Raggi assolta: “Via due anni di fango”


Il sindaco Raggi assolta perché il fatto non costituisce reato. Rischiava 10 mesi. “Ora andiamo avanti a testa alta”. Durissimi Di Maio e Di Battista coi giornalisti.

Il Sindaco di Roma Capitale era accusata di falso in relazione alla nomina di Renato Marra, fratello del suo ex braccio destro, a capo del Dipartimento Turismo di Roma capitale ma é stata sssolta dopo appena tre quarti d’ora di camera di consiglio dal giudice monocratico Ranazzi perché il fatto non costituisce reato.
Il P.M. Dall’Olio, che aveva chiesto una condanna a 10 mesi, al momento non si sbilancia e, alle domande, della stampa, ha dichiarato che: “La procura di Roma farà ricorso in appello soltanto dopo la lettura delle motivazioni”.
La Raggi, presente in aula come del resto nelle altre udienze, alla lettura della sentenza è scoppiata in un pianto liberatorio. Ripresasi, ha poi dichiarato: “Questa sentenza spazza via due anni di fango. Andiamo avanti a testa alta per Roma, la mia amata città e per i nostri cittadini”.
Più dura la replica di di Di Maio che ha definito “infimi sciacalli” la stragrande maggioranza dei giornalisti per le insinuazioni fatte.
Rincara la dose, se possibile, Alessandro Di Battista che, riferendosi a taluni giornalisti, ha detto: “Oggi la verità giudiziaria ha dimostrato solo una cosa: che le uniche puttane qui sono proprio loro, questi pennivendoli che non si prostituiscono neppure per necessità, ma solo per viltà. Ma i colpevoli ci sono e vanno temuti. I colpevoli sono quei pennivendoli che da più di due anni le hanno lanciato addosso tonnellate di fango con una violenza inaudita. Sono pennivendoli, soltanto pennivendoli, i giornalisti sono altra cosa“.
Più soft, o forse solo più meditato, il commento di Salvini, da poco scampato a un possibile rinvio a giudizio per la vicenda inerente il trattenimento dei migranti su Nave Diciotti, che ha dichiarato: “È giusto che i cittadini giudichino una amministrazione non in base alle indagini che finiscono in nulla come in questo caso ma in base alla qualità della vita. Quindi i romani giudicheranno l’amministrazione dei 5 Stelle in base a come è messa Roma. È giusto che non siano le sentenze e i magistrati a decidere chi governa e chi va a casa”.
Insomma, a ribadire un concetto recentemente espresso, i magistrati non facciano invasioni nel campo della politica.