Legittima difesa: le circostanze sono sempre determinanti


Mentre cinque disegni di legge sulla legittima difesa sono stati incardinati in commissione Giustizia al Senato, sulla spinta della Lega, il Ministro degli interni Salvini torna sull’argomento della legittima difesa e a chi gli fa notare una sostanziale perplessità col M5s riferisce di una perfetta sintonia col Ministro pentastellato Bonafede (NDR: il Ministro della Giustizia).
I ripetuti episodi di aggressione in casa o in negozio spingono un vento nuovo nella difficile dialettica tra i sostenitori del diritto naturale all’autodifesa e chi, invece, é sostenitore della negazione di tale diritto.
Non si tratta, ha sostenuto Salvini, di determinare un “Italian far west” ma di riscrivere il contenuto dell’art.52 del Codice Penale rendendolo più equilibrato.
Attualmente, infatti, tale articolo non menziona alcuna circostanza attenuante a discapito dell’aggredito nella sua proprietà (casa o posto di lavoro che sia) recitando:
“Non è punibile chi ha commesso il fatto, per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di una offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa.
Nei casi previsti dall’articolo 614, primo e secondo comma, sussiste il rapporto di proporzione di cui al primo comma del presente articolo se taluno legittimamente presente in uno dei luoghi ivi indicati usa un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere:
a) la propria o la altrui incolumità;
b) i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione.
La disposizione di cui al secondo comma si applica anche nel caso in cui il fatto sia avvenuto all’interno di ogni altro luogo ove venga esercitata un’attività commerciale, professionale o imprenditoriale.”
A spiegare la ratio della norma è uno dei massimi esperti di diritto penale in Italia, il Presidente del Tribunale Militare Vincenzo Santoro: “se un ladro si introduce furtivamente in un’abitazione e, impossessatosi di tutti i miei averi di una vita, li porta via, io non mi posso difendere sparando. Perché secondo la legge italiana c’è una sproporzione tra la difesa dei beni patrimoniali e il valore della vita umana”.
Non si tratta, quindi, ha chiosato il Ministro degli innterni, di liberalizzare la vendita delle armi adottando il modello americano con le armi in libera vendita dal tabaccaio come sostengono i detrattori dell’iniziativa e, d’altra parte, coloro che in Italia possono legalmente detenere armi sono già sottoposti a un approfondito vaglio della loro storia giudiziaria e della loro stabilità psicologica.
Salvini ha invece riferito di guardare con interesse al modello svizzero, paese europeo con un rapporto di 45,7 armi per ogni 100 persone, in pratica una persona su due in Svizzera è armato, dove la differenza tra legittima difesa ed eccesso di legittima difesa sta nella valutazione delle circostanze e non solo sulle modalità con cui si esercita la difesa.
Sicuramente, chi aggredisce lo fa partendo da una posizione di forza in quanto beneficia dell’elemento sorpresa.
Attualmente, invece, la legge italiana non tiene in conto che in modo marginale di tale importante elemento di valutazione con la conseguenza che chi viene aggredito e reagisce in modo putativo per difendere la propria o l’altrui incolumita, spesso viene condannato per eccesso di legittima difesa e costretto al risarcimento dei danni agli aggressori. Insomma, oltre al danno la beffa.