Boschi-Etruria gela i Dem


Sembra sceso il gelo tra i renziani sul caso Boschi-Etruria.
Se un tempo il PD e, in particolare, Renzi facevano quadrato intorno a Maria Elena, oggi si assiste a un ben diverso atteggiamento di imbarazzato distacco.
Sul caso di Banca Etruria, diciamocelo, gli indizi di un possibile coinvolgimento del ministro, oltre che di buona parte della sua famiglia, non sono stati ancora smentiti (se mai lo saranno) e anzi diventano sempre più numerosi.
Insomma, piove sul bagnato.
Solo nelle ore scorse Vincenzo Consoli, già amministratore delegato di Veneto Banca, avrebbe riferito in commissione di un incontro tra il ministro Boschi e suo padre su come fronteggiare le richieste di Banca Italia che indicava possibili strategie di salvataggio mediante un più solido istituto bancario. Questo tanto per smentire le dichiarazioni della stessa ministra che in più occasioni aveva detto di non essersi mai interessata alle (oscure) vicende di Banca Etruria.
E, a quanto pare, ci sarebbero intercettazioni telefoniche nelle quali l’ex numero uno di Unicredit, Ghizzoni, sarebbe stato destinatario di una richiesta in tal senso proprio da parte della Boschi al punto da decidere, sia pure in modo travagliato, di ascoltarlo in commissione.
Solo Pier Ferdinando Casini, in un disperato tentativo di self control politico, asserisce che quanto Ghizzoni potrà riferire è marginale e che, anzi, tenta di gettare acqua sul fuoco argomentando che si è inteso convocarlo in Banca d’Italia proprio per dimostrare che non vi sono zone d’ombra.
Ma la sensazione è che proprio dall’audizione dell’ex amministratore delegato di Unicredit possano apprendersi nuovi elementi non graditi alla immagine politica della Boschi.
Insomma per la bella Maria Elena al momento si aprono falle una dietro l’altra rendendo oltremodo difficile immaginare cosa potrà accadere al suo futuro politico.
Sul piatto, oramai, anche le prossime elezioni e sono sempre di più i colleghi di partito, che un tempo l’avevano blindata difendendola a spada tratta, che oggi tacciono pronti, c’è da giurarlo, a scaricare tutta la ingombrante famiglia Boschi e la spinosa questione Etruria.