S. Paolino (ovvero la Festa dei Gigli)


Che festa quella che si è tenuta la scorsa domenica, 25 giugno, a Nola (NA) e che ha inondato ogni strada, ogni piazza ed ogni vicolo. Balli, canti, musica e colore di gente esuberante e gioiosa che si è riversata nella cittadina per partecipare alla manifestazione messa in scena per la celebrazione del Santo Patrono, San Paolino, e per ammirare i famosi Gigli portati a spalla dalla “paranza”.
Ma cominciamo dall’inizio. Si può avere la fortuna di essere accompagnati, in questa avventura nella scoperta di antiche tradizioni, da una persona speciale, l’avv. Paola Caruso, che con autentica passione nolana, affascina descrivendo la storia e gli aneddoti di questo rito che si tramanda da generazioni unendo ad un percorso di fede e di solidarietà, tradizioni artistiche ed artigianali peculiari.
Anche questa infatti nasce come festa religiosa dedicata appunto a S.Paolino che si festeggia il 22 giugno con la tradizionale e tipica processione del busto, mentre la sfilata dei Gigli avviene la domenica successiva. Gli imponenti Gigli, obelischi di legno di circa 25 mt rivestiti di carta pesta che vengono costruiti tutti ex novo ogni anno, sono otto e rappresentano le corporazioni artigianali ortolano, salumiere, bettoliere, panettiere, beccaio, calzolaio, fabbro e sarto. La leggenda religiosa, molto cara ai nolani, narra che il Vescovo Paolino, spogliatosi di tutti i suoi beni in favore della cittadinanza, offrì se stesso in cambio della liberazione di un bambino rapito dai turchi che, colpiti dalla sua bontà e santità, lo risparmiarono unitamente al fanciullo e quando con una barca approdò sul litorale stabiese (la Diocesi di Nola si estende infatti fino a Castellammare di Stabia) lo accolsero i vari artigiani con un giglio bianco. Questo è il motivo per il quale oltre agli otto gigli si costruisce simbolicamente anche una barca che raffigura il Santo, il bambino ed il turco.
La devozione nell’aria è palpabile: non c’è nolano che non abbia almeno una volta sollevato e portato in spalla un Giglio. I numerosi “cullatori” dei gigli, circa 150 per ogni giglio, componenti le cosiddette “paranze” devono muoversi in sintonia per consentire alla struttura di avanzare seguendo un percorso stretto e tortuoso al ritmo della musica eseguita dalle singole fanfare posizionate sui gigli stessi.
Infatti oltre all’artigianato locale, che vanta molte botteghe d’arte che realizzano anche altre opere come i carri di carnevale, anche l’aspetto musicale è di notevole importanza. Le musiche eseguite dalle bande musicali con strumenti a fiato, oggi purtroppo sostituiti con amplificatori, non riproducono solamente i tipici brani religiosi delle varie processioni, ma eseguono anche pezzi particolarmente ed originalmente ritmati, composti per l’occasione da maestri e parolieri, orgogliosi di rendere omaggio con l’arte alla propria città, ma anche brani famosi, arrangiati ed adattati per alcuni momenti salienti e particolarmente suggestivi che hanno il fondamentale compito di permettere al “capo paranza” di impartire ordini di alzata, di marcia e di posata del giglio durante tutto il percorso, sia della mattina culminante in maniera molto scenografica in Piazza Duomo, sia pomeridiano e serale che si conclude all’alba del giorno successivo.
Lungo il percorso che si snoda nel centro storico di Nola vi sono alcuni punti in cui viene misurata e valutata la bravura del “capo paranza” e la resistenza e la forza dei portatori del giglio, impegnati in particolari ballate o giri su se stessi come alle ex carceri di Nola o nel vicolo Piciocchi, talmente stretto da rendere necessario l’eliminazione dei “varretielli”, le barre laterali più sottili, e utilizzando le sole “varre”, le barre anteriori e posteriori.
Allo scoccare della mezzanotte, mentre la processione è ancora in corso, viene proclamata presso il Comune dal Sindaco l’assegnazione dei gigli per l’anno successivo ai rispettivi Maestri di Festa, che devono far sottoscrivere la relativa domanda al rappresentante di categoria più anziano, che attraverso il comitato provvederanno ad organizzare lo scambio delle bandiere, l’allestimento del rivestimento, la composizione delle canzoni, la questua cui molti cittadini partecipano con offerte per contribuire alla realizzazione dei vari gigli.
Ma la festa si respira non solo nelle strade, si festeggia anche dai balconi dei palazzi che affacciano lungo la parata dei gigli, addobbati con nastri e drappi in onore del santo, e nelle case dove ospitalità e simpatia diffuse e contagiose, abbondano. Quest’anno c’è chi addirittura, aprendo la sua casa agli amici che avessero voluto godere dello spettacolo dal terrazzo, ha allestito per la gioia degli ospiti un goloso buffet inventandosi panini farciti ai vari gusti riportando su ciascuno il nome di una delle corporazioni artigiane. La fantasiosa quanto originale mente che ha realizzato il riuscito connubio della festa dei gigli a tavola è l’eclettica Lucia Sibilla, che riesce ad essere una brillante padrona di casa quanto abile e stimata professionista del Foro di Nola.
Non meraviglia affatto quindi che nel dicembre 2013 la Festa dei Gigli abbia ottenuto il prestigioso riconoscimento UNESCO come Patrimonio dell’Umanità.
I nolani sono orgogliosi di questa festa che si dice “nasce quando muore” e così come recita un motivo di alcuni anni fa: “E chesta è a’ festa nosta, a’ festa e’ tutte e’ feste, ccihù bella e’ chesta ccà, nun ce ne ponn sta”.