Storie di successo: Alberto “Naska” Fontana, a tutto gas in pista e fuori


Uno studente di ingegneria fresco di laurea, senza particolari agi economici, ma col sogno di gareggiare in sport costosissimi come quelli motoristici e diventare un uomo di successo.
Un “creatore di contenuti”, come lui ama definirsi a chi lo classifica riduttivamente come YouTuber, esploso in pochissimo tempo e che si mette in gioco personalmente come pilota.
Questo ed altro è Alberto “Naska” Fontana, amatissimo dal pubblico giovane e meno giovane dei social, le cui gesta quotidiane e in pista sono oggi seguite da mezzo milione di followers.
Ma se credete che tutto questo non comporti grandi rischi ed enormi sacrifici, siete fuori pista…

1) WM: Buon giorno Alberto e grazie per aver accettato l’intervista. WeeklyMagazine è una rivista on line gratuita che racconta anche di costume e società. Dunque, essendo uno Youtuber di successo (Naska ha un canale con oltre 455.000 iscritti) ci fa molto piacere intervistarti perché incarni, a nostro avviso, una delle nuove tendenze della società.
Iniziamo subito: Cosa si prova ad essere un modello positivo per i giovani?

Naska: Ciao a tutti voi della redazione e ai lettori! È indubbiamente bello, non solo per la soddisfazione del traguardo raggiunto in sé, ma soprattutto perché ho modo di fare qualcosa di positivo per il mondo. Trasmettere la mia esperienza ai più giovani e raccontare loro gli errori che ho commesso e trasferire loro le cose che ho imparato nel mio percorso mi fa sentire utile e dà un ulteriore scopo alla mia vita.
Naturalmente nel momento in cui mi guardano oltre 450K persone ho una forte responsabilità nei loro confronti.

2) WM: E ad avere avuto successo in soli pochi anni? In fondo non hai ancora superato la trenitina e già ti conoscono tutti….

Naska: Il successo è relativo e soggettivo. Per alcuni il successo sta nel trovare un lavoro che si ama e metter su famiglia, per altri è comprarsi uno Yacht da 50metri e non aver famiglia. Possiamo dire che, in generale, per tutti gli esseri umani il successo sta nel fare ciò che si ama e nel raggiungere gli obiettivi che ci si è prefissati. Sei d’accordo? Beh, di obiettivi nella vita ne ho tantissimi ancora da raggiungere, quindi il successo per me è ancora lontano. Diciamo che finora ne ho raggiunti parecchi e sicuramente posso ritenermi soddisfatto.

3) A proposito, preferisci il nome di battesimo (NDR: Alberto) o quello di “battaglia”…

Naska: Non mi sono mai piaciuti i nomi completi…in genere chi mi chiamava “Alberto”, da bambino/ragazzino, era un insegnante o un genitore e lo faceva per rimproverarmi per qualcosa, quindi preferisco mille volte i nickname ahahaha…!

4) WM: Come è nato il tuo nomignolo? So che te lo porti dietro da un bel po’….

Naska: Ho un naso importante che ora non si nota tanto, ma da adolescente era più evidente. Così al primo allenamento di calcio, intorno ai 13 anni, il mio allenatore mi vide e mi disse “Minchia che naso che hai! Da oggi ti chiamo Naska” (Naska significa naso in vari dialetti del centro/sud).

5) WM: Accenniamo un po’ alla tua biografia. Nasci ventinove anni fa e…

Naska: e…subito mi accorgo di avere una enorme passione per i motori. Qualcosa di innato, di presente nel mio DNA. Sapevo che da grande avrei voluto correre con qualunque mezzo a motore! Ma per correre servono tanti soldi o perlomeno una famiglia inserita nel settore. Ecco, io sono nato in una famiglia povera che non sapeva manco cosa fosse un motore. Bingo! Da lì è iniziata una lunga incessante ricerca per trovare un modo per correre.
E’ una lunga storia che racconto bene nel video “Draw My Life” presente sul mio canale Youtube. In breve, dopo 6 anni passati a fare gare sui simulatori di guida, dopo una laurea in ingegneria informatica con 110, un talent show vinto in tv con conseguente abbandono di università e fuga da casa a 22 anni, una casa di produzione aperta, sempre a 22 anni, 5 anni di lavoro nel motor sport, 3 anni di teatro, svariati corsi di formazione di comunicazione… insomma dopo questi 10 anni di mille peripezie passati a cercare un modo di correre, finalmente a 27 anni ho scoperto la potenza dei social e di YouTube. E da lì, dopo aver raggiunto 100K iscritti in pochi mesi, finalmente ho trovato gli sponsor con cui correre e ho realizzato il mio sogno più grande.

6) WM: Dunque, la passione per qualunque cosa abbia un motore, è da tempo nel tuo dna. In questo senso, diciamo così, non hai certo seguito le orme genitoriali. Come hanno reagito i tuoi alle tue scelte professionali e di vita? Hai dovuto lottare contro i pregiudizi che ti volevano impiegato come ingegnere informatico (NDR: Naska o meglio, il dott. Aberto Fontana, è laureato in ingegneria informatica)?

Naska: Nella vita ho sempre ascoltato ciò che le persone intorno a me mi dicevano, ho valutato il loro punto di vista, ma, una volta tratte le mie conclusioni, ho poi sempre agito di testa mia. Non ho mai dovuto lottare per convincere qualcuno che le mie scelte fossero giuste. Semplicemente se qualcuno, chiunque esso fosse, non era d’accordo col mio punto di vista, io continuavo per la mia strada e lui per la sua. Quindi, per quanto tanti intorno a me non sostenessero le mie scelte, ho continuato a testa bassa nel mio percorso lasciando loro sul loro.

7) WM: Però è noto che chi vuol fare il pilota e non ha una famiglia facoltosa alle spalle, purtroppo non è agevolato. Quali sono le possibilità, realisticamente, che ha un ragazzo di perseguire un sogno come il tuo (NDR: di diventare pilota)?

Naska: Oggi tutti i piloti presenti in F1 e MotoGP hanno iniziato a guidare in pista da quando erano bambini (4,5,6 anni). Capisci che a 5 anni non puoi dire “voglio correre in moto” e metterti a cercare sponsor. Devi per forza essere avviato dai genitori. Quindi, chi vuole intraprendere questa carriera non solo si trova di fronte alla difficoltà del trovare il budget, ma deve anche essere inserito dai genitori. Inoltre, se si inizia tardi, ci si trova anche a dover competere con gente che magari ha già 10-15 anni di guida in più alle spalle. Se non si inizia da bambini e non si ha disponibilità economica è quasi impossibile diventare competitivi nelle massime categorie. Ci si può, però, togliere soddisfazioni in altre categorie, come Endurance o campionati e trofei nazionali o altre categorie automobilistiche. Ma chi vuole intraprendere questa carriera deve avere ben chiaro in mente che l’idea di venire pagati per correre è talmente lontana da esser quasi utopistica.

8) WM: In una storia di successo come la tua, spesso tante attività hanno costituito un inconsapevole viatico e spesso c’è un punto di svolta. Posso chiederti di parlarcene brevemente?

Naska: Ve ne sono state talmente tante che dovrei scrivere un altro libro per raccontarle tutte! Posso dire che ciò che le accomuna è stato il conoscere persone nuove e lo svolgere attività nuove, spesso al di fuori delle mie routine, abitudini e comfort zone. Fondamentalmente tutti i punti di svolta si sono presentati quando ho fatto qualcosa di nuovo e di diverso e mi sento di dire che la chiave del successo è proprio questa. Sperimentare quante più cose nuove e diverse possibile.

9) WM: Veniamo al sodo. Chi volesse iniziare e non ha molti soldi, dicci se si spende di meno gareggiando sui Kart o nel motocross (ci sono altre opzioni?). Secondo la tua esperienza, quali sarebbero i costi minimi annuali per potere anche solo accarezzare l’idea?

Naska: Ricordiamoci che il budget dipende da quanto vuoi essere competitivo. Puoi spendere poco ma arriverai sempre ultimo…allora a che serve correre? E inizia quindi quel circolo vizioso in cui per vincere spendi sempre di più. Tra le due comunque, costa molto meno il motocross. Per fare un campionato italiano Kart non bastano 50mila€, mentre col motocross i costi sono estremamente inferiori! Inoltre nel kart è fondamentale il mezzo, mentre nel cross se sei un fenomeno puoi fare la differenza mettendoci del tuo. Anche se nel cross gli infortuni e le fratture sono nettamente superiori. E’ il rovescio della medaglia.

10) WM: E per un adulto (tra i tuoi followers, ci consta vi siano molti ragazzi “diversamente giovani”….)?

Naska: Esatto, il fatto che mi seguano soprattutto “giovani” è un luogo comune. Il 56% del mio pubblico è over 25. Comunque, Dipende!
Innanzitutto dipende da cosa fai nella vita. Se il lunedì devi essere al lavoro altrimenti la tua azienda perde migliaia di euro, dimenticati di correre in moto, dove in un weekend di gara con 300 piloti almeno 3-4 tornano a casa fratturati. Non che l’automobilismo non sia rischioso, ma gli incidenti con danni fisici sono molti meno.
Inoltre dipende da che budget hai. In moto Con 5-10K l’anno fai un campionato con le pitbike o col cross (fratture assicurate, io sulle pitbike ci ho lasciato 1 clavicola e 5 costole!), con 15-30K l’anno un trofeo amatoriale con le 600, con 15-50K con le 1000, per poi salire a 50-100K per campionato italiano superbike.
In auto, invece, puoi correre con le Formula Predator o le Legends con cifre tra i 10 e i 20K l’anno, con le Griiip G1 intorno alle 50K l’anno, Europeo Nascar tra le 60 e 80K, per poi esplodere a diverse centinaia di migliaia o alcuni milioni di € l’anno per i campionati GT o mondiali Formula. Si è capito che servono soldi, vero?
Ah, ricordatevi che le cifre proposte sono danni esclusi. La mia Yamaha R1, che ha una preparazione base, costa 30K. Una caduta sfortunata e la butti! Una GT può costare oltre 300K.

11) WM: Talvolta hai detto che ti piace di più essere pilota automobilistico che di moto. Però sembri molto più attivo nella velocità a due ruote. Sembra una contraddizione….

Naska: Fino a 2 anni fa sì, ora non saprei cosa scegliere. All’inizio mi sentivo più a mio agio in auto in quanto la padroneggiavo meglio delle due ruote e mi spaventava molto meno. Chi non ha guidato una moto da corsa 1000 non ha idea di quanto sia allucinante e quanto faccia paura. Oggi, che sto acquisendo molta più confidenza, mi piacciono entrambe allo stesso modo. Sono più attivo sulle due ruote per 2 motivi:
1) costano meno
2) devo recuperare i decenni di mancata esperienza che non ho sulle 2 ruote, avendo iniziato a 26 anni!

12) WM: Veniamo a tempi più recenti. So che hai scritto un bel libro autobiografico (NDR: “Fino all’ultima curva” ed. Mondadori, in vendita sui maggiore store). Come mai uno Youtuber, ossia uno che per definizione fa entrare nella propria vita un vasto pubblico (NDR: ricordo la critica mossa per le riprese che hai continuato a farti nonostante la clavicola rotta in più punti…), ha l’esigenza di raccontarsi anche per iscritto?

Naska: In realtà non sono uno Youtuber, ma un creatore di contenuti. I contenuti che creo sono di vario genere (video, audio, foto, testi) e vengono pubblicati su varie piattaforme (Youtube, Facebook, Instagram, siti web, Twitch, TikTok, TV, Carta stampata). E la carta stampata non è altro che una di queste piattaforme.

13) WM: Dunque,, posto che il libro va letto tutto per capire nel dettaglio cosa hai voluto trasmettere ai tuoi lettori, puoi accennare a uno dei messaggi che hai inteso dare?

Naska: Il messaggio principale che ho voluto dare è che volere=potere. Chi vuole qualcosa, e insegue quel qualcosa di sicuro otterrà dei risultati. Ma bisogna aver chiaro che l’ottenere ciò che si desidera è un percorso lungo e difficile che richiede tanto impegno, tanta dedizione, tanta fatica e tanti sacrifici. Le cose facili non esistono.

14) WM: Tempi di lock down da Coronavirus. Come hai rimoduato la vita e la tua attività professionale? So che fai molte gare su piattaforma virtuale….

Naska: Un altro mio motto è problema = opportunità. Questo lockdown ha creato un grosso problema in quanto le gare e le mie attività tutte sospese. Però tutti sono in casa e si annoiano, quindi si riversano sui social! E questa è una grossa opportunità. Quindi è lì che ho spinto l’acceleratore. Le mie gare reali sono diventate virtuali e le trasmetto in diretta sulla principale piattaforma di streaming, ovvero Twitch.

15) WM: Quindi cosa farai non appena si allenteranno le misure di distanziamento sociale e potrai uscire?

Naska: La prima cosa che farò sarà immediatamente correre in pista e girare in moto. E la seconda cosa che farò immediatamente dopo sarà uscire con una ragazza.

16) WM: Ci stiamo avviando verso la fine dell’intervista e a questo punto ci sta una domanda sui progetti professionali che hai nel prossimo futuro (breve e medio termine)….

Naska: Uno degli obiettivi che ho nella vita è diventare ricco e finanziariamente libero. Questo sia per poter vivere una vita senza pensieri, sia per poter correre ad alti livelli. Per questo sto studiando da diversi anni come fare. Ho visto grandi possibilità nel settore immobiliare e sto studiando ormai da mesi al fine di iniziare a lavorarci appena torniamo liberi.

17) WM: E sul fronte familiare? Insomma un’attività frenetica come la tua è compatibile con le esigenze di un rapporto di coppia?

Naska: Mi sono promesso di iniziare a pensare a una famiglia a partire dai 35. Ho ancora 5 anni di tempo…

18) WM: Un’ultima domanda. Hai ancora sogni nel cassetto? Insomma, parlaci (se esiste) di un progetto a lunga scadenza che vorrai fare in un futuro più o meno lontano…

Naska: Di idee future ne ho davvero tantissime, ma tutte ancora nebulose e poco definite. Diciamo che ciò che sto vivendo ora mi assorbe talmente tante energie mentali che non ho modo di pensare a cose nuove. Ma col tempo quelle idee che al momento sono ancora embrioni non definiti, diventeranno qualcosa di grande.

WM: Grazie Naska, per il tempo che hai così cortesemente dedicato a WeeklyMagazine e avanti col gas aperto “a manetta”. Sempre.