Il peccato della stupidità


«Non esiste altro peccato che la stupidità» è un celebre pensiero di Oscar Wilde che risulta impossibile non condividere per quanti giornalmente siano costretti a fare i conti con gli effetti tragicomici di comportamenti che sembrano solamente volti a complicare la vita a noi e a chi li ha generati.
Pochi sono stati gli studi condotti su uno dei mali che da sempre affligge l’umanità e ne condiziona il cammino storico.
E non è difficile comprenderne il motivo, né esserne stupiti: definire la stupidità o intraprendere uno studio su un argomento così vasto che investe la sfera soggettiva di ognuno di noi è difficile da esaminare.
La stupidità è molto potente e si potrebbe associare ad uno stato di apatia letargica, a differenza dell’intelligenza che implica la volontà di migliorare continuamente se stessi.
Non è facile circoscrivere un concetto che investe la sfera soggettiva di ognuno di noi. La stupidità, oltre ad essere soggettiva, è intuibile. La percepisci, ma non riesci a sintetizzarla in poche parole e le percezioni soggettive non possono considerarsi un valore assoluto. Discutere della stupidità può comportare il rischio di inoltrarsi in un sentiero oscuro e sconosciuto che pochi studiosi hanno cercato di affrontare, anche perchè, essendo una caratteristica insita nella natura umana non si può curare. Puoi forse diagnosticarla, ma nessuno è mai riuscito a trovarne la cura. Magari esistessero delle pillole che riuscissero a contenerne gli effetti! E un’osservazione attenta della società umana potrebbe portare alla misantropia, visto che la stupidità regna sovrana. Un indicatore fondamentale della stupidità è la mancanza di curiosità. Andare a dormire senza aver appreso qualcosa di nuovo e di interessante e non provare nemmeno tristezza per quella mancata occasione di conoscenza, lasciando che un giorno possa scivolarti tra le mani senza avere imparato niente e, peggio ancora, evitandone la ricerca, è squallidamente stupido.
Lo stupido è spesso superstizioso e ignorante. Non utilizza al meglio la propria intelligenza recando danno a sè e soprattutto agli altri.
Il cosiddetto “ignorante attivo“, ovvero l’individuo che, pur essendo privo di una cultura di base adeguata, esprime il proprio parere anche su argomenti a lui conosciuti superficialmente o peggio ancora del tutto sconosciuti e, di fronte alla palese evidenza che ne mostra la sua incompetenza, continua a blaterare adducendo la sua carenza all’incapacità degli altri di capire un discorso talmente “intelligente” che non si riesce a cogliere, è uno stupido. Uno stupido presuntuoso. Già. Purtroppo la stupidità è spesso accompagnata dalla presunzione. Un indicatore fondamentale della stupidità è la mancanza di curiosità. Andare a dormire senza aver appreso qualcosa di nuovo e di interessante e non provare nemmeno tristezza per quella mancata occasione di conoscenza, lasciando che un giorno possa scivolarti tra le mani senza avere imparato niente e, peggio ancora, evitandone la ricerca, è squallidamente stupido. Chi comunica con gli altri usando frasi fatte (tormentone tipico della società di oggi) e tempesta la propria bacheca di facebook di link banali e inutili senza mai scrivere un proprio pensiero, è da annoverarsi in quella folta categoria che affolla il mondo odierno.
L’uso improprio di aggettivi come “machiavellico” per riferirsi a situazioni o comportamenti che hanno ben poco a che vedere con il pensiero politico e filosofico di Machiavelli, utilizzo che dilaga a macchia d’olio, così come l’inflazionata frase “Carpe Diem“, usata anch’essa spropositamente e spesso collegata ad una visione della vita superficiale e spensierata volta all’edonismo, mostra quanto la stupidità stia crescendo in modo esponenziale.
Infiniti potrebbero essere gli esempi per provare a descrivere la stupidità, ma non riuscirebbero a rendere ben chiaro tale concetto.
Solo di una cosa si può essere certi: la stupidità è la madre di conseguenze spesso catastrofiche.
Contro il male si può lottare, contro l’ingiustizia protestare, ma contro la stupidità, in genere accompagnata da un’ostinata presunzione, non si può agire.
Siamo costretti a subirne i suoi devastanti effetti ogni giorno nel tizio dietro di noi allo stop che strombazza per incitarti a non rispettarlo, nella persona che alza la voce per mostrare di avere ragione, nel vicino di casa che si lamenta se cade una foglia di una delle tue piante sul suo balcone, ma non spende una parola sull’immondizia che invade le nostre città.
La stupidità, secondo alcuni studiosi, è un difetto facilmente riscontrabile nei soggetti che avvertono continuamente la necessità di essere circondati da amici o pseudo tali. Solo in rari casi si rileva negli uomini indipendenti che non cercano spesso la compagnia dei loro simili.
Lo stupido è spesso una persona testarda e orgogliosa di ostentare quella sua peculiarità ritenendo, nella sua pochezza mentale, di trasmettere agli altri la sua presunta potenza. Usa termini che non conosce e lo fa allegramente, non sa e non cerca nemmeno di conoscere il significato di quel vocabolo che di certo non può essere associato ad una forte personalità. Il testardo, infatti, è una persona spesso insicura che ama incartarsi nelle proprie convinzioni, che siano politiche o religiose, e lo fa in modo acritico seguendo supinamente qualsiasi dottrina gli possa infondere sicurezza e appartenenza ad un gruppo.
Se almeno tenesse per sè certe sue “sicurezze”, potremmo tirare un profondo sospiro di sollievo. E invece no. Ama interromperti senza lasciarti finire il discorso appena iniziato e cerca di convincerti di quanto sia “stupido” ciò che non hai nemmeno finito di esporre.
Il testardo è un esemplare tangibile di stupidità, facilmente manipolabile e facile strumento di chi detiene il potere. Ovviamente di tutto questo non se ne rende nemmeno conto. Se lo facesse, non verrebbe incluso tra gli stupidi. Quando si parla con uno stupido, ci si rende subito conto che è meglio non sprecare tempo; non ascolterà nemmeno ciò che hai da dire perchè ritiene di essere il depositario della “verità. E avverti immediatamente che non stai comunicando con un essere vivente, ma con degli slogan o dei dogmi.
Meglio fuggire. E farlo il più presto possibile.
L’unico modo per sopravvivere agli stupidi, a meno che non si sia in possesso di un biglietto di sola andata per un pianeta disabitato, è solo quello di evitarli, senza però mai dimenticare che in un modo o nell’altro, sfortunatamente, subordinerà la nostra vita alle loro scelte.
Triste, ma ineluttabile.
E la stupidità vince sempre. Basta studiare la storia o semplicemente osservare il mondo che ci circonda per avvalorare questa tesi.
Il potere, per dominare le masse, ha un bisogno essenziale di favorire la crescita della stupidità e si serve anche di guru più o meno carismatici che fingono di essere in grado di abbatterlo. E chi pensa di affidare acriticamente la propria vita ad una presenza salvifica che non permette nemmeno il dissenso e induce a sclerotizzarsi nei giudizi (es. “chi non vota quel partito è stupido“), è funzionale al potere.
Del reato che la stupidità abbia sempre governato il mondo è davanti agli occhi di tutti gli esseri pensanti.