Il Brasile va a dx: inizia l’era Bolsonaro


Nato a Glicério, San Paolo, da Perci Geraldo Bolsonaro e Olinda Bonturi, entrambi di origine italiana. La famiglia di suo nonno paterno viene dal Veneto, più precisamente del comune di Anguillara Veneta, in provincia di Padova. Il bisnonno, Vittorio Bolzonaro (il cognome era originariamente scritto con una Z), nacque il 12 aprile 1878. I genitori di Vittorio emigrarono in Brasile quando aveva dieci anni, insieme alla sorella Giovanna e al fratellino Tranquillo. Da parte di padre, Bolsonaro ha anche origini tedesche e calabresi: il bisnonno Carl “Carlos” Hintze nacque ad Amburgo intorno al 1876 e immigrò in Brasile nel 1883, mentre Luzia Caliò era di origine calabrese. Guido Bonturi e Argentina Pardini, nonni materni di Jair Bolsonaro, erano toscani di Lucca, e immigrarono in Brasile negli anni novanta del XIX secolo.
Dopo la scuola superiore ha frequentato l’Academia Militar das Agulhas Negras a Resende, diplomandosi nel 1977 in artiglieria. Ufficiale di carriera, ha prestato servizio nei reparti di artiglieria e paracadutisti dell’Exército Brasileiro. Passato con il grado di capitano nel 1988 nella riserva, fu eletto alcuni mesi dopo consigliere comunale a Rio de Janeiro.
Bolsonaro si è sposato tre volte e ha cinque figli. La prima moglie è stata Rogéria Bolsonaro con la quale ha avuto tre figli: Flávio, Carlos e Eduardo. In seconde nozze si è sposato con Ana Cristina, con la quale ha avuto il quarto figlio maschio, Renan. La sua terza moglie è Michelle de Paula Firmo Reinaldo Bolsonaro, con la quale ha avuto la sua unica figlia femmina, Laura.
È membro della Camera dei Deputati del Brasile dal 1991, sempre riconfermato, prima con il Partido Democrata Cristão, poi con il Partido da Frente Libera e infine con il Partito Social Cristiano brasiliano.
Nel 1993, quando era un deputato della Camera bassa del Congresso nazionale del Brasile, Bolsonaro si disse estimatore del passato regime militare in Brasile (1964-1985) e aggiunse che la democrazia non era in grado di risolvere i gravi problemi che affliggevano il paese.
Nel 2016 annunciò la sua precandidatura per le elezioni del 2018 per la presidenza della Repubblica nel Partito Sociale Cristiano, partito che però lasciò nel gennaio 2018.
In politica estera è filo-statunitense e filo-sionista.
Primo nei sondaggi in previsione delle elezioni presidenziali del 2018 dopo l’esclusione del condannato ex presidente Lula da Silva, porta avanti convinzioni populiste e idee di destra. Il 22 luglio è annunciato come candidato ufficiale del Partito Social-Liberale alla presidenza della Repubblica. Bolsonaro ottiene anche l’appoggio del Partito Laburista Rinnovatore Brasiliano (PRTB), che indica come vicepresidente il generale Hamilton Mourão. Bolsonaro è stato fortemente sostenuto anche dalle chiese evangeliche brasiliane, pur essendo di religione cattolica.
Tra gli altri principali sostenitori di Bolsonaro si sono segnalati, fin dalle prime battute della campagna elettorale, gli esponenti della finanza e del mondo agrario (i fazendeiros), attratti o dalla capacità di Bolsonaro di cambiare agenda politica rispetto all’era del Partito dei Lavoratori o dalle sue prese di posizione contrarie alle numerose regolamentazioni ambientali che tutelano la ricchissima biodiversità brasiliana e pongono vincoli all’attività economica in campo agricolo, minerario e commerciale nelle delicate regioni protette, prime fra tutte quelle dell’Amazzonia. A favorire l’avvicinamento a Bolsonaro della finanza brasiliana è stata la scelta di Paulo Guedes, esponente della scuola liberale dei Chicago Boys, come ideatore del programma di politica economica del Partito Social-Liberale, fondato su tagli alle imposte, privatizzazioni e liberalizzazioni di servizi a controllo statale. In campo geopolitico, Bolsonaro ha espresso una forte vicinanza agli Stati Uniti e un’aperta ostilità per i regimi politici socialisti latinoamericani, primo fra tutti quello del Venezuela di Nicolas Maduro.
Il 6 settembre 2018 Bolsonaro viene accoltellato durante una manifestazione elettorale a Juiz de Fora da un sostenitore dell’estrema sinistra e una volta portato in ospedale viene operato per fermare l’emorragia all’intestino. Alle elezioni del 7 ottobre al primo turno ottiene il 46% dei voti e va al ballottaggio con Fernando Haddad, esponente del Partito dei Lavoratori.
Al secondo turno delle elezioni del 28 ottobre ottiene il 55,13% dei voti validi (il suo rivale Fernando Haddad il 44,87%) e viene eletto 38° presidente della Repubblica Federale del Brasile.
Bolsonaro è entrato in carica il 1° gennaio 2019. Nel suo governo ha nominato esponenti del suo Partito Social-Liberale e di altre formazioni di destra e conservatrici del panorama politico brasiliano. Oltre al vicepresidente Hamilton Mourão, il governo comprende otto ministri di provenienza militare, tra cui il ministro della Difesa Fernando Azevedo.
Tra le personalità della società civile brasiliana nominata in ruoli di primo piano da Bolsonaro un ruolo di spicco è stato riservato a Sérgio Moro e Paulo Guedes; il primo, procuratore capo nell’inchiesta giudiziaria Lava Jato che ha fortemente condizionato la politica brasiliana negli anni precedenti l’ascesa di Bolsonaro, è stato nominato Ministro della Giustizia, mentre il secondo, ideatore dell’agenda economica di Bolsonaro, è entrato in carica come Ministro dell’Economia.
Bolsonaro è stato accusato dai critici brasiliani e stranieri di fascismo, di essere assunto al potere grazie ad un presunto golpe legale-giudiziario che ha estromesso Lula e Rousseff (ha nominato Ministro della Giustizia il giudice Sérgio Moro, autore della condanna dell’ex Presidente socialista), di aver impostato una campagna elettorale sulla disinformazione e le fake news, ed è stato avvicinato alle idee dell’alt-right statunitense.
Soprannominato il «Trump brasiliano» e paragonato al filippino Rodrigo Duterte, Jair Bolsonaro è noto per le diverse dichiarazioni controverse. Oltre all’apprezzamento per la dittatura militare ha esposto posizioni reazionarie e ultra-conservatrici su questioni come l’omosessualità, la parità di diritti tra uomo e donna, il razzismo verso i neri, gli indios e gli immigrati, i non cristiani, la violenza sessuale, il porto d’armi, l’aborto, l’immigrazione e la difesa dell’ambiente.
«Sarei incapace di amare un figlio omosessuale. Non sarò un ipocrita: preferirei che mio figlio morisse in un incidente piuttosto che presentarsi con un tipo con i baffi.»
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Fonte:
Wikipedia