Una breve storia triste


C’era una volta un cantante spagnolo ultra cinquantenne che decide di andare a convivere con il suo compagno. Ad un certo punto entrambi, ricchi sfondati, decidono di COMPRARE due coppie di gemellini con una pratica a dir poco terribile che si chiama “UTERO IN AFFITTO”.
In pratica si compra l’ovulo di una donna scelta su un catalogo e lo si feconda con uno spermatozoo prelevato dal seme di uno dei due aspiranti padri. Una volta fecondato l’ovulo ed innescato il concepimento l’ovulo viene impiantato nell’utero di un’altra donna che porterà in grembo il bambino oggetto della compravendita.
Appena nato il bambino sarà strappato dalle braccia della donna che lo ha partorito (che non è nemmeno la madre visto che l’ ovulo non era il suo) e verrà consegnato nelle mani dei due aspiranti padri, pardon: “Genitore 1” e “Genitore 2”. Il bambino piangerà come un disperato alla ricerca del seno materno ma non importa, i ricchi possono comprare tutto…. anche il dolore immenso di un neonato che non riuscirà mai a conoscere le sue origini.
Dunque, dicevamo: i due portano a casa ben quattro bambini COMPRATI con questa orribile pratica.
Dopo 7 anni decidono di separarsi e pensano bene di separare anche i bambini.
Due rimarranno in Spagna con uno dei due padri, gli altri due voleranno in Messico con il cantante famoso.
Fu così che i bambini dopo essere stati COMPRATI come peluches per soddisfare un capriccio, dopo essere stati privati per contratto del profumo della propria madre (sia quella naturale che quella biologica, alle quali riusciranno comunque difficilmente a risalire), dopo essere stati catapultati in una realtà simile ad un asilo nido in cui le mamme non vengono mai a prenderti, ora saranno costretti ad essere separati dai “fratelli”.
Niente paura, risponde il cantante ricco e famoso, i bambini saranno in costante contatto tramite Skype.
E fu così che la profanazione dei diritti fondamentali dei bambini continua ad avanzare senza che nessuno abbia il coraggio di urlare : NON TI È PERMESSO!
FINE DELLA STORIA TRISTE

(si ringrazia Rosa Grazia Pellegrino)