Cosa è successo?


Negli ultimi tempi l’Italia ha perso sovranità, ricchezza, nuove leve, aziende strategiche e dal 27 maggio grazie ad un uomo piccolo piccolo di statura, ha rischiato di perdere amor di patria e morale, il diritto di vedere seduto in parlamento chi ha votato. In 70 anni di repubblichetta nessun Presidente si era mai rifiutato di firmare la nomina di un ministro e poi con quale scusante? “Ho messo in sicurezza i risparmi degli italiani”. Quali signor Presidente? Le ricordo che quando siedeva alla Corte Costituzionale non firmò sul taglio delle pensioni d’oro o meglio pensioni dai 90000 euro in sù, già allora aveva a cuore la situazione dei ricchi o dei risparmiatori? Quando le banche rubavano ai risparmiatori, i politici svendevano le migliori aziende del paese, gente di tutte le razze che in barba alle leggi hanno distrutto interi settori del terziario, esodati, lei dove era? Forse dall’ otorinolaringoiatra per ritrovare la voce? Non le ho mai sentito dire basta con la svendita della nazione , basta con QST immigrazione selvaggia, basta tasse inique, basta corruzione, mi ha sempre dato la sensazione di essere ignavo “Ed elli a me: Questo misero modo tengon l’anime triste di coloro che visser sanza infamia e sanza lodo lei con infamia”. Il motivo non è sotto gli occhi di tutti. Aver perso la sovranità monetaria ci mette nelle condizioni di subordinare la democrazia ai voleri della UE, che hanno preso il posto della sovranità del popolo. Se i partiti che hanno vinto le elezioni non hanno neppure la facoltà, insieme al presidente del Consiglio, di determinare la politica economica del governo, viene meno la forma di governo parlamentare. A cosa servono le elezioni, in un sistema parlamentare, se poi chi vince non può neppure scegliersi il ministro dell’Economia? Cos’ ha che non va Savona? È “euroscettico” e quindi non è gradito all’establishment. Molti rievocano il caso Previti per giustificare il veto su Savona. L’esempio non calza. Scalfaro si rifiutò di nominare Previti alla Giustizia solo perché era stato l’avvocato di fiducia del presidente del Consiglio Berlusconi che ne aveva avanzata la proposta. Ma Scalfaro fu comunque “costretto”, per evitare lo strappo, a nominare Previti alla Difesa. La situazione attuale è molto più complessa. Gli scenari possibili sono a mio parere (NDR: l’articolo si riferisce alle ore del 31 maggio scorso) tre.
Primo scenario: Mattarella potrebbe cercare ancora di dividere Salvini da Di Maio per far saltare il governo, oppure per far cedere Salvini su Savona, ma stavolta Matteo non mollerà di un centimetro e Di Maio lo sta appoggiando per ora. L’intesa tra i due resta forte. Non solo, il braccio di ferro sta dando risultati opposti a quelli sperati e mentre Berlusconi pare eclissato, Meloni, pur restando all’ opposizione, ha manifestato il suo sostegno a Salvini su Savona.
Secondo scenario: il Colle potrebbe indurre Savona a fare un passo indietro, ma Savona è uomo di carattere non lo farà. È diventato per gli italiani il simbolo del cambiamento.
Terzo scenario: Conte sale nuovamente al Quirinale con la lista dei ministri e ripropone Savona all’Economia, facendo presente che esiste un’irrinunciabile linea politica da parte sua e della maggioranza. A quel punto, per evitare una crisi istituzionale, Mattarella dovrebbe firmare la nomina di Savona. È probabile che lo faccia. In caso contrario, Conte dovrebbe annunciare che Mattarella si è rifiutato di nominare Savona all’Economia, e che quindi lui ha sciolto la riserva rinunciando definitivamente all’incarico. Ciò farebbe ricadere la responsabilità della crisi sul presidente della Repubblica. E si dovrebbe andare al voto nel più breve tempo possibile. Anche la CEI per conto di “Avvenire”, ha infatti scritto: «Salvini e Di Maio ritrovino il senso del limite. Nessun leader degno di questo nome e di una decente democrazia, può permettersi di tentare di imporre, con una sorta di tonante e assurdo assedio al Quirinale, le sue pretese riguardo a decisioni e nomine». Ovvio, non sono i rappresentanti del popolo a dover decidere in una democrazia, ci mancherebbe. Meglio affidarsi a poteri non eletti e alle ingerenze di mercati e Stati esteri (Stato della Chiesa incluso) queste parole dette da Galatino sono antecedenti alle affermazioni presidenziali per cui riflettere è d’obbligo. Sull’ “Espresso” che fa parte del gruppo di de Benedetti, uno che di mani in pasta e pastelle ne ha fatti tante, addirittura ci si scandalizza che 2 giovani vogliano impadronirsi dei meccanismi parlamentari: ma guarda un po’, chi vince le elezioni deve vedersi nominare i ministri da un uomo che fin adesso ha fatto scena muta. Dove era l’ “Espresso”, Repubblica e il PD quando i giornali tedeschi ci apostrofavano come pezzenti? Sono convinto che se si fosse limitato a bocciare Savona senza aggiungere spiegazioni, a nessuno sarebbe venuta l’idea dell’impeachment. Come giustificazione Mattarella ha dato l’obbedienza ai mercati, pensando così di trincerarsi dentro una verità, dietro una logica condivisa da tutti. Ma parlava ad una maggioranza antisistema. Alle loro orecchie le sue affermazioni, come sono in sostanza, apparivano per la prima volta una scelta politica e l’arbitro non può schierarsi politicamente.
La stessa compromissione ha colpito Cottarelli. In un contesto di maggioranza antisistema, la sua ortodossia ai mercati suona come schiaffo alla volontà popolare. Mattarella ha inteso bocciare Savona per affidare le redini dello Stato ad un membro del Fondo Monetario Internazionale con una negazione dell’essenza del voto. Signor Presidente il paese di un uomo non è una certa porzione di terra, di montagne, di fiumi, e di boschi, ma è un principio; e il patriottismo è la lealtà a quel principio. La nomina del suo protetto non ha sortito alcun effetto. Lo scopo dei mercati, se non l’è chiaro, è quello di spolparcci come fa una faina con la gallinella (e non sto qui a dire chi è la faina e chi la gallinella). I mercati cosi come sono strutturati secondo il metodo mercantilista puro cioè il più ricco domina, comanda, decide per l’altrui vite, risponde non ai nomi ma ai suoi interessi e l’Italia è il secondo paese al mondo per volume di risparmio circa 3000 miliardi e secondo lei il loro scopo è quello di far rimanere il nostro paese nell’euro? A noi serve un governo forte che sappia fare gli interessi del popolo, nessuno vuole uscire dalla comunità europea ma rivedere i suoi trattati si, anche se ciò comporterebbe sicuramente uno scontro aperto con Berlino che ha interesse ad eliminare la concorezza del made in italy, per non parlare di Macron che ci ha scippato la leadership in Libia sottraendo all’ENI i pozzi di gas e petrolio. Lei ha difeso gli interessi di questi soggetti ma non quelli della nazione. Caro Mattarella la Patria non è un’opinione. O una bandiera e basta. La Patria è un vincolo fatto di molti vincoli che stanno nella nostra carne e nella nostra anima, nella nostra memoria genetica. È un legame che non si può estirpare come un pelo inopportuno (ORIANA FALLACI).