Urlò: “Poliziotti, dovete morire!”. Licenziata!


Lavinia Flavia Cassaro, la maestrina che smesse le vesti mattutine dell’educatrice al soldo dello Stato si ritrovava la sera a capeggiare manifestazioni di sinistra dei Centri sociali inveendo pesantemente con uno sprezzante “dovete morire!” rivolto contro i colleghi (nel senso di dipendenti del medesimo Stato), ossia i poliziotti presenti sul posto solo per garantire l’ordine pubblico, alla fine é stata licenziata.
Avevano fatto scalpore le immagini dei video girate nel corso di una manifestazione a Torino il 22 febbraio scorso quando, capeggiando il fronte dei manifestanti con una bottiglia in mano, giaccone con cappuccio, gli occhi iniettati di sangue, urlava come un’ossessa auspici di morte ai colleghi statali poliziotti rei, a suo dire, di difendere il fascismo.
Intervistata nel prosieguo della manifestazione non solo aveva ribadito quanto asserito poco prima ma aveva aggiunto che lei si sarebbe ben potuta trovare con un fucile in mano a lottare contro quegli “individui” (NDR: i poliziotti). A chi le aveva fatto osservare che ci sarebbero state conseguenze per le pesantimparole profferite aveva aggiunto spudoratamente: “Non lo ripeterei, ma solo per furbizia”.
Insomma un comportamento offensivo e di profondo odio, esibito non in un momento di follia ma nella pienezza delle intenzioni come lei stessa ha confermato non pentendosi a posteriori, ancora più stridente perché perpetrato da una rappresentante di quelle stesse Istituzioni democratiche per cui stavano lavorando i poliziotti a cui aveva detto di provare schifo per loro e a cui aveva augurato la morte, che non poteva passare senza conseguenze.
Immediatamente, infatti, si era avviato un procedimento disciplinare da parte del Ministero della istruzione (ma la maestrina è anche indagata dalla procura per istigazione a delinquere, oltraggio a pubblico ufficiale e minacce), ritenendo la scuola inappropriato tale atteggiamento senza misura, proprio in relazione al ruolo lavorativo ricoperto.
Di diverso avviso i compagni dei Centri sociali per cui chiunque é libero di manifestare come vuole in virtù di una pretesa libertà.
Ora, e meno male che c’era il buon Renzi quando tutto é iniziato (sennò chissà quante accuse di Stato fascista…), é giunta la notizia della conclusione di tale iter disciplinare e l’Istituzione scolastica ha proceduto a licenziarla tra le proteste, neppure tanto veementi, dei sindacati.
Insomma un rappresentante dello Stato, fermo restando la libertà di pensiero costizionalmenre assicurata a ogni cittadino, non può adottare comportamenti lesivi dell’immagine delle Istituzioni da cui dipende per esprimere le sue idee.
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Riferimenti:
https://m.youtube.com/watch?v=Of-Sh0skfOk