Elettricità: dal 1 luglio scattano gli aumenti


Dal primo luglio entrano in vigore le nuove tariffe per luce e gas per il trimestre estivo (da luglio a settembre).
Lo ha comunicato poche ore fa l’Autorità per l’Energia giustificando gli aumenti, di circa il 2,8%, in conseguenza della maggiore richiesta stagionale della corrente dovuta, essenzialmente, ai condizionatori che i consumatori accenderanno per combattere l’intensa calura estiva.
Insomma, un aumento scaturente solo dalla legge della domanda e della offerta per cui a maggiore richiesta di un bene consegue un suo maggiore prezzo.
Nello scorso trimestre, il periodo temporale su cui si muove l’Autorità per l’Energia Elettrica il Gas e il Sistema Idrico (nota anche come AEEGSI) per fissare tariffe e condizioni contrattuali per il mercato “a maggior tutela”, il prezzo della tariffa luce con fascia unica era stato pari a 0,05695 euro/kWh. Per la tariffa luce bioraria, che invece ha un prezzo diverso a seconda della fascia oraria in cui l’energia elettrica viene utilizzata, l’Authority aveva stabilito un costo della luce pari a 0,05902 euro/kWh in Fascia F1 (ore diurne, cioè dal lunedì al venerdì dalle 8:00 alle 19:00, festività nazionali escluse), e un prezzo pari a 0,05600 euro/kWh in Fascia F2 (ore intermedie e serali, cioè dal lunedì al venerdì dalle 7:00 alle 8:00 e dalle 19:00 alle 23:00 e il sabato dalle 7:00 alle 23:00, festività nazionali escluse) e F3 (ore notturne, cioè domenica e festivi: dal lunedì al sabato dalle 23:00 alle 7:00, e la domenica e i festivi tutta la giornata).
Diminuirà invece, sempre per la stella legge economica della domanda e dell’offerta, il costo del gas a causa della minore richiesta dovuta al non funzionamento delle caldaie per il riscaldamento domestico.
Nella buona sostanza una notizia complessivamente negativa per tutti i consumatori che, ovviamente, mentre consumeranno più corrente a un costo maggiorato, non beneficeranno del minore prezzo del gas per il semplice motivo che in questo periodo gli impianti di riscaldamento risultano spenti.
C’è da dire che il prezzo del chilowattora è afflitto da una serie di balzelli, alcuni dei quali eliminabili in quanto relativi a concorsi per attività e concorsi oramai non più in essere da parte dello Stato.
Proprio per tale motivo le Associazioni dei Consumatori, considerato che la voce inerente l’energia elettrica incide sui bilanci delle famiglie per il 18,37% ossia in modo non marginale, hanno invitato il Governo a rivederne le voci che ne determinano il prezzo al consumo.
In realtà, oltre all’ovvia eliminazione di voci non più attuali nella formulazione dei costi dell’energia, il Governo si dovrebbe attivare per minizzare l’utilizzo del gas da riscaldamento e di elettricità per il raffrescamento degli edifici introducendo con maggiore convinzione norme ed incentivi per migliorare l’isolamento termico delle strutture già esistenti e per l’adozione, già in fase di progettazione, di sistemi passivi di condizionamento termo idrometrico per i nuovi fabbricati.
Sarebbe un bel passo in avanti recuperare lo spirito che avevano gli antichi romani quando progettavano e costruivano edifici con sistemi di condizionamento naturale e di raccolta ed accumulo di un bene prezioso, ora come allora, quale è l’acqua.
Ma, tant’é, la coniugazione tra firmitas, utilitas e venustas, ossia robustezza, fruibilità e bellezza, che il “de Architectura”, trattato sul buon costruire scritto da Marco Vitruvio Pollione nel 15 a.c., poneva come obiettivo di ogni buon progetto, oggi sembra essere il modus operandi solo di pochi illuminati progettisti.
Salvo lodevoli eccezioni, ad ingegneria da anni si insegna quasi solo la firmitas e ad architettura quasi solo la venustas.
L’utilitas, che ben comprende il benessere fisiologico conseguito con sistemi passivi, e quindi il risparmio energetico per minore utilizzo di sistemi attivi per il condizionamento, non sembra essere stata negli ultimi anni una priorità per lo Stato.
Tanto, basta adeguare le tariffe….