Carabiniere nei guai per una Kriegsflagge


La bandiera di guerra della Marina Militare tedesca in uso all’epoca della Grande Guerra, la Kriegsflagge, evidentemente i Carabinieri non la possono proprio tenere, neppure se mero souvenir e nel privato dell’alloggio loro assegnato.
A Firenze, infatti, un collaboratore del blog “Il sito di Firenze” ha inquadrato e filmato dalla strada gli interni della caserma dei Carabinieri “Baldisserra”, penetrando financo nell’intimitá degli alloggi ed inquadrando una parete adornata con tale vessillo prevalentemente utilizzato dalla marina prussiana nella seconda metá dell”800 e sino al termine della prima guerra mondiale.
Il “sito di Firenze” prima e “Repubblica” poi, hanno prontamente sfruttato l’occasione collegando tale bandiera al nazismo e al neo nazismo, contando su una generalizzata ignoranza, insinuando piú o meno velatamente che tra le Forze Armate e le Forze dell’ordine allignino simpatie a tali ideologie.
Issata per la prima volta il 1 ottobre 1867 dalla Confederazione del Nord ( Norddeutscher Bund ) e confermata dalla costituzione federale dell’Impero il 20 marzo 1871. L’8 novembre 1892 fu aggiornato l’aspetto dell’aquila, mentre nel 1903 l’intero disegno subì una revisione, di cui l’aspetto più evidente fu il rinforzo delle dimensioni e della fimbriatura della grande croce. Con l’abdicazione di Guglielmo II e dei vari principi (9 novembre 1918) il secondo Reich terminó e la bandiera non fu piú usata.
Si tratta, quindi, di un souvenir storico militare, non più in uso dal termine della prima guerra mondiale, che nulla ha a che vedere con il nazismo e il 3 Reich (difatti vessilli nazisti sono del tutto differenti, a cominciare dal colore di fondo che é rosso e non bianco) che, come noto, attecchirono in Germania solo svariati anni dopo la fine della Grande Guerra.
Anche se il filmare luoghi e strutture militari non sarebbe piú reato nella nostra povera Italia (NDR: fermo restando i dettami dell’art.260 c.p. che sanziona la detenzione di mezzi atti allo spionaggio militare, il regio decreto 11 luglio 1941 n.1161 che vietava il riprendere luoghi e strutture militari é stato abrogato nel 2010), piuttosto che ricordare un po’ di storia liquidando la faccenda come non collegabile al nazismo, si é preferito accondiscendere alla sete di sangue della sinistra e montare un vespaio a carico di un giovane Carabiniere reo, secondo “Repubblica”, di esporre una bandiera neonazista in una caserma.
Addirittura sarebbe sceso in campo il Ministro della Difesa Pinotti che avrebbe giá chiesto al Comandante generale dell’Arma “chiarimenti rapidi e provvedimenti rigorosi verso i responsabili di un gesto così vergognoso” di fatto, se cosí stessero davvero le cose, preferendo mettere la penna in mano al Comando Generale, indicando di crocifiggere il malcapitato militare piuttosto che respingere al mittente le farneticanti accuse di filo neonazismo nelle caserme.
Probabilmente la recente (idiota) irruzione di un gruppo di skinhead durante una riunione di associazioni dedite al coordinamento dell’accoglienza ai migranti occorsa solo pochi giorni fa a Como ha causato un’alzata di scudi della sinistra e forse si attendeva con ansia una vittima sacrificale da darle in pasto ma, sinceramente, tra il ritenere vergognoso il collezionare nell’intimitá del proprio alloggio souvenir nemmeno storicamente legati al 3 Reich e l’essere legati al nazismo (o anche solo esserne simpatizzanti) ce ne corre.