Quelle preziose “risorse”


Sana Cheema, una ragazza di origini pakistane, è stata barbaramente uccisa dal padre e dal fratello per lavare la grave colpa di aver rifiutato il matrimonio combinato che la famiglia aveva tentato di imporle.
E’ accaduto nelle scorse ore a Gujrat, la città del Pakistan dove Sana Cheema (così si chiamava la 25enne ammazzata), era nata.
Detta così non sembrerebbe, purtroppo, nulla di strano (NDR: In Pakistan ogni anno più di 1000 giovani vengono barbaramente uccise dalle famiglie per analoghi motivi di “onore”), se non che la venticinquenne è si di origine pakistana ma è cresciuta a Brescia, risultando italiana a tutti gli effetti e, cosa ancora più grave, perché la ragazza voleva sposare un italiano di origine italiana. La povera Sana era rientrata in Pakistan solo per incontrare quella parte della famiglia che, oramai, non vedeva da tempo.
La famiglia di Sana è una delle tante famiglie immigrate nel nostro paese le cui porte sono state indiscriminatamente aperte da taluni “benpensanti” che hanno “ben pensato” che la nostra società avesse bisogno di immigrati, comunque questi fossero e quali che fossero i loro principi etici.
Anzi, i più accesi di tali fanatici dell’accoglienza ad oltranza avevano definito tutti gli immigrati come “preziose risorse” di civiltà per il nostro popolo, dimentichi che gli italiani hanno una storia davvero millenaria di civiltà mentre altre culture, purtroppo, sono rimaste agli usi tribali del medio evo più gretto e oscurantista.
E, naturalmente, alla notizia dell’efferato delitto gli stessi “benpensanti” si sono guardati bene dal gridare allo scandalo e al femminicidio.
Lo fa, e con ragione, Matteo Salvini che ha preso posizione ribadendo il proprio no all’Islam, o quanto meno ad un certo tipo di Islam. Questo il suo commento all’accaduto:”Povera ragazza, sgozzata dal padre e dal fratello perché voleva semplicemente essere libera. Quanta tristezza, quanta rabbia. In Italia nessuno spazio per chi viene a portare questa cultura”.
Gli fa eco Paolo Grimoldi, deputato e Segretario della Lega Lombarda, che denuncia: “Fa orrore la notizia che arriva dal Pakistan di una ragazza italiana, di Brescia, sgozzata dal padre e dal fratello, pure loro provenienti da Brescia, pare per aver rifiutato le solite nozze combinate che si usano in quei Paesi. Di più la ragazza sarebbe stata assassinata anche perché voleva sposarsi con un italiano. Padre e fratello sono stati arrestati in Pakistan, ma la magistratura italiana deve fare chiarezza su questo episodio che coinvolge purtroppo una ragazza italiana, che a Brescia aveva studiato e lavorava, un tragico episodio che richiama alla memoria la vicenda analoga di Hina, sgozzata nel 2006 sempre nel bresciano sempre dal padre e dal fratello pakistani e sempre per la medesima ragione, essersi innamorata di un ragazzo italiano e cristiano. Fosse vero sarebbe la conferma che in 12 anni l’Islam in Italia non ha fatto progressi, non è diventato più moderato e conciliante ma è rimasto su posizioni estreme che non si possono conciliare con il nostro modo di vivere e rendono impossibile un’integrazione che non diventi sottomissioni da parte nostra”.
Di certo un giudizio pesante da parte del leghista ma se è innegabile che non tutti gli immigrati sono inclini a barbarie come la efferata famiglia di Sana, l’errore è sempre stato quello di non aver messo bene in chiaro, sin dai primi arrivi, che qui in Italia (e, in senso lato, in Europa) chi avesse voluto immigrare avrebbe dovuto conformarsi a un principio di moderazione e tolleranza per il quale siamo davvero fari di civiltà rispetto ad altre culture.
Insomma, come si suol dire, patti chiari amicizia lunga.