L’ombra dell’ISIS dietro la scomparsa della 15enne Rosa Di Domenico


Sparita nel nulla, lasciando un vuoto di due mesi, oscuro come il suo profilo Facebook, che mostra una sagoma anonima, priva di identità. Rosa di Domenico è scomparsa da Sant’Antimo (NA) il 24 maggio scorso senza lasciare traccia. Uscita di casa per andare a scuola, dove non è mai arrivata, è irreperibile da allora. Il tempo sta alimentando i dubbi che la ragazza sia stata sequestrata, perché indotta, contro la sua volontà, ad allontanarsi da casa da cittadino pakistano, molto più grande di lei, conosciuto sui social-network. Un soggetto pericoloso, come mostrano alcune foto che lo ritraggono con il viso bardato e mentre maneggia alcune armi. Il pakistano, residente a Brescia già da alcuni anni, non sembra essersi ben integrato, perché legato ad una visione estremista della religione islamica. La stessa che avrebbe cercato di trasmettere a Rosa, che aveva iniziato a leggere il Corano, ad evitare di mangiare la carne (perché non macellata secondo l’uso islamico, ndr) ed a vestire con abiti castigati. La stessa ragazza aveva inviato al pakistano delle foto che la ritraevano con l’hijab e addirittura con il volto coperto da un velo, che le faceva trasparire i grossi occhi azzurri. Secondo il racconto del padre dell’uomo, che non avrebbe più notizie del figlio dal novembre scorso, Ali era sposato quando ha intrapreso i primi approcci con Rosa, allora tredicenne. La giovane età della ragazza, le reiterate denunce del padre della minorenne e una denuncia sporta dalla stessa Rosa, non lo hanno però fatto desistere dall’intrattenere il rapporto con la ragazza, fino al punto di plagiarla. Allontanatasi volontariamente, potrebbe ora essere finita chissà dove e chissà con chi. Mentre la minore sembra sparita nel nulla, la richiesta di archiviazione presentata dal PM rischiava di interrompere definitivamente le ricerche. Il legale della famiglia, l’avv. Maurizio Lojacono, si è fortemente battuto per non far archiviare il caso e dare ai genitori la speranza di avviare seriamente le indagini. Fino ad oggi, infatti, l’unica attività investigativa intrapresa era stata effettuata dalla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto”. Il gip Giovanna Cervo ha ordinato formalmente alla Procura di Napoli di indagare sul pakistano Qasib Ali, il quale, nel suo contorto integralismo, l’avrebbe persino costretta a scattare foto dal contenuto pedopornografico. Per ricattarla o per venderle? A nulla era servita neppure la segnalazione di un’altra ragazza, che già lo aveva denunciato per tentativo di plagio. A nulla era servito sapere che proprio a Brescia vi è una folta comunità di islamici intransigenti, non a caso molti degli italiani convertiti e arruolatisi con l’Isis vengono da lì. Ma questo particolare a qualcuno deve essere sfuggito, così come l’orrore delle schiave sessuali dello stato islamico. I tratti somatici di Rosa, così diversa da quel mondo, non possono e non devono invece passare inosservati, almeno a chi si metta davvero alla sua ricerca.