Dal divertimento alla tragedia


Una pomeriggio in discoteca con la promessa di assistere all’esibizione del proprio cantante preferito.
E, invece, una folla che si accalca sopra le possibilità del locale, il circolare incontrollato di alcolici, un principio di rissa e un odore acre che si sprigiona da una bomboletta.
Il panico si scatena, tutti premono verso le uscite di sicurezza ma nel parapiglia restano a terra, esanime, alcune persone.
Quattro delle sei vittime della tragedia della Lanternza Azzurra di Corinaldo erano di Senigallia (Ancona).
Una di loro era una mamma che si trovava nel locale per aver accompagnato la figlia undicenne.
La notizia corre su tutti TG e l’Italia scopre così un sabato fatto di ordinaria follia, fatto di speculazione, di biglietti venduti molto oltre la capienza del locale e di chi doveva vigilare che tutto ciò non accadesse ma non ha vigilato.
Colpa dei responsabili della discoteca, colpa della Polizia municipale, colpa dello Stato che a parole, solo a parole, promuove la sicurezza (sul lavoro, nelle scuole, nelle città, sulle strade ed Autostrade, nei locali di spettacolo) ma, in effetti, abdica il suo ruolo di garante della salute e sicurezza pubblica per manifesta incapacità nel prevenire, vigilando e se del caso sanzionando, dopo aver ben legiferato.
Di certò circa 1.400 persone, il triplo del consentito al locale, non possono passare inosservate all’occhio delle Forze dell’Ordine cittadine e anche la quaestione delle vie di esodo in parte bloccate, se sarà accertata questa assurda circostanza riferita da alcuni scampati, non é cosa che possa passare inosservata ai controlli delle Autorità.