Mainstream, populismo e fake news: nulla di nuovo sotto al sole


Oggigiorno bisognerebbe vivere da eremiti per non aver sentito, svariate volte al giorno, i termini “mainstream media”, “populismo” e “fake news”, tuttavia questi termini pare abbiano altrettanti significati quante le fonti che li usano (o per meglio dire strumentalizzano).
Premetto che il mio articolo vuol essere innanzitutto un´esercizio di riflessione critica che spero incoraggi altri a difendersi dalla marea di informazioni di cui veniamo quotidianamente sommersi, e per nulla pretendo di ergermi a detentore della sola e unica veritá.
Detto questo procediamo con ordine, formulando un postulato generale: da che mondo é mondo le notizie (e quindi l´informazione) sono sempre state manipolate a supporto di narrative diverse.
Chi infatti sostiene di poter raccontare una “storia” senza dare, anche inconsciamente, una sua versione degli eventi o si illude o mente.
Lasciando da parte teorie di complotto e accuse a questa o quella testata giornalistica, sto semplicemente dicendo che é perfettamente umano interpretare la realtá, come é altrettanto umano non essere perfettamente neutrali quando la si racconta.
Adesso che abbiamo appurato che non esiste un “media” perfettamente neutrale, non vi sembra che le grida di scandalo odierne contro i “main stream media” siano un pochino esagerate? E perché, forse le altre milioni di opinioni (piú o meno strampalate) che circolano su internet sono piú legittime solo perché “spontanee”?
Pensateci, se comprate La Repubblica oppure Libero sapete giá prima di leggere la prima pagina che troverete opinioni (o per meglio dire narrazioni) molto diverse. E che male c´é dunque? L´importante, cari miei, é riconoscere ed accettare questo dato di fatto, che tra l´altro é il fondamento dei un sistema democratico, e partire dunque prevenuti, cioé facendo lavorare la nostra materia grigia.
Diceva mio nonno: se vuoi davvero essere informato leggi tanto e leggi tutto.
Ecco quindi la soluzione che propongo agli “eterni scettici” che si lamentano dell´inattendibilitá dei giornali e telegiornali a loro disposizione e che magari si rifugiano in circoli chiusi solo per rafforzare opinioni giá prese.
Perché il vero problema é proprio la pigrizia che ci porta ad ascoltare quello che VOGLIAMO sentire, senza badare troppo alla fondatezza dei fatti che ci vengono presentati (ma poi chi di noi ha il tempo di verificare?).
Permettetemi di illustrare l´assurditá di questa situazione con un´ analogia pratica: per avere un parere sul vostro stato di salute vi rivolgereste ad un medico di provata esperienza oppure ad uno studente del primo anno di medicina?
Immaginando la vostra risposta mi chiedo dunque come sia possibile che una notizia ricevuta tramite Facebook, Watsapp, Twitter, un sito internet senza referenze né controlli, possa avere piú legittimitá di una notizia avuta da gente che lo fa di mestiere, cioé dai giornalisti.
Sia ben inteso, dobbiamo separare i FATTI dalle OPINIONI e qui rubo una frase a Daniel Patrick Moynihan: “tutti hanno il diritto alla loro opinione, ma non ai loro fatti”.
Voglio usare la stessa analogia del medico per far riflettere sull´ascesa di individui quali Trump, Duterte, Bolsonaro, etc. Il loro cavallo di battaglia, il loro fregio d´onore é stato quello di dichiararsi “estranei all´elite” e di non aver “mai fatto politica”…andiamo bene! Quindi gli elettori per risolvere il loro mal di denti sono andati dal macellaio invece che dal dentista.
Questo signori é il populismo: il volgare abbindolamento di un preciso segmento della societá. Trump, e chi come lui, é un populista non perché rappresenta la vox populi (ci tengo a precisare che NON ha vinto con la maggioranza dei voti) ma perché ha saputo meglio creare una sua narrazione e manipolare i fatti.
A chi sostiene che “populista” sia un´etichetta attaccata a chiunque non rientri nei canoni dettati dai neo-liberali asserviti alle lobby e alle multinazionali rispondo che la differenza non sta tanto nella natura delle idee o di una certa visione del mondo (infatti posso anche essere d´accordo con Trump su alcuni punti), quanto nel modo in cui queste idee si presentano. La volgaritá di Trump ed il suo disprezzo per la realtá dei fatti é a dir poco allarmante perché compromette ancor piú la credibilitá dei nostri leader e delle nostre istituzioni.
Il Presidente dice bugie? Tanto lo fanno tutti, solo che gli altri mentono per la loro causa e lui per la sua…. non possiamo accettare di essere caduti cosí in basso!
Ripeto, non c´é nulla di nuovo nella manipolazione dei fatti per creare una determinata narrazione, ma qui si sta esagerando perché si mente spudoratamente e anche quando viene dimostrato, la reazione é una semplice alzata di spalle e via avanti cosí.
“Mentite, mentite, mentite, qualcosa resterá”. Vi ricorda qualcosa?
Voi direte che sono un demagogo, che mi permetto di fare la morale e che considero stupidi i legittimi elettori, ma cosí non é. Io mi preoccupo per l´assopimento dell´intelletto e delle coscienze a cui stiamo assistendo, in una societá dove non importa quello che fai o che dici (o come lo dici) purché tu ottenga l´effetto desiderato.
A questo proposito passiamo alla correlazione tra “fake news” e “social media”, cercando di utilizzare la stessa logica fin qui adottata.
I social media hanno senz´altro favorito la divulgazione di OPINIONI (piú o meno legittime) e fin qui niente di grave. Purtroppo la stessa facilitá di divulgazione si applica anche a vere e prorie BUGIE (alias distorsioni o pure fabbricazioni dei FATTI). Non é vero? andatelo a dire alle vittime dei linciaggi scatenati da false notizie circolate su Watsapp accaduti in India e in Messico.
Diciamo la veritá, se su queste piattaforme ci girassero solo auguri di compleanno o il famoso nero col pisellone non ci sarebbe di che preoccuparsi, ma cosí non é e proprio per questo é importante che ognuno di noi si senta responsabile non solo di quello che manda, ma anche di quello che ri-manda.
Permettetemi un´ultima riflessione: se siamo qui a discutere di fake news o di media piú o meno attendibili é proprio perché abbiamo diverse fonti di informazione e anche la libertá di scelta di consultare quelle che ci pare. Questa libertá noi non ce la siamo dovuti guadagnare ma altri prima di noi si.
Oggi piú che mai siamo di fronte a due visioni del mondo (o narrazioni tanto per rimanere in tema) in competizione tra loro: quella liberal-democratica contro quella autocratica, una societá aperta contro quella chiusa, un governo basato sul diritto di legge ed uno basato sul diritto del piú forte.
Non é un caso che Russia e Cina (e chi per loro) si diano tanto da fare per seminare dubbio e discordia dalle nostre parti, la posta in gioco é alta, niente di meno che l´affermazione di un modello di societá e di governo su di un´altro.
Personalmente vi confido che per tutte le sue pecche ed i suoi difetti, preferisco vivere in questa societá capitalista, liberal-democratica e asservita alle lobby dove almeno vale il diritto di legge.
Vi pare un caso che i ricconi Russi, Cinesi, Arabi etc. si affrettino tutti ad investire da noi le loro fortune, fuori dai paesi d´origine e ad assicurarsi un passaporto USA, UK, EU?
Un consiglio spassionato: la prossima volta che leggete un´articolo, una chat, un tweet o cosa vi pare, chiedetevi qual´é la narrazione che vi stanno proponendo e ricordatevi le due visioni del mondo menzionate sopra.