Calcio: Gli ottavi del mondiale di Russia 2018


Partiti sabato 30 giugno gli ottavi di finale del mondiale 2018: 8 gare ad eliminazione diretta. Ciascuno degli otto gruppi della precedente fase a gironi ha qualificato due nazionali in un tabellone che si presenta diviso in due metà, una più difficile e con diverse favorite al titolo finale, e l’altra decisamente più abbordabile.
La prima gara in programma ha visto scontrarsi Francia-Argentina. Una partita avvincente e strepitosa, si nota subito il cambio di passo dai gironi allo scontro diretto. Le squadre appaiono concentrate e determinate. Il primo tempo finisce pari, rigore per la Francia e gran gol di Di Maria che riporta entusiasmo nell’Albiceleste che nella ripresa prima ribalta la situazione, ma poi si fa riprendere. Approfittando del momento di confusione argentino, Mbappè mette a segno una doppietta al 64’ ed al 68’. L’ultima speranza la regala Aguero nel recupero segnando di testa al 90+3, ma non basta. I galletti d’oltralpe conquistano l’accesso al turno successivo e a Messi, neanche stavolta decisivo, e compagni non resta che riflettere sul futuro di questa nazionale.
Nella seconda gara, l’attesa sfida tra Cristiano Ronaldo ed Edison Cavani, in Portogallo–Uruguay, viene vinta dal Matador che con un gol per tempo oscura il mito di CR7 e porta la Celeste ai quarti.
Seguiranno, a cominciare dal pomeriggio di oggi, Spagna-Russia e Croazia–Danimarca, quindi nella giornata di lunedì Brasile-Messico e Belgio-Giappone, per terminare martedì con gli incontri di Svezia-Svizzera ed Inghilterra-Colombia.
Appare evidente da questo elenco l’assenza di una grande protagonista, le armate tedesche clamorosamente hanno salutato un mondiale cominciato male e finito peggio. La Germania non era mai stata eliminata nella prima fase di un mondiale e dal 1982 era sempre arrivata ai quarti di finale. Quest’anno i detentori del trofeo si sono dimostrati sempre al di sotto delle aspettative, dando l’idea di essere una squadra sfinita, crollata sotto il peso della sua stessa usura. La mazzata finale è stata loro inflitta ad opera della Corea del Sud con due gol subiti nel finale di partita, nel recupero Kim e Son segnano due gol storici che regalano alla Corea una soddisfazione morale straordinaria. Si, perché ai tedeschi sarebbe bastata una vittoria anche minima, di misura, contro una squadra non forte e già eliminata. Invece i coreani hanno avuto il merito di non cedere, di lottare per la gloria ed alla fine l’hanno ottenuta. Nello stesso girone poi festeggia il Messico che passa come seconda squadra e la Svezia, già killer dell’Italia, che addirittura il girone lo vince.
Strana partita quella tra Belgio ed Inghilterra. Per tutto il primo tempo è sembrato che giocassero a perdere, l’uno si scansava per far passare l’altro. Già le formazioni ufficiali tradivano un eccesso di turn over con 8/11 sostituiti per l’Inghilterra e addirittura 9 per il Belgio. L’obiettivo era arrivare secondi e godere della posizione più favorevole nel tabellone degli ottavi. Nella ripresa si convincono a giocare i diavoli rossi ed è subito gol. Una reta che decreta il vincitore vero del match, il Belgio, ed il vincitore virtuale, l’Inghilterra, che come seconda del girone si piazza nella parte facile del programma. Ovviamente contro il Giappone e contro la Colombia, Martinez e Southgate schiereranno altri giocatori con ben altra determinazione.
Ciao, ciao Africa. La fase ad eliminazione diretta purtroppo non vedrà in campo nessuna squadra del continente nero. Oltre alla Nigeria, Egitto, Tunisia e Marocco è stato costretto a far ritorno a casa anche il Senegal. Non per demerito sul rettangolo di gioco, ma per la condotta. Alle spalle della Colombia, prima del suo girone, Giappone e Senegal erano in perfetta parità davanti alla Polonia. Pari i punti conquistati negli incontri, 4 per parte i gol fatti e quelli subiti, per decidere quale delle due squadre dovesse proseguire il mondiale si è fatto ricorso al criterio del fair play, numero di cartellini gialli e rossi ricevuti in tutte le partite della prima fase.
Mai una squadra si era qualificata grazie alla valutazione del suo comportamento in campo e per 4 ammonizioni a 6, ovviamente vince chi ne ha collezionate di meno, il Giappone è risultato capoclasse mentre il discolo Senegal ha dovuto dire addio al torneo.
A proposito di fair play è di questi giorni la sentenza Uefa con la quale l’Adjudicatory Chamber Nyon ha deciso la squalifica per un anno del Milan dalle coppe europee per violazione del fair play finanziario nel triennio 2014/2017, in particolare per la violazione della regola del pareggio di bilancio. I rossoneri quindi non parteciperanno alla prossima Europa League, per la quale risultano già qualificati, sostituiti in caso di conferma dalla Fiorentina. Al club resta la carta del TAS di Losanna per la presentazione del ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport. Anche se il provvedimento Uefa condanna e punisce i rossoneri per violazioni compiute dalla precedente gestione Berlusconi-Galiani, espone l’attuale proprietà cinese ad un imminente e definitivo chiarimento sugli assetti economico-societari. Anche nella sperata ipotesi che dopo l’intervento del TAS la situazione possa essere alleggerita, i vertici del club rossonero sono chiamati a fare i conti con una programmazione sportiva ed economica di medio/lungo periodo che possa rilanciare il Milan nel panorama del calcio mondiale, dimostrando senso di responsabilità e rassicurando i supporters rossoneri e tutti gli operatori del settore. In mancanza sarebbe auspicabile una cessione della partecipazione che consenta il trasferimento del controllo a chi possa con chiarezza garantire al Milan il futuro che merita.