Rosatellum bis: non cambia il sistema degli inciuci


Nelle scorse settimane, e ovviamente in questa appena trascorsa viste le votazioni avvenute in Parlamento, si è parlato del “Rosatellum” ossia del sistema elettorale proposto alla Camera dal deputato PD Emanuele Fiano (quello della omonima proposta di legge contro la libertà di pensiero ed espressione avventatamente approvata dalla Camera).
E’ bene sapere subito che tale sistema elettorale, nell’intento di prendere il meglio tra il sistema maggioritario e il proporzionale, è un misto tra i due.
Al Senato, infatti, si prevedono 315 seggi, di cui un terzo votati col sistema uninominale e due terzi col proporzionale, e sei seggi assegnati alle circoscrizioni estere. Alla Camera sono previsti analoghe alchimie, con 630 seggi a disposizione, e con 12 eletti nelle circoscrizioni estere.
Il nuovo sistema elettorale prevede uno sbarramento per i singoli parlamentari con una soglia minima del 3% dei voti calcolati su base nazionale. Per i partiti che si dovessero candidare come coalizione unica tale soglia si innalza sino al 10% dei voti su base nazionale.
In definitiva, tra Camera e Senato, vi saranno il 64% dei parlamentari eletti in circoscrizioni proporzionali e il 36% di parlamentari eletti nei collegi maggioritari.
Dal punto di vista dei cittadini chiamati al voto, ogni elettore potrà esprimere un solo voto che andrà al candidato del suo collegio elettorale per la parte maggioritaria e alla lista con la quale si presenta per la quota proporzionale. Non sarà possibile il voto disgiunto, pena l’annullamento della scheda, tra candidato e lista.
Come per le precedenti leggi elettorali anche il Rosatellum bis (NDR: “bis” o “2.0” perché in passato vi fu una precedente proposta di legge elettorale, piuttosto simile, che fu chiamata “Rosatellum” dal nome del capogruppo PD Ettore Rosato), favorirà le alleanze tra le forze politiche per cui sarà premiata la coalizione che avrà maggiore capacità di aggregazione.
Tuttavia il miraggio di voler concretizzare ampie coalizioni per avere qualche seggio in più potrà spingere a tessere alleanze con formazioni politiche troppo eterogenee col rischio che, successivamente al momento elettorale, ci si ritrovi con spinte centrifughe e una ingovernabilità di fatto.
Inoltre, ancora una volta, gli elettori correranno il rischio di vedere sedere sugli scanni parlamentari taluni nomi decisi negli uffici direzionali dei partiti piuttosto scaturenti dall’effettiva volontà popolare.
In definitiva col “Rosatellum bis”, tra l’altro approvato alla Camera a colpi di voti di fiducia, non cambia granché nella sostanza poiché, come nel precedente Mattarellum, si tratta ancora di una soluzione di compromesso che solo apparentemente prende il meglio tra i vari sistemi del passato ma che invece rischia di scontentare tutti gli italiani favorendo le solite strategie dei compromessi politici e le tattiche degli accordi sotto banco, col grave rischio di rideterminare periodi di sostanziale ingovernabilità del paese.