Più che i ponti, in Italia tracolla la morale


Crolla l’Italia. Crolla moralmente, economicamente, spiritualmente. Nel 2018 i ponti non dovrebbero crollare. Non è accettabile. Con i grattacieli da 70 piani e tunnel che passano sott’acqua si dovrebbe riuscire a fare un ponte. E invece no. invece il ponte crolla, e già nel 2012 le autorità liguri facevano le interrogazioni parlamentari per quel ponte che non sarebbe durato altri dieci anni, adesso si sa che autostrade l aveva detto ma nn ha fatto. Il Ministro Graziano Del Rio, che è stato Ministro dei Trasporti Pubblici, che cosa ha fatto in questi ultimi anni? Lo sciopero della fame per lo ius soli. Non è mia abitudine tirare sempre e comunque in ballo gli immigrati , ma è davvero l’immagine più veritiera e lampante di questo Paese: mentre l’Italia crolla sotto ogni punto di vista, questi pensavano allo ius soli, alle unioni civili, al matrimonio omosessuale, agli accendini con la foto di Mussolini, a far entrare in Italia centinaia di migliaia di disperati, nella maggioranza dei casi conclamati criminali e delinquenti.La difesa d’ufficio dei sinistri è già cominciata sulle loro pagine Facebook, e ci soffermiamo solo per far capire al lettore con che tipo di gente abbiamo a che fare. Non possiamo prendercela con lo Stato né tantomeno con l’Europa, perché il ponte Morandi faceva parte di Autostrade Italiane, che sono private. Non capiscono che se uno Stato rinuncia alle sue funzioni primarie trasporti, scuole, autostrade e infrastrutture è proprio perché non è più in grado di garantire quei servizi a causa delle misure di austerità e dei tagli voluti e imposti dall’Unione Europea e attuati senza fiatare da una classe politica che negli ultimi vent’anni si è resa complice della spoliazione di sovranità ai danni dell’Italia, e quindi li appalta ai privati .Quando parliamo di austerità imposta dall’Unione Europea, di tagli statali, spesso siamo abituati a pensare che si tratti solo di numeri, di cifre, di “cose” lontane da noi e dalla nostra vita quotidiana. Invece quello che dovremmo sempre tenere a mente è che poi il risultato di queste politiche va ad incidere concretamente nella nostra vita quotidiana, magari quando attraversiamo un ponte pericolante. In Grecia hanno accettato i tagli dell’Unione Europea, hanno accettato di fare l’agnello sacrificale per salvare l’Europa e permettere alla Germania e alla Francia di fare la spesa al discount ellenico: i vigili del fuoco greci non hanno nemmeno la disponibilità minima di automezzi per affrontare un incendio di medie proporzioni, come quello che si è mangiato metà Grecia qualche settimana fa. Noi non abbiamo nemmeno i soldi per fare le strade.Le autostrade, in Italia, sono gestite da una cordata di imprenditori privati che fa capo alla famiglia Benetton, alla quale D’Alema vendette (meglio dire regalò) le autostrade italiane per manutenzionarle e gestirle. Si, i Benetton. Quelli che hanno i negozi con le vetrine pieni di bianchi con negri, per celebrare l’Italia multirazziale e meticcia, e nel frattempo ci lasciano morire come nemmeno gli animali. La questione di fondo è una sola: spesso e volentieri non è vero che il privato porta efficienza e una migliore gestione della cosa pubblica. Spesso, come in questo caso, è incompetente quanto e come lo Stato. E se i Benetton, o chi per loro, non sono in grado di gestire le autostrade, allora ci deve pensare lo Stato.Che queste morti servano almeno per ripensare a tutto, per ripensare a noi tutti. Mi direte ma negli altri paesi nn è cosi, il discorso nn è se il privato funziona o meno ma ci sono settori dell’ economia che dovrebbero essere esclusivi di uno Stato sovrano , nn smetterò mai di urlare il mio disappunto verso la privatizzazione dei beni di prima necessità . L Inghilterra vista da molti come esempio di gestione privata della cosa pubblica è il più sfacciato attacco del capitale alla dignità umana , anni addietro anche la perfida Albione ha vissuto la sua stagione di privatizzazioni dalla Tacher a Blair più di tutti convinto globalista passando per Cameroon Quello che da molti pseudoeconomisti viene visto come un miglioramento del servizio viene smentito da risultati negativi, le ferrovie inglesi hanno conosciuto negli ultimi anni ben 3 fallimenti tanto da spingere il governo a rinazionalizzare la tratta Londra Edimburgo, ma nn contenti i grandi quelli che nn si vedono ma che contano veramente hanno dato inizio all’ assalto a giustizia e sicurezza, proprio in Inghilterra i commissariati delle contee di West Midlands e Surrey anno 2012 scrisse il Guardian, “hanno pubblicato bandi destinati ad aziende private per delegare loro diverse attività di polizia”(ndr) e riporto solo questo esempio ma in tutta Albione la polizia si sta trasformando in spa , nn mancherà molto tempo quando una Spa bussera alla mia porta per chiedere i documenti chissà se mi priveranno delle mie libertà personali in nome della borsa e nn più nel nome del popolo italiano vedremo . I ns guai sono cominciati 30 anni fa quando dalla perfida Albione si diede vita all’ americanizzazione definitiva dell’ Europa la bruttissima Tacher diede vita alle privatizzazioni, nel ns paese come accade spesso arrivarono con un certo ritardo. Le privatizzazioni durate almeno un ventennio in Italia, nell’ assenza di voci critiche coincise con la svolta neoliberista e con la convinzione che oltre a generare maggiore efficienza, la cessione di asset pubblici a privati fosse necessaria per aumentare il gettito fiscale e generare avanzi primari. Le privatizzazioni intenzionalmente o meno servivano ad accrescere le diseguaglianze distributive, sia per l’aumento delle tariffe, sia perché e per conseguenza l’accesso a servizi privati è più difficile per i percettori di redditi bassi. Si riteneva che l’aumento delle diseguaglianze fosse un motore di crescita attraverso i c.d. effetti di sgocciolamento(è da notare come gli economisti usino termini mielosi per infilarcelo nel deretano): i ricchi, in quanto più produttivi (per ipotesi), contribuiscono maggiormente alla crescita economica, rendendo possibili misure di trasferimento a vantaggio dei più poveri, nn si è mai visto che un ricco diventa ancor più schifosamente ricco faccia sgocciolare soldi verso il popolo. La redistribuzione sicuramente è avvenuta ma a vantaggio dei più ricchi , lo sgocciolamento no, per dirla come Vittorio Bobba ci hanno messo a ciucciare i manubri.La teoria secondo la quale le privatizzazioni fanno aumentare le entrate fiscali e generano crescita è falsa. Ciò a ragione del fatto che, per definizione, esse implicano come si è verificato in Italia una riduzione delle dimensioni del settore pubblico. Come certificato dall’INPS, il primo effetto dalla riduzione del numero di dipendenti pubblici è proprio la riduzione delle entrate fiscali. Il privato può più facilmente evadere o eludere. Il secondo risultato consiste nell’ accentuazione della caduta della domanda interna, per il tramite dei minori consumi derivanti dalla decurtazione dei redditi nel pubblico impiego. Il terzo risultato è il peggioramento della qualità dei servizi offerti, come conseguenza della riduzione del numero di occupati. Altro esempio di privatizzazione l’Ilva è stata regalata alla famiglia Riva dal governo e dall’Iri di Prodi. I Riva hanno accumulato per anni miliardi, poi sono crollati sotto il peso della crisi e dei danni ambientali. Lo Stato da allora finanzia l’azienda a fondo perduto, in attesa di svenderla a qualche multinazionale che saccheggerà ciò che è rimasto, farà un’ecatombe di licenziamenti e lascerà tutti i danni ambientali a carico della comunità e della spesa pubblica.Mentre fallivano in Ilva, i Riva venivano chiamati da Berlusconi a salvare l’Alitalia, assieme a Colaninno, Marcegaglia, Montezemolo e tanti altri bei nomi, tutti coordinati da Passera allora a capo di Banca Intesa. Tutta la crema della imprenditorialità e della finanza italiana ha mostrato il suo reale valore nella gestione della compagnia aerea ,dell’Ilva e tanti altri casi. Le uniche privatizzazioni che hanno funzionato sono quelle che hanno consegnato alle grandi corporations il fiore all’occhiello del made in italy come Telecom Ansaldo ecc… nn mi voglio più dilungare vi invito a leggere l’articolo del 18 agosto sul fatto quotidiano l’articolo di Loretta Napoleoni li potrete leggere con attenzione i nomi di chi ha guidato questo scempio, gli stessi che oggi salgono nuovamente in cattedra per dirci come risanare l’economia o meglio come arricchire i soliti.I blogger più esasperati, se la prendono con il Bilderberg e i suoi invitati, da Lilli Gruber al segretario di Stato vaticano Pietro Parolin? «Aprite gli occhi: le notizie che lo stesso Bilderberg lascia filtrare servono solo a produrre il gossip necessario a distogliere l’attenzione dai veri manovratori, che, certo, non finiscono sui giornali». Che fare, dunque? Esattamente quello che sta facendo il governo Conte, fautore di un risveglio democratico europeo, di cui l’Italia “gialloverde” sembra destinata a fare da apripista. Una “profezia” che il presidente del Movimento Roosevelt (“metapartito” nato proprio per rianimare lo scenario politico italiano in senso progressista) aveva formulato in tempi non sospetti: vedrete, aveva annunciato, che alla fine sarà proprio questa scassatissima Italia a invertire il corso della storia, mettendo in campo forze politiche in grado di smascherare la grande impostura neoliberista che ha impoverito l’Europa spolpando Stati e popoli.Quelle a cui stiamo assistendo oggi, in fondo, sono le prove generali di una rivoluzione culturale: verrà il giorno in cui la parola “spread” perderà ogni significato, perché la finanza pubblica sarà tornata a garantire pienamente tutto il deficit necessario a rimettere in piedi il paese, cominciando dalla ricostruzione delle troppe infrastrutture fatiscenti, lasciate agonizzare da governi costretti a elemosinare “a strozzo” gli euro della Bce. A proposito: spero che i familiari delle vittime di Genova non si rivalgano solo sugli eventuali responsabili della società autostradale, ma chiedano di essere risarciti anche dai governi precedenti, che hanno creato le premesse del disastro. In ogni caso, sono ottimista che il governo Conte regga o meno alla prova d’autunno, è irrilevante: indietro non si torna. La destrutturazione politica della Seconda Repubblica è ormai nei fatti. Gli italiani sembrano aver capito che centrodestra e centrosinistra fingevano soltanto di essere alternativi. Nella realtà non hanno fatto altro che obbedire ai diktat dei grandi privatizzatori neoliberisti: quelli che oggi sparano su Salvini, temendo che l’Italia si stia davvero risvegliando.