Carabiniere ucciso. Insegnante: uno di meno, non sentiremo la sua mancanza


Mario Cerciello Rega, Vicebrigadiere della Benemerita, muore accoltellato durante un servizio in borghese.
L’efferato omicidio Ha infiammato il web per la notizia che a uccidere il militare fosse stato un extracomunitario magrebino. Poi si è saputo che gli indiziati sarebbero due balordi americani che avevano appena derubato un pusher.
Ma poco importa. La sostanza non cambia: lo sdegno popolare è contro chiunque, magrebino o americano, pensa che l’Italia sia terra di conquista, il paese del bengodi dove, cioè, è possibile abbandonarsi a qualunque sozzeria o commettere impunemente qualsiasi reato.
Il sentimento di ribellione é stato tale che, mentre le pantere della Polizia di Stato si radunavano sotto il Comando Generale dell’Arma con le sirene spiegate in segno di lutto e solidarietà ai colleghi, su alcune pagine Facebook si è diffuso questo testo a sostegno delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate:

A che ora è morto il Carabiniere accoltellato da uno straniero?
Non è morto stanotte, è morto in un tempo indefinito del passato.
È morto quando avete scritto A.C.A.B. sui muri, o i più raffinati 1.3.1.2.
È morto quando avete intonato la canzoncina che inizia dicendo: “la disoccupazione ci ha dato un bel mestiere, mestiere di merda Carabiniere..”
È morto quando nella libertà del vostro seggio elettorale avete votato chi sponsorizza un’immigrazione senza controllo, senza regole, senza giustizia.
È morto quando parlamentari italiani si sono resi complici di uno speronamento ai danni della Guardia di Finanza.
È altresì morto quando avete fatto la vostra colletta per sponsorizzare chi materialmente ha speronato i Finanzieri.
È morto nel 1999 quando l’allora Governo nei primi 100 giorni abolì l’oltraggio a Pubblico Ufficiale, perché offendere chi rappresenta lo stato con la propria divisa non deve essere considerato reato; l’oltraggio venne poi reinserito in seguito.
È morto quando Barbara Balzerani, nome di battaglia Sara, libera dopo essere stata condannata a più ergastoli, ha potuto esaltare pubblicamente quanto fosse stato divertente uccidere Carabinieri e Poliziotti negli atti terroristici da lei compiuti.
È morto quando nessun PM ha preso provvedimenti per quanto istigato dalla Balzerani.
È morto quando l’amministrazione comunale di Milano ha votato contro il taser per la locale Polizia Municipale. Meglio un Vigile Urbano accoltellato che un delinquente colpito dal taser!
È morto a ferragosto, quando anche quest’anno una compagine politica andrà a trovare i detenuti in carcere, per vedere se hanno troppo caldo, senza esser mai stati a trovare un familiare delle vittime di quei delinquenti che giustamente stanno in galera.
È morto quando sono stati invitati assassini di Poliziotti o Carabinieri nelle università per tenere le loro sponsorizzate conferenze.
Il Carabiniere ucciso stanotte è morto tanto tempo fa, quando avete scelto da che parte stare ed avete scelto di stare contro gli uomini e le donne in divisa che rappresentano lo Stato. E chi ha scelto di stare contro i rappresentanti dello Stato è colpevole tanto quanto i balordi che stanotte hanno materialmente inferto le coltellate.

Ma neppure la tragedia che ha colpito un giovane carabiniere, peraltro da non molto sposato e dedito al sociale nel tempo libero, ha unito tutti gli italiani in un moto di rifiuto della violenza giacché, al contrario, è anche apparso un più che inopportuno post sulla bacheca di un’insegnante di Novara, Eliana Frontini, che ha scritto su una pagina Facebook: “Uno di meno, e chiaramente con uno sguardo poco intelligente, non ne sentiremo la mancanza”.
L’autrice del commento, subissata da epiteti ed improperi, forse anche per timore di ritorsioni lavorative (NDR: Non si è ancora spenta l’eco del licenziamento di Flavia Lavinia Cassaro dello scorso anno, la maestra che manifestava coi centri sociali urlando ai poliziotti “dovete morire!”), ha prima tentato una improbabile difesa ma poi ha ammesso l’enormità di quanto scritto e si è scusata pubblicamente. Ma la sua frase sulla tragica scomparsa di Mario Cerciello Rega ha suscitato pesanti polemiche al punto che la stessa insegnante, subissata dalle repliche sdegnate della gente, ha preferito chiudere il suo profilo social e “Raccontiamo Novara”, una pagina social che si occupa di promozione della cittadina piemontese, ha comunicato la fine della collaborazione con la professoressa che curava per essa articoli di storia dell’arte. Inoltre l’Ufficio scolastico regionale del Piemonte ha avviato un procedimento disciplinare nei riguardi della docente e sulla vicenda stanno indagando i Carabinieri di Galliate (NO).
Fermo restando il diritto di avere le proprie idee politiche, non si può, infatti, tollerare che un dipendente dello Stato, che tra le altre cose ha una funzione pubblica importante come quella di educatore ossia ha la responsabilità di essere punto di riferimento per i giovani, possa invece minare i principi fondanti della Repubblica dando un così cattivo esempio.
Ma anche solo dal punto di vista morale, quale essere umano appartenente al consesso dell’umana società, non si comprende proprio come si può essere così cani da esultare alla morte d’un uomo lasciandosi andare a commenti così gratuiti e sprezzanti.