L’ira di Silvio scongiura lo scisma a dx


Alla fine ha vinto lui. Silvio.
Durante la settimana scorsa Salvini aveva ricevuto le lusinghe del M5S che, come novelle sirene, avevano cercato di strappare la Lega alla coalizione di destra in modo da poter avere i numeri per governare.
Se sulle prime il leader leghista aveva dato l’impressione di poter resistere a tali lusinghe come un novello Ulisse, successivamente il rischio di uno scisma nella coalizione di centro destra é divenuto sempre più concreto.
Dal canto suo il Cavaliere, che già aveva dovuto ingoiare un amaro boccone per il superamento della Lega nelle preferenze degli elettori, aveva morso per giorni il freno lasciando correre le dicerie di palazzo ma, diventate più insistenti le voci di accordi diretti tra Salvini e Di Maio e, soprattutto, dopo il veto posto da Luigino su Paolo Romani quale Presidente del Senato, ha chiaramente preso posizione.
Del resto, lasciata la leadership della coalizione di centrodestra a Salvini, aveva detto chiaramente che sarebbe comunque rimasto il garante del sodalizio politico tra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia.
E l’ira di Silvio, come un novello Achille, ha sortito evidentemente l’effetto di richiamare all’ordine l’alleato Salvini (quasi certamente nel corso di una lunga riunione tenuta sabato mattina tra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia a Palazzo Grazioli ed in cui si dice che la difficile opera di mediazione sia stata fatta da Giorgia Meloni) giacché alla guida del Senato é stata proposta ed eletta, facendo fare un passo indietro a Salvini, la forzista Maria Elisabetta Alberti Casellati (tra l’altro incassando la non opposizione dei gialli pentastellati).
Discendente da una famiglia nobile, la Casellati si è laureata in giurisprudenza all’Università di Ferrara e in diritto canonico nella Pontificia Università Lateranense, è stata ricercatrice universitaria per il settore scientifico-disciplinare IUS/11 “Diritto canonico ed ecclesiastico” presso l’Università di Padova ed è iscritta all’Ordine degli avvocati di Padova.
Ha aderito a Forza Italia fin dalla sua fondazione, nel 1994. Negli anni è stata componente del Collegio nazionale dei probiviri, dirigente nazionale del Dipartimento sanità di Forza Italia e vice dirigente nazionale dei dipartimenti di Forza Italia.
Eletta per la prima volta senatrice nel 1994, nella XII legislatura è stata segretaria del gruppo parlamentare di Forza Italia al Senato e presidente della Commissione Sanità.
Dopo la mancata elezione del 1996 è stata rieletta al Senato nel 2001. Durante la XIV legislatura è stata vice-capogruppo di Forza Italia e dal 2002 al 2005 è vice capogruppo vicario. È stata sottosegretario alla salute del Governo Berlusconi II dal 30 dicembre 2004 al 25 aprile 2005 e del Governo Berlusconi III dal 26 aprile 2005 al 16 maggio 2006.
Rieletta in Senato nella XV legislatura, ha ricoperto l’incarico di vice presidente del gruppo al Senato.
In occasione delle elezioni politiche del 2008 viene riconfermata come senatrice. Ha inoltre ricoperto l’incarico di sottosegretario alla giustizia dal 12 maggio 2008 al 16 novembre 2011 nel governo Berlusconi IV.
Nel corso della successiva legislatura è eletta nel consiglio di presidenza del Senato come segretario d’aula. Il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, ha aderito a Forza Italia. Dal 14 gennaio 2014 è stata capogruppo di Forza Italia nella Giunta delle Elezioni e del Regolamento e della I Commissione Affari Costituzionali del Senato.
Il 15 settembre 2014 è stata eletta dal Parlamento in seduta comune membro del Consiglio Superiore della Magistratura al settimo scrutinio con 489 voti, in quota Forza Italia.
Con l’elezione di Maria Elisabetta Alberti Casellati quale Presidente del Senato, il Cavliere é riuscito quindi a imporre una sua fedelissima per la seconda carica dello Stato.
Se la presidenza del Senato va ai blu del centrodestra, come da copione la Presidenza della Camera va ai gialli del M5S.
A tale incarico, difatti, é stato eletto il grillino Roberto Fico.
Nato a Napoli nel 1974, si laurea in Scienze della comunicazione all’Università degli Studi di Trieste con indirizzo alle comunicazioni di massa, discutendo la tesi Identità sociale e linguistica della musica neomelodica napoletana. Ha studiato per un anno presso l’Università di Helsinki, grazie ad una borsa di studio Erasmus.
Prima della sua ascesa politica ha lavorato prevalentemente nel settore della comunicazione, uffici stampa compresi, ma è stato impiegato anche in un call-center per un anno.
Il 18 luglio 2005 fonda a Napoli uno dei 40 meetup “Amici di Beppe Grillo”, sulla scia dei quali nascerà il Movimento 5 Stelle. Nel 2010 si è candidato Presidente della Regione Campania e alle elezioni ottiene l’1,35% dei voti. Nel 2011 si è candidato sindaco di Napoli e ottiene l’1,38% non superando il primo turno.
Nel dicembre 2012 è primo alle Parlamentarie del M5S nella Circoscrizione Campania 1 e, grazie alle 228 preferenze ottenute sul web, viene candidato in prima posizione nella lista bloccata del M5S della circoscrizione, ed è eletto nella XVII legislatura della Repubblica Italiana alla Camera dei Deputati alle elezioni politiche del 2013.
Viene candidato dal suo gruppo parlamentare alla presidenza della Camera dei deputati senza però essere eletto. Il 6 giugno 2013 è stato eletto presidente della Commissione di Vigilanza Rai.
Come presidente della Commissione di Vigilanza Rai, durante la sua presidenza, introduce la trasmissione in diretta streaming sulla web tv della Camera dei Deputati di tutte le audizioni; la pubblicazione sul sito del Parlamento dei quesiti indirizzati dai commissari alla Rai e le relative risposte; la determinazione del termine massimo di 15 giorni per le risposte ai quesiti da parte dell’azienda radiotelevisiva pubblica.
Tra gli atti approvati in Commissione, si annovera la risoluzione volta a risolvere ed evitare i possibili conflitti di interesse da parte degli agenti di spettacolo.
Come deputato, ha presentato come primo firmatario una proposta di legge sulla governance della Rai, di cui uno dei punti – il Piano per la trasparenza aziendale – è confluito nella riforma della Rai approvata nel 2015 dal Parlamento. A seguito dell’attuazione di questo Piano, l’azienda ha dovuto rendere pubbliche le retribuzioni delle figure apicali del management, delle direzioni editoriali e delle testate giornalistiche.
Il sito opentg.it è stato voluto da Fico, con l’obiettivo di rendere più facilmente accessibili e fruibili i dati sul monitoraggio televisivo sul pluralismo politico raccolti mensilmente dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Da aprile e fino al 4 luglio 2017 è vicepresidente vicario e portavoce del gruppo parlamentare, poi sostituito da Simone Valente.
Alle politiche del 2018 è il candidato M5S nel collegio uninominale di Napoli Fuorigrotta. Ottiene 61.819 voti (57,6%), venendo così eletto per la seconda volta alla Camera.
Inutile dire che dalla sinistra immediatamente si sono levate critiche su entrambi i nomi. Il primo tacciato di nepotismo (a favore della figlia) e il secondo per un presunto coinvolgimento in una storia di voti di scambio. Inoltre, critiche sono state sollevate sostenendo che sino a poche settimane fa, i neo eletti Presidenti lanciavano strali sulle rispettive schiere mentre oggi, invece, sembrano accettare di buon grado la spartizione delle poltrone presidenziali.
Chiaramente chi é all’opposizione esercita il suo ruolo di pungolo rilevano le contraddizioni di una apparente neo formata intesa di governo ritenuta impossibile.
È il gioco delle parti (Andreotti però diceva che il potere logora chi non lo ha) ma, a parte che tale esito sembrava in effetti scontato (nel senso che alla Presidenza della Camera vi sarebbe andato un pentastellato mente alla guida del Senato un uomo di destra), la politica non è l’arte del possibile?