottor Pasquale Montilla, oncologo di Catanzaro, con il Project Elysium, attraverso:
– Decorporation drug su target genomico (NGS);
– Approccio clinico diagnostico e terapeutico in pazienti contaminati da Metalli Tossici;
– Strategie di prevenzione primaria;
– Onco-tossicologia mirata;
– Test predittivi e algoritmo del rischio intermedio oncologico.
“Questo approccio è fondamentale per eliminare il mandante della cancerogenesi multifattoriale umana” sostiene il Dr. Pasquale Montilla.
Anche Calcagni si è affidato al dottor Montilla che effettua trattamenti clinici mirati su soggetti in avvelenamento cronico da metalli tossici che hanno ottenuto risposte cliniche rilevanti, documentate scientificamente (si veda la pagina di YouTube: https://youtu.be/BqrJQE4ti2Y in cui viene spiegato il metodo di eliminazione con farmaci chelanti dei metalli genotossici dall’organismo umano).
Questo a qualcuno probabilmente non fa piacere, temendo che la battaglia del colonnello Calcagni possa – prima o poi – arrivare a toccare qualcuno degli uomini che hanno la responsabilità di quanto è accaduto in quella maledetta guerra.
Ecco che allora spuntano mille bastoni che cercano di infilarsi nelle ruote del suo triciclo, per contrastargli il cammino e magari disarcionarlo una volta per tutte.
Abbiamo scoperto di recente che una pagina Facebook, intitolata “Osservatorio Militare”, ha dato parecchio risalto alla questione dell’uranio impoverito.
Però, a quanto pare, chi scrive su quella pagina è qualcuno che cerca, in tutti i modi, di screditare e diffamare proprio Calcagni che è il testimone vivente ed il simbolo, per tantissimi, in questa vicenda!
Carlo Calcagni nella sua battaglia quotidiana, ormai diventata la sua missione di vita, non si è lasciato sfuggire ciò che è stato pubblicato ed ha, giustamente, contrattaccato depositando tre querele per diffamazione contro l’estensore di tali scritti, l’ex maresciallo dell’Esercito Italiano Domenico Leggiero, il quale presumibilmente dovrà risponderne in tribunale.
Leggiero è responsabile dell’Osservatorio Militare Comparto Difesa, associazione che assiste gli appartenenti alle forze armate e i loro familiari, in particolare rispetto agli effetti prodotti sull’organismo dei militari impegnati nei teatri di guerra dall’uranio impoverito utilizzato per potenziare le munizioni.
Domenico Leggiero è già stato condannato per diffamazione dal tribunale di Siena: infatti il giudice Monica Gaggelli lo ha condannato a sei mesi di reclusione, pena sospesa, per aver diffamato il professor Franco Nobile, oncologo, impegnato in studi scientifici inerenti i rischi da contaminazioni radioattive in ambienti postbellici, con particolare riferimento ai reduci militari italiani nei Balcani.
Secondo quanto emerso nel processo, l’ex maresciallo Leggiero avrebbe sostenuto in varie circostanze l’inconsistenza delle tesi portate dal professor Nobile in merito alle malattie e ai decessi dei militari italiani reduci dalla ex Jugoslavia.
Critiche fatte in forme e contenuti tali da indurre l’oncologo a denunciare Leggiero.
Il giudice ha stabilito per il maresciallo in pensione anche il risarcimento dei danni in favore del Prof. Nobile, da determinarsi in sede civile.
Tornando alle querele di Carlo Calcagni, in esse egli mette in discussione la sua malattia, scegliendolo per bersaglio pur di fare notizia, consapevole del danno psicologico arrecatogli.
È palese che tali false affermazioni alimentano odio e dubbi sulla sua vita di militare e di atleta del colonnello Calcagni.
Sulla pagina FB di Carlo Calcagni potete trovare in dettaglio tutta la vicenda, con tanto di pubblicazione delle querele e di prove a suo discarico.
Noi dobbiamo fermarci alla cronaca: essendo la vicenda in capo al Tribunale di Firenze, non possiamo sostituirci ai giudici ed emettere sentenze destituite di ogni credibilità.
Limitandoci dunque ai fatti, non possiamo che essere solidali con quest’uomo la cui volontà sembra addirittura spezzare le catene di una malattia fortemente invalidante, rendendo possibile “anche” l’impossibile.
La stessa ex-ministro della Difesa Elisabetta Trenta, che aveva nominato il colonnello Calcagni suo consulente per il tavolo tecnico sull’Uranio impoverito, ha pubblicato più volte scritti a suo favore, come questo ashtag che volentieri riportiamo: #IoStoConCalcagni basta sciacallaggio.
“Faccio un appello” dice l’ex-ministro “a tutti coloro che, abbindolati da qualche affabulatore, continuano a dire falsità su un uomo, un militare, un padre di famiglia, uno sportivo e soprattutto – per molti – un esempio di vita dedicata agli altri, che da quasi 20 anni combatte per vivere. Ascoltai queste bugie su di lui subito dopo essere diventata ministro e allora volli conoscerlo. Ho visto io stessa le carte che avevano detto “non verità” su di lui… ma ho visto anche le carte della verità. Invito tutti quelli che dubitano a cercare Carlo, a parlare con lui. Chi partecipa a questo sciacallaggio sta diventando carnefice di un innocente…senza neanche conoscerlo. Eppure abbiamo tutti un solo obiettivo: fare in modo che i diritti dei militari che si sono ammalati e delle loro famiglie vengano rispettati. La cosa più brutta per un militare che si è sacrificato per lo Stato è essere abbandonato dallo Stato. È dover fare causa allo stato. Ma possibile che non riusciamo ad essere tutti uniti in questa battaglia? #IoStoConCalcagni e, insieme a lui, continueremo a lottare per i diritti di tutti. Grazie @Carlo Calcagni, non mollare mai!”
Vi invitiamo ad andare sull’ashtag citato per vedere quanta solidarietà viene data da gente comune al colonnello Carlo Calcagni, ma anche – purtroppo – quanto fiele siano capaci di sputare persone ignoranti e meschine. Purtroppo gli sciacalli sono molti e spesso si trovano anche dove non vorresti vederli. Ad esempio scorrendo un’altra pagina Facebook, “Paracadutisti & Militari per sempre”, si nota che non compaiono scritti recenti del colonnello Calcagni (che è un anche Paracadutista), in quanto sospeso dagli amministratori della pagina per (citiamo testualmente gli amministratori di FB): “…aver pubblicato più volte contenuti che non rispettano i nostri Standard della community”!
Spiace vedere quanto male venga quotidianamente fatto a lui e ai suoi cari attraverso azioni denigratorie che nulla hanno anche vedere con l’onore e con il rispetto dovuto a un Uomo come il colonnello Calcagni.