Salvini è il male?


Chi ha buona memoria ricorderà che a metà degli anni ’90 i quotidiani e le reti Rai iniziarono una vera e propria campagna diffamatoria nei confronti del governo guidato da Berlusconi.
In prima linea si schierarono La Repubblica e l’Espresso, a cui si accodarono la maggior parte dei quotidiani nazional, mentre i soliti volti della TV di stato (da Santoro a Lerner, passando per l’intestino della Gruber) ci diedero giù a colpi d’ariete contro il Governo fino a farlo vacillare e poi cadere.
Ora sta accadendo qualcosa di molto simile, però amplificato dagli strumenti odierni, dai social network ai mezzi di comunicazione via web e telefono (Whatsapp, Messenger, ecc.) nei confronti di Salvini e – in parte – del governo giallo-verde. È a tutti gli effetti un tentativo di colpo di stato strisciante, orchestrato da una certa parte politica e da quella congerie di sinistroidi radical-chic, buonisti e politicamente corretti dall’anima rossa e dalla faccia sbiadita come i loro pensieri.
Questi pseudo-intellettuali, convinti da anni che la cultura sia solo di sinistra e quindi tronfi della loro prosopopea elitaria, stanno cercando ogni giorno di più di crocifiggere il ministro dell’Interno per la sola ragione che si è erto a difensore di quell’identità nazionale che la sinistra sta sempre più cercando di demolire grazie alle cornate inflitte dalle varie passionarie rosse: Boldrini, Kienge, Bonino e via così immondiziando.
Il complotto è visibile a chiunque. Non serve fare nemmeno la più banale dietrologia: basta ascoltare i Tg, ivi compresi quelli delle reti Mediaset. Infatti l’ex-cavaliere – ormai appiedato prima dai giudici e oggi dai suoi vecchi elettori – non ha perso tempo per accodarsi al carro dei detrattori, mettendo in atto una ‘politica del predellino’ alla rovescia nella speranza che il futuro gli riservi ancora almeno un ruolo di comparsa prima che la Signora con la falce permetta ai tanti seduti sulla sponda del fiume di vedere coronata la loro attesa.
Cesara Buonamici e gli altri giornalisti al soldo di Fininvest, scrivemmo, devono stare molto attenti alle fermate improvvise del loro benefattore, rischiando di trovarsi per lo meno con una buona spanna di lingua coperta di sostanza maleodorante.
Ogni Tg è una pena: si sparla di litigi e polemiche continue tra Salvini e Di Maio, a livelli che nemmeno la coppia de “La guerra dei Roses” avrebbe mai immaginato, tanto che ci si chiede: ma se davvero litigano così come fanno a sopportarsi ancora?
In particolare Matteo Salvini è additato al pubblico ludibrio come un Satana arrabbiato, il Male assoluto che vuole morti tutti gli africani prima ancora che sbarchino sulle nostre coste.
Ma ciò che più stupisce è il ruolo preponderante che il Vaticano sta avendo in tutto ciò. Ancor di più è tremendamente preoccupante che papa Francesco si comporti da gesuita prima ancora che da pontefice massimo della cristianità. La sua ingerenza nella politica italiana è scandalosa, con l’evidente scopo di screditare e demolire gli atti di un ministro dell’Interno che – fino a prova contraria – non dipende né dal papa né da Soros e dai suoi sinistri amichetti!
Eppure Francesco va a braccetto con la sinistra nel tentativo di legalizzare l’immigrazione indiscriminata di moltitudini asiatiche e africane che mai potrebbero essere accolte degnamente sul territorio europeo. Sarebbe una vera e propria sostituzione etnica, come a suo tempo gli Ottomani fecero in Bosnia e in Armenia, per citare solo un esempio.
Eppure chi non la pensa così viene tacciato di fascismo, mentre questi falsi profeti hanno inventato ad arte un presunto rigurgito fascista che esiste solamente nelle loro spaziose scatole craniche, volto a minare la buona fede di un popolo che certe volte vota sì con la pancia, ma che nella sua genuinità vuole e deve essere rispettato.
Assistiamo a trasmissioni vergognosamente faziose dove un presentatore strapagato (con i nostri soldi!) con uno scrittore-plagiatore accompagnato da un prete ammaestrato diffonde messaggi falsi da una nave di una ONG mentre recupera clandestini dalle coste africane. Il bello è che nessuno sembra far caso al fatto che quei poveretti vengono recuperati e non salvati. Non erano in pericolo di vita, bensì semplicemente alla fonda in attesa che arrivasse la nave di turno, dopo di che vengono buttati appositamente a mare per simulare la condizione di pericolo!
Ma il gesuita in abito bianco (il papa bianconero?) non si fa il minimo problema a interferire negli affari dello Stato italiano. Questa ingerenza sembrerebbe essere concertata con la sinistra, quasi fossero le prove per un nuovo compromesso storico. Non abbiamo – ovviamente prove di questo – ed è per questa ragione che usiamo il condizionale, ma se ci consentite il dubbio è lecito.
Dove porterà tutto ciò? Se un governo legittimo ed eletto dal popolo viene brutalmente violentato dai poteri della stampa di partito e della religione cattolica, temiamo che possa portare a uno scontro senza precedenti. Anche perché la teppaglia dei centri sociali e le frange estremiste che trovano una sponda nei sotterranei della sinistra istituzionale non ha mai dismesso il vocabolario degli anni di piombo, quando uccidere un fascista non era (e forse per loro non lo è nemmeno ora) un reato. Eppure i fascisti di allora discendevano direttamente da Almirante, Romualdi, Birindelli e Rauti. Insomma, erano fascisti di ben altro spessore. Ma si sa, gli slogan ben studiati penetrano nel cervello e lasciano una traccia indelebile, passando forse anche da una generazione all’altra.
Oggi il fascismo è decisamente defunto, al pari del PCUS, della Rivoluzione Francese e della Guardia Imperiale napoleonica. Eppure la sinistra si vede costretta a riesumare gli spettri di un passato finito per sempre per poter giustificare la sua esistenza.
Prendiamo ad esempio l’ANPI: quanti soci di diritto potrà oggi contare? Un centinaio? Forse meno, eppure come scritto di recente continua a puppare denaro pubblico; oltre due milioni di euro l’anno sottratti ad opere ben più meritorie e caritatevoli, che peraltro non attua nemmeno il papa dell’altro mondo, portato in palmo di mano in primis da quella stampa che non trova il coraggio di criticarlo.
Concludendo, non sappiamo dove tutto questo ci porterà, ma la lotta sarà senza quartiere. Se un Mario Monti qualunque si è spinto a dire che sarà inevitabile una guerra mondiale qualora alle elezioni europee vinca il fronte sovranista, beh, lui che è certamente vicino ai cosiddetti poteri forti sa bene che l’uso di certe frasi è pericoloso già di per sé, quindi il pronunciarle ha un significato ben preciso.
Questo voler a tutti i costi dipingere il sovranismo come il male assoluto sarà un boomerang verso la sinistra che lo paventa: perché l’uomo sano di mente sa bene che il sovranismo non è altro che la volontà di voler difendere la propria identità e la propria cultura da una congerie di elementi estranei il cui unico scopo sarebbe quello di ridurre ciascun popolo europeo ad una massa omogeneizzata e omologata più facile da comandare (e qui Soros ci sguazza proprio bene).
Schierarsi con le forze cattoliche o della sinistra oggi non è degno di un italiano conscio del nostro passato millenario, segnato da tragedie e da momenti di gloria purissima. Non è possibile allearsi o semplicemente votare chi sta seminando odio e sta lucrando di fatto sulla violenza dilagante, cavalcandola anziché combatterla e affibbiandone la colpa a Matteo Salvini.
Il quale, non fosse altro che per questo, merita tutta la nostra comprensione.