Napoli, baby gang scatenate


Stavolta è toccato a Gaetano, quindicenne di Melito, un comune della periferia napoletana, a prendere spintoni, calci e pugni fino a spappolargli la milza.
Il fatto è accaduto ieri a Chiaiano un piccolo comune satellite di Napoli, nei pressi della fermata della metropolitana, verso le 18,30. Gaetano, in compagnia di due cugini, è stato affrontato da una baby gang e pestato senza alcun motivo.
Solo poche settimane fa era toccato a un diciassettenne, Arturo, che nella centralissima via Foria a Napoli era stato accoltellato alla gola e ridotto in fin di vita.
Il Questore De Iesu promette che si farà tutto il possibile per individuare gli aggressori e annuncia sviluppi sin già nelle prossime ore ma lamenta che la cittadinanza non contribuisce alle indagini, non denuncia, non interviene. “Nessuno ci ha chiamato per raccontarci quanto successo”.
Si stanno visionando i filmati delle telecamere della zona ma, sostanzialmente, colpevolizza che nessuno è intervenuto (nemmeno a chiamare la polizia) e nessuno sembra aver visto.
Ma come si fa a lanciare una accusa del genere alla gente comune quando è la stessa politica di oggi, quella a cui il Signor Questore ubbidisce, che determina il degrado sociale cui assistiamo?
Ed è infatti singolare che questi ragazzini sembrano emulare quanto vedono in TV in fiction come “Gomorra”, segno evidente di una grave forma di distorsione negli organismi che dovrebbero valutare i contenuti dei palinsesti.
Forse più di una mera coincidenza.
La TV, specie quella di Stato, che dovrebbe avere una funzione educatrice e che è controllata dai partiti di maggioranza che siedono in Parlamento, oggi sembra avere una funzione di incitamento alla trasgressione sessuale e criminale proponendo modelli di riferimento davvero discutibili.
Tornando alla infelice asserzione del Questore, specie in un contesto reale dove una famiglia sta vivendo un dramman, c’è da chiedersi, quand’anche qualcuno fosse intervenuto, quale garanzia di protezione lo Stato gli avrebbe assicurato? Diciamocelo, quando si interviene direttamente a difesa di qualcuno (o anche solo di sè stessi!) si rischia un lungo e costoso processo (per non parlare delle richieste di parte civile da parte degli “offesi”…) e se si denuncia quanto di cui si è stati testimoni poi si rischia di non essere adeguatamente protetti dalle ritorsioni delle famiglie, spesso malavitose, degli imputati.
Non lamentiamoci, quindi, che nessuno è intervenuto e che nessuno ha denunciato. È perfettamente umano.
La gente comune Signor Questore, la gente perbene, ha paura. Ed ha paura innanzitutto di non essere protetta da uno Stato che sembra forte coi deboli (le sue parole sembrano essere tristemente emblematiche) e debole coi forti.
Sulla base del degrado sociale che la politica di questi ultimi anni ha determinato, corroborato dai cattivi modelli proposti da filmini come “Gomorra”, non meravigliamoci quindi se oggi le baby gang prolificano e diventano sempre più violente.
Così Signor Questore, invece di additare ipocritamente la brava gente all’indice, denunci la mala politica come vera causa del degrado che deve quotidianamente fronteggiare, se non altro nella considerazione che sarebbe meglio prevenire che curare.