Consiglio di volpi…


Un tempo c’era Renzi, l’enfant prodige della politica italiana, che si inventò in periodo pre elettorale un bonus di 80 euro che sarebbe capitato nella busta paga di talune categorie di italiani.
Era il 2014 e da lì a poco ci sarebbero state le elezioni europee.
Passate le elezioni, i tanto sbandierati 80 euro in busta paga sono diventati un miraggio e, addirittura, per qualcuno che li aveva percepiti é arrivata la richiesta di restituzione.
Per gli altri l’aumento delle imposte, iva in testa, ha vanificato ogni preteso “regalo”.
Insomma, dei tanto promessi soldi, nemmeno l’ombra.
Oggi, col Governo Gentiloni, la storia si ripete e, guarda caso ancora una volta in periodo pre elettorale, viene accordato un nuovo contentino costituito dalla firma del nuovo contratto di lavoro agli statali.
Nella buona sostanza da circa 80 a 100 euro in più al mese e, guarda caso proprio a marzo, mese in cui ci saranno le elezioni politiche, é prevista la prima busta paga più pesante.
Non tutti i sindacati, tuttavia, sembrano contenti.
Ed a ragione.
I contratti dei lavoratori statali erano fermi da anni sui tavoli di trattativa è ció significa che i patti regolanti il lavoro dell’intero comparto pubblico, a partire da quelli strategici come la scuola è la sicurezza, sono diventati del tutto anacronistici e poco o nulla é stato fatto in questo senso. Ciò diventa del tutto evidente se il paragone si fa con le realtà attuali di altre nazioni d’Europa.
Secondariamente l’aumento concesso non appare neppure lontanamente compensativo della reale inflazione, ossia della perdita del potere di acquisto, che si é determinata dai momento della forma dei precedenti contratti collettivi.
Infine gli analisti sostengono che gli accordati aumenti hanno già assorbito il gettito derivante dall’ultima approvata manovra per cui non é difficile prevedere dei correttivi (ovviamente a danno delle tasche degli italiani) post elettorali. Insomma dopo la carota verrà, inevitabilmente, il bastone.
Nella buona sostanza, i problemi strutturali restano quasi tutti (e si é persa una occasione d’oro per risolverli) e l’aumento concesso é insufficiente per riallineare il potere di acquisto delle famiglie al reale costo della vita e sarà immediatamente vanificato da successivi manovre fiscali.
Fa riflettere, infine, la scelta del momento in cui il Governo ha scelto di chiudere le trattative accordando i nuovi contratti di lavoro. Indubbiamente le incombenti elezioni politiche sono state più che ben predisponenti.
A Renzi, che in gran segreto deve aver spiegato il “trucchetto” a Gentiloni, va dato il merito di aver inventato un modo legale per abbindolare gli italiani e assicurarsi un certo numero di voti.
A chi ci hai creduto (e chi anche anche stavolta ci crederà), la medaglia d’oro di fesso.