Rosa Di Domenico è tornata a casa (ma il caso non é chiuso)


Era sparita nel nulla, da 10 mesi. Quello che faceva presagire un triste epilogo si è concluso con un lieto fine. Con dei contorni ancora da definire, ma che rende onore a due genitori che non hanno mai perso la speranza di riabbracciare la propria figlia. Che hanno lottato persino contro le istituzioni che avrebbero dovuto supportarli. E che invece si sono esposte solo per i plausi finali.
Rosa Di Domenico era scomparsa da Sant’Antimo senza lasciare traccia. Uscita di casa per andare a scuola, dove non è mai arrivata, era irreperibile da maggio. Il tempo aveva alimentato molti dubbi sulla sua incolumità soprattutto perché quella che era sembrata una fuga d’amore aveva assunto tratti macabri. Erano cominciate a circolare foto del pakistano che l’aveva adescata in chat con il viso bardato e con delle armi in mano. Un ventottenne residente a Brescia con un contorto rapporto con la religione islamica: apparentemente ben integrato, in realtà legato ad una visione estremista. La stessa che avrebbe cercato di trasmettere a Rosa, che prima della scomparsa aveva iniziato a leggere il Corano, ad evitare di mangiare la carne (perché non macellata secondo l’uso islamico, ndr) ed a vestire con abiti castigati.
Ali Quasib era sposato quando ha intrapreso i primi approcci con Rosa, allora tredicenne. La giovane età della ragazza, le reiterate denunce del padre della minorenne e una denuncia sporta dalla stessa Rosa, non lo hanno però fatto desistere dall’intrattenere il rapporto con la minorenne, fino al punto di plagiarla.
La procura che doveva indagare propende dapprima per un allontanamento volontario, tanto che una richiesta di archiviazione presentata dal PM rischiava di interrompere definitivamente le ricerche. Il legale della famiglia, l’avv. Maurizio Lojacono, si è fortemente battuto per non far archiviare il caso e dare ai genitori la speranza di avviare seriamente le indagini. Fino ad allora, l’unica attività investigativa intrapresa era stata effettuata dal giornalista Giuseppe Pizzo della trasmissione “Chi l’ha visto”. Grazie al loro intervento il gip ha ordinato formalmente alla Procura di Napoli di indagare sul pakistano Qasib Ali, il quale, nel suo contorto integralismo, l’avrebbe persino costretta a scattare foto dal contenuto pedopornografico. A nulla era servita neppure la segnalazione di un’altra ragazza, che già lo aveva denunciato per tentativo di plagio. A nulla era servito sapere che proprio a Brescia vi è una folta comunità di islamici intransigenti, non a caso molti degli italiani convertiti e arruolatisi con l’Isis vengono da lì. Da allora le attività investigative si incalzano. Si aprono, ma solo formalmente, tre filoni di indagini: Brescia, Napoli Nord e Napoli. La palla passa anche alla DDA, ma senza successo. Di Rosa non si sa nulla. Le indagini intraprese dal legale e dal giornalista continuano. Tante le tracce che Qasib lascia in giro per l’Europa: Belgio, Francia, Germania. Ma Rosa resta un fantasma. Fino al 13 dicembre scorso, quando viene diffuso un video che ritrae la figlia con lo sguardo perso ed un trucco volgare, volto a nascondere le labbra e il volto tumefatto. La ragazza dice di stare bene, ma chi conosce Rosa, nota dei particolari inquietanti. Al dolore si aggiunge l’angoscia. Le indagini, ufficiali ed ufficiose proseguono. Fino ad ieri, quando una ragazza italiana, senza soldi e senza documenti, si presenta volontariamente al consolato italiano ad Ankara, in Turchia. Un paese che proprio ieri era blindato, a “causa di una minaccia alla sicurezza” non specificata.
E’ allora che tutto torna. E’ proprio in Turchia che avevano portato mesi addietro le tracce lasciate da un cittadino turco, tale Abdullah Erdem, sul profilo facebook aperto a nome della ragazza. Tracce che si chiese di seguire, ma invano. Oggi invece le istituzioni si mobilitano.
Rosa è atterrata ieri a Capodichino alle 17,35, scortata dall’Interpool. Dopo un lungo interrogatorio, viene accompagnata in ospedale. Ora è a casa. I cellulari dei genitori sono giustamente spenti.
Tante le domande che attendono Rosa, mentre Quasib continua a circolare liberamente in Europa. E allora, cari voi che dovreste proteggerci, piuttosto che perdere tempo a ritagliarvi un ingiusto momento di gloria, non sarebbe più opportuno pensare a rintracciare Quasib ed evitare che accada ad altre quello che è successo a Rosa?

NDR: Il ritorno a casa di Rosa Di Domenico é stato certamente favorito da un lungo lavoro di squadrs in cui la dott.ssa Rosemary Fanelli, arabista e articolista per WeeklyMagazine, ha avuto una parte essenziale coadiuvando l’avv. Lojacono nella ricerca di tracce della ragazza nel mare magnum di internet.