Le ville di Roma fuori le mura


Tra il XVI e il XVIII secolo, quando a Roma esplodeva l’estate, le grandi famiglie nobiliari di Roma si trasferivano nelle loro ville suburbane, cioè poco lontane dalla città e dalla sede pontificia, per godere dei benefici della campagna e di momenti di riposo e di svago. Queste residenze estive, pur essendo fastose, non erano create per una stabile permanenza, ma per organizzarvi feste o darvi ricevimenti in occasione di ricorrenze particolari, quando la calura estiva, particolarmente sofferta a Roma, sconsigliava il soggiorno nel palazzo di città.
Già gli antichi Romani avevano creato luoghi di delizie per trascorrervi i mesi più caldi: erano i loro “horti”, il più splendido dei quali era quello di Sallustio. Gli architetti dell’età rinascimentale e barocca cercarono di imitare quei meravigliosi giardini, costruendo, nel verde dei parchi, deliziosi casini per ricreare, con la loro magnificenza di decorazioni e ricchezza di sculture, gli ideali classici così cari ai loro mecenati.
Villa Borghese, Villa Doria Pamphili, Villa Madama, Villa Carpegna, Villa Glori, Villa Ada, Villa Torlonia formavano un’immensa area verde intorno alla città che ora, purtroppo è sempre più invasa dal cemento e dall’asfalto. In tempi diversi ma piuttosto recenti, queste ville e i loro parchi sono divenute proprietà comunali e si sono salvate da smembramenti e speculazioni edilizie di cui altre antiche residenze sono state vittime e, anche se non sempre curate come un tempo, sono ancora dei gioielli inestimabili di botanica e di arte e luoghi dove poter respirare aria non inquinata, passeggiare, fare footing e ginnastica.
L’esempio più noto è Villa Borghese, costruita fuori Porta Pinciana dal cardinale Scipione, nipote di papa PaoloV Borghese, e ceduta allo Stato italiano nel 1902 e poi donata al comune di Roma. Compresa entro un perimetro di sei chilometri, la villa ha numerosi ingressi ma i più frequentati sono quelli di Porta Pinciana e l’ingresso monumentale di Piazzale Flaminio. Se da Piazza del Popolo, si salgono i gradini della rampa del Pincio si arriva invece al giardino omonimo dalla cui terrazza si può godere uno dei panorami più noti di Roma.
Una grande varietà di piante popola il parco della villa e, se il pino domestico e il cipresso sono i più noti, si possono però anche ammirare cedri del Libano, palme, lecci, allori, querce, ulivi, platani, tigli, magnolie, bambù, aranci, eucalipti, aloe…e in mezzo a tanto verde, emergono le statue dei monumenti a W. Goethe, a Victor Hugo, a George Byron, a Giuseppe Garibaldi e anche all’ alpino e al suo mulo. Tante fontane creano luoghi di sosta e di refrigerio lasciando ammirati per la loro bellezza e originalità come la fontana di Esculapio o quella dei Cavalli Marini.
Il giardino del Lago è, senza dubbio, il punto più romantico del parco con il suo laghetto artificiale e l’isoletta con l’imitazione di un tempietto greco dedicato al dio della medicina.
Incastonata tra prati in pendio e circondata da secolari pini marittimi, si estende Piazza di Siena, lunga 200 metri, dove ogni anno, da quasi un secolo si svolge un famoso concorso ippico.
Tra i tanti fabbricati, piccoli e grandi, inseriti nello scenario di boschetti e giardini, emerge Villa Borghese Pinciana, residenza dei principi ed ora sede della Galleria Borghese che accoglie la collezione di sculture fra cui la famosa statua di Paolina Borghese del Canova e il David e il gruppo di Apollo e Dafne di Bernini. Altri edifici sono la Casina delle Rose, la casina dell’Orologio, l’Uccelliera. Dal 2003, inoltre, si può ammirare la ricostruzione del Globe Theatre di William Shakespeare a Londra.
Un secondo esempio di grande villa secentesca è Villa Doria Pamphili che si estende dall’area del Gianicolo, fuori Porta San Pancrazio, fino a gran parte della zona dell’Aurelia Antica ed è il più grande parco urbano di Roma con i suoi 184 ettari, ricco di scorci pittoreschi, di fontane, di statue e di cascate e di un laghetto abitato dalle nutrie.
La Villa Nuova è la costruzione di maggior prestigio, voluta dal cardinale Camillo Pamphili, figlio della celebre Donna Olimpia, e fu destinata all’esposizione delle collezioni artistiche di famiglia, ai ricevimenti grandiosi e agli svaghi durante la stagione estiva. Il nome del vicino casino detto del Bel respiro si estese poi a tutta la villa per “il clima soave e piacevole che non ha il simile”. Il giardino superiore è il più elevato dei tre che circondano il casino ed era disegnato all’italiana, mentre sul lato sud si apre il giardino segreto con al centro una bella fontana e il più basso è il giardino del Teatro con siepi di alloro e statue.
Per molti decenni, Villa Pamphili ha resistito alla minaccia di diventare suolo edificabile. Finalmente la sua destinazione a parco pubblico venne confermata dal Piano Regolatore del 1962 e nel 1971 venne aperta al pubblico divisa in due metà dalla via Olimpica.
Villa Borghese e Villa Pamphili sono, senza dubbio, le più celebri per la loro estensione, il loro verde e le loro meraviglie ma anche le altre ville, meno note, come Villa Blanc, Villa Madama, Villa il Vascello, Villa Mazzanti o Villa Balestra meritano di essere visitate e offrono scenari piacevoli e sorprendenti.