De-dollarizziamoci !


La frase “pecunia non olet” (i soldi non puzzano) sembra sia stata coniata (scusate il gioco di parole) dall’Imperatore Romano Vespasiano, che aveva regnato dal 69 al 79. Generalmente, significa che il valore del denaro rimane sempre lo stesso, indipendentemente da come è stato ottenuto. Vespasiano non aveva tutti i torti: il denaro che circolava a Roma era per lo più sotto forma di monete d’argento, il cui valore era determinato, più di ogni altra cosa, dal loro contenuto di metallo prezioso. Ma, già da allora, la moneta romana stava iniziando un pochino a puzzare: nell’anno 64, l’Imperatore Nerone, aveva deprezzato il denario del 25% aggiungendovi del rame. Questo procedimento era continuato nel terzo secolo DC, epoca in cui un tipico denario era costituito per oltre il 50% da rame. Poi l’Imperatore Caracalla aveva introdotto una moneta da due denari, che però aveva solo il 75% del peso complessivo di due monete da un denario, un’ulteriore svalutazione del 25%. Non c’è dubbio che i legionari romani, che avevano il compito di proteggere le frontiere dell’Impero Romano dai barbari sempre più numerosi e che venivano pagati con una moneta che perdeva costantenete valore, la considerassero veramente puzzolente, e agissero di conseguenza, come del resto facevano i barbari. Arriviamo rapidamente ai nostri giorni e la moneta del regno è il dollaro americano. A differenza dalla moneta romana, che aveva perso il 75% del suo valore in poco più di tre secoli, il dollaro USA ne ha perso il 96% in uno appena. E’ stato, per un certo periodo di tempo, agganciato al valore dell’oro, ma la cosa era terminata nel 1970, dopo una massiccia corsa all’oro della riserva federale. Da allora non è stato agganciato a nulla, ma è stato sostenuto da diverse forze. La prima e più importante è la semplice inerzia (la maggior parte delle transazioni internazionali sono prezzate in dollari), seguita dalla minaccia di azioni violente contro chiunque decidesse di sottrarsi al sistema del dollaro americano (ne sono esempi l’Iraq e la Libia). Ma queste forze sono destinate ad indebolirsi con il passare del tempo. Dal momento che gli Stati Uniti costituiscono una porzione sempre più ridotta dell’economia mondiale e che altri partners iniziano a rivendicare quote sempre maggiori del commercio internazionale, l’inerzia si sta dissipando. E lo spauracchio della violenza contro la Russia, la Cina o anche l’Iran, non è particolarmente efficace, dal momento che tutti questi paesi sono perfettamente in grado di minacciare direttamente gli Stati Uniti. Il dollaro americano puzza in diversi altri modi. Il più importante di questi è la condizione finanziaria terminale degli Stati Uniti in generale, che sono, secondo le stime più attendibili, una nazione in bancarotta, che riesce a sostenersi solo creando debito ad un ritmo sempre più accelerato. Non si fa neanche più finta di pensare che potrà mai essere ripagato, gli unici modi per uscirne passano attraverso la svalutazione o il default (o una combinazione dei due). Anche solo rinnovare il debito diventerà impossibile se i tassi di interesse ritorneranno nella loro media storica. Come ha detto Putin nella conferenza internazionale di Vladivostok, davanti ai capi di stato delle più grandi nazioni asiatiche, “questo è un problema senza soluzione.” Subito dopo vengono le sempre più onerose, dal punto di vista legale e normativo, regolamentazioni che riguardano le transazioni in dollari americani. Ogni scambio commerciale, di qualunque entità, dove vengano utilizzati dollari USA rientra automaticamente sotto la giurisdizione degli Stati Uniti. Il governo degli Stati Uniti ha, a sua volta, tratto vantaggio da questa mostruosità giuridica punendo i suoi rivali economici e geopolitici. La scandalo più recente riguarda le sanzioni che gli Stati Uniti hanno ritenuto opportuno imporre alla Cina per i suoi acquisti di sistemi d’arma da quelle aziende russe che, a loro volta, erano già state colpite da sanzioni. Alla Cina è proibito comprare armi fabbricate negli Stati Uniti, quindi non è neanche questione di danneggiare dei concorrenti, è solo la volontà di colpire senza guardare in faccia a nessuno, nel tentativo di impedire alla Russia di prendere il primo posto fra i venditori di armi (attualmente è la n° 2 dopo gli Stati Uniti). Aggiungeteci l’eterna minaccia di vedere congelati i propri fondi in dollari americani, in qualsiasi momento e con qualunque pretesto, e si capisce il perché ci siano tutte le ragioni per smettere di utilizzare il dollaro americano. Ma come? La “dedollarizzazione” è un tema molto scottante nelle discussioni a livello mondiale. Un certo numero di paesi, in particolare Russia, Cina, Turchia e diversi altri sono decisi a dare inizio a transazioni commerciali in valuta locale, aggirando così il dollaro americano. Ma nel mondo sono in circolazione 180 valute diverse, tutte riconosciute dalle Nazioni Unite, e questo crea qualche problema. Fintanto che tutti intrattengono rapporti commerciali usando il dollaro americano, la risultante è un sistema hub-and-spoke (a raggiera), con il dollaro americano al centro. Per poter commerciare, tutti devono convertire in dollari le proprie valute e poi riconvertirle nuovamente. Dal momento che, di solito, è molto più costoso comprare dollari piuttosto che rivenderli, questo costituisce una sorta di “tassa sul dollaro” incorporata, che tutti devono pagare, mentre gli Stati Uniti si arricchiscono semplicemente rendendo disponibili i loro dollari. Questo non sembra poi così tanto giusto.
Comunque, non sarebbe saggio lasciarsi prendere dal panico, perché, in una situazione di panico, chiunque viene spazzato via in fretta. Il giusto approccio alla dedollarizzazione è quello di lavorarci su, diligentemente, tutti i giorni, seguendo una strategia che minimizzi le perdite. Il collasso del sistema del dollaro americano non sarà, per la maggior parte delle persone al mondo, un’opportunità per far soldi. Sarà invece una scelta fra il perdere qualcosa e il perdere tutto, e io consiglierei la prima delle due .Durante l’ultimo vertice dei BRICS a Xiamen sono stati fatti alcuni annunci molto interessanti, che potrebbero cambiare l’aspetto dei commerci mondiali: la Cina ha annunciato l’acquisto di petrolio da pagarsi in Yuan con garanzia in oro, senza intervento del dollaro Inoltre è stato annunciato il lancio di un contratto sul petrolio future il yuan con garanzia in oro; mentre la Russia ha denunciato il fatto che il mondo si regge su un numero troppo limitato di monete forti (Dollaro/Euro) , mentre un mondo policentrico dovrebbe essere basato su più valute, o su un “Basket” delle stesse . Ricordiamo che la Russia, dopo le sanzioni del 2014 , ha iniziato a sviluppare un proprio sistema interno di carte e di pagamenti , il MIR, che è proposto divenga obbligatorio per i pagamenti pensionistici e sociali dal 2018, proprio per staccarsi dai circuiti VISA e Mastercard, sotto l’influenza USA e soprattutto ricattabili tramite il sistema Swift. Grazie a un debito pubblico limitato, a grandi quantità d’oro e a una progressiva riduzione di obbligazioni statali statunitensi, Mosca e Pechino hanno intrapreso la strada della sovranità economica, indipendente dal sistema del dollaro statunitense e con forti garanzie di protezione da eventuali crisi finanziarie in futuro. In questo ambito, la creazione di organi finanziari internazionali in aggiunta a quelli già esistenti ha lo scopo evidente di diluire l’influenza istituzionale di Washington sugli affari economici del mondo.Una notevole accelerazione in questa direzione ha avuto luogo in seguito all’esclusione della Repubblica Islamica dell’Iran dal sistema SWIFT, un campanello d’allarme per per il duo eurasiatico. Malgrado la riduzione del debito pubblico e la significativa dedollarizzazione, entrambi i paesi sono ancora dipendenti da un sistema economico che orbita intorno a Washington e Londra nei confronti del quale sono vulnerabili. Quindi, l’obiettivo consiste nella creazione di due sistemi alternativi di pagamento bancario. Nel caso della Russia esiste il sistema SPFS per il trasferimento di messaggi finanziari, in Cina è attivo il sistema di pagamento internazionale CIPS. Inizialmente concepiti come un’alternativa in caso di esclusione dal sistema SWIFT, i progetti SPFS e CIPS sono strettamente correlati con gli accordi energetici sottoscritti nel 2015. La vendita di gas naturale liquido da Mosca a Pechino avviene tramite un sistema di pagamento internazionale basato sul renmimbi che viene immediatamente convertito in oro attraverso l’innovativo meccanismo inaugurato tramite il Shanghai Gold Exchange. Non è escluso che tali operazioni possano avvenire direttamente tramite SPFS e CIPS in futuro. Tutto questo malgrado il sistema del petrodollaro, che è uno dei principali problemi con cui Russia e Cina devono confrontarsi nel sistema finanziario internazionale. Tentativi di concretizzare progressivamente la transizione da dollaro a yuan nel pagamento del prezzo del petrolio avvengono da anni, specialmente a Pechino. C’è di più, paesi di tutto il mondo sono stanchi di finanziare “l’avventurismo militare” degli USA nell’essere parte “dell’Impero del debito” e pertanto è probabile che si uniscano al movimento di dedollarizzazione già Brasile ed Uruguay vicini degli USA hanno detto bye bye. Vista la prospettiva e viste le continue provocazioni è evidente che la strategia Americana per mantenere l’egemonia del dollaro è la guerra. Risulta poco probabile che il settore finanziario statunitense ed il suo complesso industriale/militare abbandoni l’egemonia del dollaro senza combattere, visto che il dollaro è nello stesso tempo la base ed il prodotto principale degli USA e Washington, utilizzerà l’altro suo strumento favorito per ottenerlo: la guerra.
“Forse faranno iniziare una guerra tra il Giappone e la Cina, e forse inizieranno una guerra contro la Corea del Nord. Gli USA faranno qualsiasi cosa per mantenere il dollaro statunitense come moneta di riserva mondiale” ritiene Keiser, analista politico statunitense. Gli USA potranno invadere paesi come l’Afghanistan, fare la guerra all’Iran, al Venezuela e non si fermeranno di fronte a nulla. Perchè questa è la caratteristica dell’Impero USA che non si basa sulla terra, non si basa sui beni materiali, si basa sulla ricerca costante di rendite finanziarie. L’Impero USA, nella sua dominazione geofinanziaria, si è costituito sul rimborso dei dollari, sull’ottenere entrate e, quando i paesi non possono pagare, nello smantellare il patrimonio e le risorse del paese debitore e impadronirsi di queste. Lo abbiamo visto in America Latina, nell’America del Sud, nelle Filippine ed in altri paesi.