Open Arms: Salvini dice “si” ai (presunti) minori di Conte


“Prendo atto che disponi che vengano sbarcati i (presunti) minori attualmente a bordo della nave Open Arms. Darò pertanto, mio malgrado, per quanto di mia competenza e come ennesimo esempio di leale collaborazione, disposizioni affinchè non vengano frapposti ostacoli all’esecuzione di tale Tua esclusiva determinazione, non senza ribadirTi che continuerò a perseguire in tutte le competenti sedi giurisdizionali l’affermazione delle ragioni di diritto che ho avuto modo di esporti”. Questo per evitare che la tua decisione per il caso open Arms costituisca un pericoloso precedente per tutti coloro che potranno ritenere normale individuare il nostro Paese come unico responsabile dell’accoglienza e assistenza di tutti i minori non accompagnati (o presunti tali) presi a bordo in qualsiasi angolo del mediterraneo o nel mondo”.

Con questa lettera il Ministro degli interni Matteo Salvini “concede” al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte la sua benedizione a che i (presunti) minori possano sbarcare sull’isola di Lampedusa ma ribadisce che compirà tutti gli atti necessari per salvaguardare le frontiere italiane dall’ingresso non autorizzato delle navi delle Organizzazioni Non Governative e dei migranti.

Il Ministro, infine, responsabilizza il Premier paventando la possibilità che la sua decisione possa comportare oneri non dovuti per il nostro Paese:

“Con altrettanta sincerità – conclude Salvini – Ti rappresento il rammarico e la preoccupazione che tale Tua determinazione possa provocare una irreversibile ed onerosa presa in carico, per il nostro Paese, dell’assistenza di soggetti che, successivamente, potrebbe rivelarsi non dovuta”.

Nel frattempo la Procura d’Agrigento ha inviato la Polizia al Viminale per acquisire eventuali fascicoli sull’inchiesta, che al momento è ufficialmente contro ignoti, circa un possibile reato di sequestro di persona.

Insomma, un cliché già visto nei mesi passati che si ripete stancamente, mentre il parroco di Sora (FR) nell’omelia per le celebrazioni della festa di San Rocco parla di migranti che arrivano con telefonini e catene d’oro al collo.

Don Donato Piacentini, infatti, si è scagliato contro i migranti e chi li soccorre. “Vanno a soccorrere persone che hanno telefonini o catenine e catene al collo e che dicono di venire dalle persecuzioni. Ma quali persecuzioni? Guardiamoci intorno, guardiamo la nostra città, la nostra patria. Guardiamo le persone accanto, che hanno bisogno e quante ne ho conosco io, sono tante, tantissime, una marea che si vergognano del loro stato di vita”.

L’allusione è fin troppo evidente alla sceneggiata inscenata dall’attore statunitense Richard Gere solo pochi giorni fa (NDR: nell’immagine a corredo di questo articolo l’attore è ritratto con alcuni migranti sulla Open Arms e uno di loro ha una vistosa catena d’oro al collo).

La immagini di questi migranti che immancabilmente raccontano come siano stati affamati e depredati di tutto durante il lungo viaggio verso l’Italia ma che appaiono palestrati e adorni con catenine d’oro e l’immancabile cellulare in mano (al punto da far sembrare che sia il “povero” Richard Gere a necessitare d’aiuto e migliore alimentazione), stride con le foto di alcuni scheletrici bambini africani che invece restano nel continente nero e non può non venire il dubbio che stiamo aiutando gli africani sbagliati.