Caro Presidente, ora basta sudditanze!


Incredibilmente, a oltre due mesi dalle elezioni politiche più dirompenti della storia della Repubblica italiana, ancora nessun governo. Dicono tutta colpa di Mattarella a cui, evidentemente, l’asse Salvini – Di Maio non piace proprio, specie sul fronte della politica estera. A nulla o poco, evidentemente, sono servite le rassicurazioni del neo incaricato Premier Conte sul fatto che non è in discussione la politica estera avendo dichiarato nel suo discorso di insediamento: “Sono consapevole della necessità di confermare la collocazione europea e internazionale dell’Italia”.
Ma Salvini, forte del voto popolare, si è stancato di questo attendismo presidenziale e ha dichiarato: “Mi rifiuto di andare avanti ancora per giorni con le trattative, o siamo in condizioni di lavorare o qualcuno se ne prenderà la responsabilità”.
Di Maio, rincarando la dose, ha aggiunto: “Abbiamo già perso troppo tempo, o si chiude entro 24 ore e siamo messi nelle condizioni di poter cominciare a lavorare o lasciamo perdere”.
L’impasse istituzionale, a quanto pare, è incentrato sulla figura del Ministro dell’economia visto che si è ventilato il nome del prof. Savona, economista con dichiarate idee anti euro.
A questo punto lo spettro di nuove (inutili) elezioni è quanto mai concreto e lo stesso leader leghista lo ha detto chiaramente: “O il governo parte nelle prossime ore e si inizia a lavorare o – ha spiegato – tanto vale tornare a votare e prendere la maggioranza assoluta. Anche se mi sembrerebbe irrispettoso per gli italiani che questo governo non parta perché è sgradito a qualcuno a Berlino o Bruxelles”.
Da parte del neo incaricato Premier v’è stata una ulteriore pressione sul Colle, richiamato sul piano del rispetto delle scelte democratiche scaturite dalle elezioni: “Non faccio una questione di nomi e cognomi, ma di rispetto del voto che gli italiani hanno espresso il 4 marzo”.
E, sul piano politico, pesano anche i commenti dei leader stranieri con i vertici UE che criticano molto le scelte dell’asse Salvini – Di Maio e con Putin che, invece, getta benzina sul fuoco a sostegno delle scelte elettorali: “Ci rendiamo conto che l’Italia è stata costretta a subordinarsi alle scelte collettive dell’Ue e aderire alle sanzioni contro la Russia”.
Ma se nuove elezioni saranno, sono in molti a ritenere che Mattarella avrà dato la stura a un plebiscito per Lega e M5s. Lo teme la stessa opposizione con Massimo D’Alema: “Se torniamo a elezioni per il veto a Savona quelli pigliano l’80 per cento”.
Insomma, un po’ come è stato per l’ultima elezione che, sia chiaro, non è stata vinta dai partiti populisti ma persa dai partiti politici, il Presidente della Repubblica rischia di diventare la causa di una vera e propria rivoluzione popolare.
Il Quirinale, per ora, ha scelto la via del silenzio ma ora, sembra proprio che Salvini e Di Maio abbiano abbiamo perso la pazienza e dato l’ultimatum al Colle.