LIFF6, continua il festival lametino del cinema


Lamezia Terme, 18 novembre. La quinta giornata del Lamezia International Film Fest diretto da Gianlorenzo Franzì si è conclusa sabato 16 novembre con l’atteso incontro de Le Coliche formato dai fratelli Fabrizio e Claudio Colica e Giacomo Spaconi (NDR: in foto).

Il trio comico rivelazione del 2019, tra parodie e storie di vita quotidiana, offrono attraverso i loro video una prospettiva assolutamente pungente e ironica della realtà che li circonda, da Roma alla generazione di cui fanno parte, dalla scena musicale contemporanea al panorama cinematografico.

“I nostri progetti nascono su Whatsapp – hanno affermato Le Coliche – abbiamo un nostro gruppo e quando ci viene un’idea la buttiamo lì sia per proporla agli altri componenti del gruppo, sia per registrarla. Nasce tutto vivendo a distanza”. I tre hanno poi raccontato il loro rapporto con il pubblico. “Ci fa piacere essere riconosciuti per strada perché è il feedback più sincero che uno puo’ avere – hanno raccontato – avere la stima di chi ti incontra è soddisfacente. Ovviamente non siamo ai livelli per cui non riusciamo a camminare per Roma, ma prima o poi ci arriveremo”. Non mancano i riferimenti sulla musica trap che, ultimamente, sta spopolando tra i giovani. “La trap è il punto di congiunzione tra il rap e la musica elettronica. E’ un’estremizzazione, minimalizzazione del rap, del pop. Noi non siamo frequentatori di trap o di musica in generale. Sappiamo solo che questa musica sta spopolando. L’abbiamo analizzata e studiata e ci siamo chiesti perché i nostri figli e i vostri nipoti ascoltino questa musica. A quel punto, dopo un’attenta analisi, creiamo una parodia su questa musica e su questi artisti”.

Ma da dove nascono gli sketch de Le Coliche? “Dalla realtà – hanno affermato dall’esigenza di raccontare il nostro quotidiano. Volevamo fare qualcosa nella comunicazione e nel cinema. Abbiamo incontrato numerosi registi frustrati, casting con problemi di raccomandazione, produttori, maestri. Da lì è nato il nostro primo prodotto ‘Io non sono un cane’ che incontrava in ogni puntata un addetto ai lavori diverso. Successivamente abbiamo visto che parlando della nostra vita potevamo raccontare ciò che ci circonda e ogni volta lo facevamo con un linguaggio e format diverso facendo della satira, della critica o una mera descrizione della realtà”. Ci sarà prossimamente un film su Le Coliche? Il gruppo risponde così: “Una volta abbiamo fatto un pesce d’aprile in cui abbiamo realizzato un trailer. Da parte nostra c’è tutta la volontà di fare un nostro film. Però forse non è ancora il momento giusto perché non sappiamo quanti italiani andrebbero a vederlo. Un conto è vedere un nostro video mentre sei in bagno, un conto è uscire di casa con il freddo, prendere la macchina, stare in mezzo al traffico e pagare il biglietto del cinema per vedersi due ore di Coliche. E’ un passo importante che deve essere ponderato con estrema attenzione”.

La quinta giornata del Lamezia International Film Fest diretto da Gianlorenzo Franzì, che si è concluso sabato sera, ha visto anche la presenza di molti ospiti d’eccezione: l’attrice Isabella Ferrari, il regista Mario Martone, la sceneggiatrice Ippolita Di Majo e il regista francese Jean Jacques Annaud.

Alla Ferrari, che ha ritirato il PREMIO LIGEIA nella categoria ESORDI D’AUTORE, è stata inoltre dedicata la retrospettiva MONOSCOPIO che l’ha vista protagonista di numerosi film di successo da lei interpretati tra cui Amatemi, La vita oscena, Romanzo di un giovane povero, Arrivederci amore ciao.
“Questo mestiere è iniziato per volontà di mia madre – ha affermato l’attrice – vivevamo vicino Piacenza, in campagna e lei era una grande appassionata di cinema. Ha da sempre puntato molto su di me facendomi fare, a sedici anni, dei concorsi di bellezza. Dopo la vittoria di alcuni concorsi ho inciso un disco pur non sapendo cantare, ma mi ha dato la fortuna di incontrare Carlo Vanzina, un grande gentiluomo. Mi fece una breve intervista e nel giro di un mese mi sono ritrovata sul set di Sapore di Mare, insieme con Virna Lisi, una donna meravigliosa e attrice gigantesca. Mai avrei immaginato che quel film mi avrebbe portato un successo così grande. Non potevo più girare per Roma, tutti mi chiamavano ‘Selvaggia’”.
Isabella Ferrari ha ripercorso la sua carriera parlando del suo rapporto con importanti registi come Ettore Scola – “Scola venne a teatro a vedere il primo spettacolo che feci a Milano e subito mi ha offerto il ruolo di protagonista nel film Romanzo di un giovane povero. L’inizio delle riprese, però, continuava a subire dei ritardi e nel frattempo rimasi incinta della mia prima figlia. A quel punto pensai che non avrei più fatto quel film a cui tenevo molto. Le riprese iniziarono e, nonostante fossi incinta di 5 mesi, Scola mi prese ugualmente. Mai avrei pensato di poter vincere la Coppa Volpi a Venezia, eppure successe”. Attualmente la Ferrari è sul set della terza serie di Baby. “Nella prima serie ero una madre molto superficiale che non capisce nulla della vita della figlia, nella seconda si rende conto che sua figlia si prostituisce e non riesce a fare nulla per lei. Nella terza serie non mancheranno le sorprese. Il bello di questo mestiere è che diventano tutte delle meravigliose sfide. E’ sempre un salto nel vuoto”.

Presenti a Lamezia anche il regista Mario Martone e la sceneggiatrice Ippolita Di Majo che hanno raccontato alcuni retroscena del loro lavoro: “Per fare questo mestiere ci vuole tanto coraggio – ha affermato Martone – a me fortunatamente non è mai mancato, ho sempre fatto delle scelte libere da criteri commerciali, sia al cinema che a teatro”. Il regista ha spiegatio, inoltre, quanto lo avesse colpito il romanzo di Elena Ferrante L’amore Molesto, da cui ha realizzato l’omonimo film nel 1995. “Dopo averlo letto sono rimasto molto colpito da questo libro, nel senso più fisico. Pagina dopo pagina sentivo la rievocazione di Napoli, la mia città. Era descritta in forma brutale, si parlava del traffico, delle sue zone più oscure. Una Napoli insidiosa, molesta. C’erano corpi, gente addossata negli autobus, sudore, dialetto. Ma la Ferrante era riuscita a descrivere tutto in maniera cristallina. Mi tuffai così nella realizzazione del film, girando per Napoli con il libro in mano come se fosse una mappa. E’ stata un’esperienza molto forte”. Martone ha parlato anche dell’importanza del pubblico: “Sottovalutare il pubblico è una forma politica repressiva. Il pubblico vuole determinate cose e bisogna accontentarli. Non dargli fiducia è sbagliato perché un film può scatenare reazioni importanti. Dove c’è confronto, c’è vita e questo avviene anche nell’arte”. Anche Ippolita Di Majo ha spiegato come sia necessario “guardare il pubblico come cittadini, come essere umani e non come consumatori o compratori”.

A chiudere questa sesta edizione, poi, è stato il maestro francese Jean Jacques Annaud che ha ricevuto il PREMIO CARL THEODORE DREYER.

Al LIFF6 si è svolto anche il concorso internazionale di cortometraggi “COLPO D’OCCHIO” che ha visto i seguenti vincitori:

Miglior film COUNTING di Rahil Bustani (11’05’’)
La storia dell’umanità è il racconto della sofferenza dei popoli nelle mani di pochi.

Miglior regia VENTILATORE di Luca Sorgato (19’51’’)
Un uomo chiuso in casa fissa le mosche: i sogni rivoluzionari sono dissolti. Ma il tempo scioglie solo il corpo non il ricordo…

Miglior attore GIORGIO COLANGELI per CONDOMINIUM di Elettra Raffaella Melucci (14’16’’)
In un futuro prossimo, un nuovo sistema amministrativo organizza le elezioni del mansion organizer in un condominio…

Miglior attrice LIDIA VITALI per SOUBRETTE di Marco Migolla (13’ 58’’)
Barbara era una showgirl negli anni ‘90: ora vuole tornare ad essere famosa, in un reality per VIP del passato…

Miglior doc U SONU di Daniel Contaldo, 17’40’
Alessandra Belloni è una suonatrice di tamburo che visita Tropea che ha collaborato…

Premio UNA giuria popolare LA FLAME di Orazio Guarino (13’)
Steso sul letto, in posizione fetale, un uomo aspetta una chiamata. Una rinascita o la fine?

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Fonte:
Licia Gargiulo
Francesca Polici