Tiro a Segno: no grazie, é per terroristi


É di due giorni fa la polemica scoppiata a Vicenza per un professore di ginnastica che, nell’ambito del ventaglio discipline sportive che propone agli allievi, peraltro un suo compito istituzionale, ha pensato bene di inserire qualche lezione di Tiro a Segno con pistola ad aria compressa.
L’occasione deve essere sembrata ghiotta ai gerenti locali della sinistra (non volendo fare di tutta l’erba un fascio, si deve dire della parte becera della sinistra) che, dimentichi che tale sport é addirittura annoverato tra le pratiche olimpiche, ossia lo quello sport fondato sulla filosofia che non é importante vincere ma partecipare, hanno ritenuto di montare un caso mediatico, probabilmente in considerazione del periodo pre elettorale.
In un Paese ancora bigotto e, certamente, ipocrita, si trova sempre chi non comprende che per uno sportivo del Tiro a Segno la pistola ha la stessa valenza della racchetta da tennis per un tennista, ed ecco che si é tacciato il povero professore di volere traviare i ragazzi a lui affidati incitandoli alla violenza e alla guerra.
Ma cosa c’entra la violenza e la guerra con l’andare al poligono a sparare per puro diletto? Chiaramente nulla se si comprende che lo sport del tiro, tra l’altro come detto disciplina olimpica, insegna invece equilibrio, autocontrollo, rispetto per gli altri, senso di responsabilità.
Allarmati da questo terrorismo psicologico alcuni genitori, fortunatamente solo in pochi, hanno detto di non essere a conoscenza dell’iniziativa oppure, raggiungendo le più alte ipocrite vette di fantozziana memoria, hanno riferito che pur essendo contrari non si sono opposti per paura di ritorsioni in pagella (insomma una sorta di riproposizione delle dinamiche di partecipazione alla coppa aziendale ‘Cobram’ per chi ricorda il famoso film dove un caustico Paolo Villaggio partecipava a una massacrante quanto improbabile gara ciclistica solo per compiacere il dirigente di turno).
Le persone che giudicano male chi va a sparare sono mosse da atavici pregiudizi o, come in questo caso, sono fuorviate da paure indotte, che non poggiano su alcun fondamento, frutto di una volutamente distorta visione della realtà e da un’abissale ignoranza in materia. Al giudizio finiscono con sostituire il pregiudizio, cioè un giudizio preconfezionato, pronto all’uso, ma privo di reale consistenza.
Ed é a tali forme di debolezza umana che una parte della sinistra vicentina si é, evidentemente, affidata per i suoi scopi elettorali puntando, piuttosto che sulla proposizione di programmi politici seri, ad un messaggio di terrorismo psicologico. Un segno di evidente oscurantismo culturale.