Attacco Viminale: querelato Saviano !


(Nall’articolo la scansione delle 4 pagine costituenti l’atto di querela integrale)
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La querelle instaurata da Saviano contro il Ministro degli interni Salvini si arricchisce di un nuovo capitolo. E, stavolta, si tratta di un capitolo che vedrà i due contendenti confrontarsi non più a distanza ma in un’aula giudiziaria.
Alla nuova e sfrontata provocazione di Saviano, il Ministro degli interni ha depositato una querela (NDR: la riportiamo integralmente nelle immagini in fondo questo articolo).
Lo scrittore aveva definito Salvini come “Ministro della mala” e aveva chiesto al ministro di “confessare” quanto piacere gli desse la morte inflitta dalla guardia costiera libica.
Aveva, inoltre, sottolineato che le minacce di querela espresse in più di una occasione da parte di Salvini non si fossero mai concretizzare.
Parole provocatorie, oltre il tollerabile limite di critica politica e dialettica cui un personaggio pubblico come il Ministro degli interni deve preventivare di restare esposto, e un atteggiamento ancora una volta rissoso e del tutto dimentico del ruolo istituzionale che l’On. Salvini ricopre e che lo vede interprete di una volontà popolare espressa dalla maggioranza democraticamente eletta a marzo scorso.
Un comportamento che, evidentemente, ha passato il segno e che il Ministro degli interni non poteva ancora lasciare correre.
E, proprio nella sua funzione di Ministro, Salvini ha finito per querelare Saviano onde tutelare non solo la sua figura personale ma, soprattutto, il ruolo di Capo del Dicastero più importante.
La questione che vede Saviano in contrapposizione di Salvini ruota intorno alla linea dura di contrasto all’immigrazione voluta dal Governo, ma condivisa da moltissimi italiani che non a caso hanno democraticamente preferito la Coalizione di Destra e il M5s alla Coalizione di sinistra. Lo scrittore, tra le altre cose, aveva definito l’Italia “complice” degli assassini libici e non contento, riferendosi alla sua persona e alla più volte ventilata querela (NDR: ma anche alla provocazione di Salvini di rivalutare la necessità di provvedere a Saviano una scorta di Stato), aveva chiesto al Ministro se il suo motto fosse: “Colpirne uno per educarne cento”, con chiaro riferimento retorico alla ideologia fascista.
E, in effetti, il “modello” provocatorio di Saviano qualche proselito lo fa. Prova ne é il post affidato alla rete dello scrittore di sinistra Erri De Luca, non nuovo ad atteggiamenti anarchici che rasentano il Codice Penale (NDR: fu assolto dalle accuse di istigazione al sabotaggio alle infrastrutture della Tav in Val di Susa), che aveva scritto: “La guardia costiera libica fa servizio carcerario in acque internazionali, riportando in schiavitù gli sfuggiti alle torture e alle estorsioni. Non salva e lascia annegare. Chi al governo da noi la spalleggia è un annegatore“.
Insomma una escalation di provocazioni, ben oltre il lecito, frutto di una radicalizzazione di tale parte della politica di sinistra, che mal digerisce il ruolo di opposizione a cui democratiche elezioni la ha relegata.
Ma evidentemente il segno é colmo e stavolta, per davvero, il Ministro degli interni ha dovuto depositare un querela al posto di Polizia competente del Viminale per tutelare la propria figura istituzionale e rivendicare la legittimità del proprio operato. E lo ha fatto su carta intestata del Dicastero degli interni a voler ribadire che non è il Sig. Matteo Salvini ad essere stato offeso dalle parole di Saviano ma il Ministro degli interni nell’esercizio delle sue funzioni.
Saviano, che dal canto suo ora rischia, più che il carcere o l’ammenda, una sonora batosta morale, con il seguente post su FB ha chiesto: “di essere oggi con me in questa battaglia: dietro l’angolo c’è la Russia di Vladimir Putin, modello del ministro della Mala Vita che, come è noto, ha spesso portato alle estreme conseguenze il contrasto al dissenso”. Ma, a parte De Luca, non molti (anzi diciamo quasi nessuno) intellettuali di sinistra hanno raccolto l’invito di Saviano che, dopo aver già incassato una condanna per plagio (NDR: Nel 2013 Saviano e la casa editrice Mondadori sono stati condannati in appello per plagio in quanto Saviano aveva trasfuso alcuni pezzi giornalistici in suoi lavori senza citarne la fonte), appare sempre meno convincente nelle sue uscite plateali.