L’Europa ora divisa anche sull’ora


Forse in Europa l’escamotage di passare durante l’anno da ora solare a legale (e viceversa) è idea giunta al capolinea. Lo ha detto Juncker, il noto premier della UE, a nome della Commissione che sta studiando il caso e, presumibilmente, proporrà di abolire il passaggio da ora solare a ora legale. In questo modo verrà mantenuta la stessa ora per tutto l’anno, quella legale (si presume possa essere quella estiva).
La decisione sarà però di solo indirizzo per i paesi membri della comunità europea. Infatti ogni stato sarà libero di decidere per proprio conto in quanto materia di competenza nazionale.
La ragione di tale nuova indicazione, che di fatto contrasta e abroga quella unitaria adottata in ambito UE nel 1996, risiederebbe nella minore evidenza di risparmio elettrico scaturito dal passaggio dall’ora solare a quella legale in primavera e, in autunno, di nuovo a quella solare.
Ciò sarebbe dovuto alla minore incidenza sulla bolletta elettrica dei consumi per illuminazione a causa delle nuove tecnologie a basso consumo come le lampadine led.
In passato, quando l’energia elettrica era prodotta soprattutto con centrali a carbone (estratto soprattutto in paesi ricchi di questo minerale come la Germania), il maggior consumo elettrico incideva non solo sui portafogli degli Stati ma anche sull’ambiente. É notorio, infatti, come fossero inquinanti le centrali elettriche alimentate a carbone.
Adottata come detto sin dal 1996 in tutti i paesi dell’Unione europea, più la Svizzera e i paesi dell’est Europa, in Italia l’ora legale nacque come misura di guerra nel 1916.
Dal 1940 al 1948 fu abolita e ripristinata diverse volte a causa della seconda guerra mondiale. In tale periodo storico si ebbe la massima durata dell’ora legale: dal 14 giugno 1940 al 2 novembre 1942. La creazione della Repubblica Sociale comportò per due anni la sfasatura dell’applicazione dell’ora legale fra il Nord e il Sud del paese. Durante l’occupazione jugoslava di Trieste l’esercito titino la vietò per allineare l’orario della città a quello del resto della Jugoslavia. L’ora legale venne adottata definitivamente con la legge 503 del 1965, in periodo di crisi energetica.
L’ora legale stabilita da tale legge, applicata per la prima volta nel 1966, durava quattro mesi, dall’ultima domenica di maggio all’ultima domenica di settembre; in quell’anno specifico restò in vigore dal 22 maggio al 24 settembre. Tale durata venne estesa a sei mesi nel 1980 anticipando l’inizio alla prima domenica di aprile e poi dal 1981 all’ultima domenica di marzo. Un ulteriore prolungamento di un mese fu stato introdotto nel 1996, insieme con il resto dell’Europa, quando la fine fu definitivamente spostata all’ultima domenica di ottobre.
Ora, tuttavia, se davvero i singoli stati europei dovessero decidere in modo differente da quanto stabilito nel 1996 e, soprattutto, in maniera non armonizzata tra loro, non è difficile comprendere che tale elemento di disallineamento non farebbe che acuire talune difficoltà (soprattutto in materia di scambio di merci e circolazione turistica) e, in ultima analisi, consegnerebbe alla storia un’immagine dell’Europa unita solo in apparenza ma, in realtà, sempre più divisa e focalizzata sui singoli interessi nazionalistici.