Migranti, tutti ne parlano ma nessuno li vuole


L’Europa unità, l’Europa solidale, mostra il suo vero volto grazie alla questione dei migranti.
Da poche ore, infatti, é arrivata la chiusura dell’olanda a potersi fare carico dei 47 migranti, di cui 13 minori, presenti sulla Sea Watch.
Un arrivo inatteso, come ha commentato il Ministro dei Trasporti Toninelli, in quanto “in caso di maltempo la Sea Watch poteva ben dirigersi verso l’area di Zarzis a poco più di 70 miglia nautiche di distanza e invece la Sea Watch ha deciso di sfidare il mare puntando verso le coste siciliane che si trovano a oltre 100 miglia da Lampedusa”. Insommma la nave della ONG tedesca avrebbe messo irresponsabilmente a repentaglio la salute e la vita dei naufraghi pur di venire in acque italiane. Toninelli ha quindi chiosato: “Siamo di fronte a una violazione della legge del mare, secondo cui chi naviga in quelle condizioni dovrebbe fare rotta verso le acque più vicine dove trovare ridosso. Ripeto, più vicine”.
E se Salvini, condivisibile o meno che sia la sua posizione, almeno dice chiaramente qual’é la sua idea politica in ordine alla gestione dei migranti nazioni come la Francia, e ora l’Olanda, sono solidali solo se il carico dell’accoglienza se ne lo fa un altro stato.
Salvini da parte sua, fermo restando che l’Italia ha offerto di rifornire di cibo e acqua la Sea Watch nonché di fornire una eventuale assistenza sanitaria a bordo (tutte offerte rifiutate dal Comandante della Nave, che ora si trova davanti alla costa siracusana), ha infatti argomentato che siccome la Sea Watch batte bandiera olandese (a poppa della nave si può leggere “Amsterdam – NL”), fosse proprio il paese dei tulipani a doversi fare carico dell’accoglienza.
In fondo, per il diritto marittimo, la nave che batte la bandiera di una certa nazione é come se fosse territorio di quello Stato e la nazionalità della nave comporta la soggezione della stessa e dell’equipaggio a bordo alla sovranità di questo. Facile quindi argomentare che i migranti si trovino già su suolo olandese e convocare l’ambasciatore di quello stato per capire che intenzione avesse il suo paese in ordine a una possibile accoglienza.
Beh, si, forse é un po’ tirata per i capelli questa conclusione ma tanto è bastato per far insorgere gli olandesi che hanno tenuto bene a chiarire che loro non hanno alcun obbligo al riguardo.
Insomma delle vicende della Sea Watch, dei migranti e di accoglienza gli olandesi non vogliono sentir parlare neppure per sbaglio o per mero discorso accademico al punto che Salvini ha ironicamente chiesto che l’Olanda ritiri la propria bandiera concessa alla Sea Watch sostenendo che “Se il governo olandese non è in grado di controllare le navi che portano la bandiera del suo Paese è un fatto molto grave: gliela ritiri subito”.
Una mossa scaltra quella di Salvini, non tanto per deviare 47 migranti (su questo Berlusconi ha ragione, a fronte dei circa 600.000 che la sinistra ha già fatto entrare in Italia, che saranno mai 47 persone?), ma che ha messo nuovamente in luce, dopo averlo già con la Francia nel recente passato, che le nazioni europee sono unite e solidali sono a chiacchiere, ossia quando c’è da guadagnarci qualcosa in proprio o quando vogliono che qualcun altro debba fare qualcosa in loro luogo, mentre diventano immediatamente nazionaliste quando si paventa il benché minimo rischio di dover soppportare un onere anche se insignificante come l’accoglienza di 47 persone.