La legittima difesa è legge (ma Mattarella la mutila)


Il Presidente della Repubblica ha firmato la rinnovata legge sulla legittima difesa che, dunque, diventa legge.
Ma lo ha fatto a modo suo, inviando contestualmente, del resto come da prerogative che la sua carica gli concede, lettere ai Presidenti di Camera e Senato.
La legge, voluta fortemente dalla lega, era stata approvata numerosi giorni fa e molti si chiedevano se Mattarella non stesse riflettendo sulla possibilità di rinviarla per un secondo esame al Parlamento.
La bocciatura di una legge con eminenti profili di incostituzionalità, che alcuni della sinistra avevano ravvisato nel testo della rinnovata norma, è infatti un’altra delle prerogative del Capo dello Stato.
Ma Mattarella, che stupido non è, ha ben compreso che se avesse rinviato la legge alle camere parlamentari, vista la larga maggioranza con cui è stata sdoganata dal Parlamento, sarebbe stata probabilmente approvata nuovamente tal quale con la conseguenza di doversi poi dimettere per eminente contrasto con l’Organo legislativo.
Evidentemente, pur se dovendo inghiottire un boccone amaro, se ne è guardato bene ed ha preferito una linea di compromesso.
Nella buona sostanza Mattarella ha ricordato nelle sue note che la novellata legge, che prevede la presunzione di innocenza da parte di chi si difende, contempla comunque l’esistenza di uno stato di grave turbamento e che tale stato non può essere presunto ma deve essere accertato.
Nella buona sostanza ha ribadito che i giudici hanno comunque il potere di inguaiare il cittadino perbene che in casa sua tenta di difendere sé stesso, i suoi cari e i suoi averi da malintenzionati che lo visitassero.
Una seconda indicazione, stavolta un rilievo tecnico, é stato fatto sottolineando la differenza tra furto con strappo, comunemente detto “scippo”, e la rapina in quanto è stato rilevato dal Presidente della Repubblica che la nuova legge non riguarda quest’ultima fattispecie criminosa, nonostante le ben più gravi modalità con le quali solitamente esse si svolgono rispetto ai furti con strappo.
Infine Mattarella ha ribadito che la funzione della difesa dei cittadini dai criminali e compito indelegabile ai privati in quanto appannaggio delle Forze dell’Ordine.
Alle lettere inviate ai Presidenti delle camere parlamentari, come c’era da attendersi, si sono elevati cori di giubilo da parte della sinistra, dei magistrati, dei penalisti e, forse, dei ladri.
I primi perché il Presidente ha, in affetti, mitigato lo smacco politico di una scelta parlamentare andata in direzione opposta alle loro ideologie.
I secondi perché Mattarella ha ridato loro il potere di incriminare chiunque.
I terzi perché sono stati rassicurati che non perderanno clienti che si dovranno comunque difendere in annose (e costose) controversie giudiziarie.
Gli ultimi perché, forse, vedono non tramontare le loro speranze per reclamare risarcimenti di centinaia di migliaia di euro in sede civile.
Insomma tutti contenti tranne, forse, le brave persone che si trovassero loro malgrado a doversi difendere da un’aggresione.